Il cognome del padre al figlio non sarà più automatico: la svolta in Italia

Il termine ricorso, nel diritto, viene utilizzato per indicare la richiesta presentata da un soggetto a una particolare autorità al fine di ottenere un provvedimento e un cambiamento rispetto a una specifica situazione.
Sono diversi i contesti nei quali è possibile scrivere un ricorso, per esempio lo si può fare per contestare una multa o un errore dell’INPS. A cambiare sono anche le autorità alle quali ci si può rivolgere nel caso di ricorso: lo si può difatti presentare al TAR, al giudice di pace, al prefetto, e così via.
In questa guida esplicativa saranno presentate le diverse tipologie di ricorso esistenti nell’ordinamento giuridico italiano, tra le quali rientrano, tra le altre, il ricorso
Il ricorso amministrativo consiste in una richiesta di annullamento, revoca o riforma di un atto amministrativo. Può essere di tipo:
Il ricorso gerarchico proprio consiste nell’impugnare un atto non definitivo rivolgendosi all’organo gerarchicamente superiore, al fine di tutelare sia diritti soggettivi, sia interessi legittimi, e far valere vizi di legittimità e di merito.
Il ricorso gerarchico improprio, invece, ha carattere eccezionale e può essere proposto da:
Il ricorso in opposizione è un ricorso amministrativo di carattere eccezionale, che può essere utilizzato entro 30 giorni dall’emanazione dell’atto impugnato in casi particolari: viene rivolto contro l’autorità che ha emanato l’atto e non contro quella gerarchicamente superiore.
Per quanto riguarda il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, che è ammesso soltanto per motivi di legittimità, il soggetto che impugna un atto amministrativo definitivo si rivolge direttamente al Presidente della Repubblica.
Trattandosi di un rimedio straordinario, risulta alternativo a quello amministrativo, ragion per cui non è ammissibile nel caso in cui l’atto sia stato impugnato con ricorso giurisdizionale al TAR, e viceversa.
Questa tipologia di ricorso è valida solo per gli atti definitivi e deve avvenire nel termine di 120 giorni dal momento in cui si viene a conoscenza del provvedimento amministrativo: i controinteressati che ne riceveranno notifica, potranno proporre un atto di opposizione entro 60 giorni di tempo.
Nella fattispecie del processo civile, il ricorso è una forma alternativa alla citazione, nella quale la parte ha un contatto con il giudice prima di averne uno con la controparte.
Il ricorso è un atto introduttivo:
Oltre a quanto precisato fin qui, in pratica tutte le istanze che le parti debbano rivolgere al giudice nel processo esecutivo assumono la forma del ricorso.
Si tratta di un mezzo di impugnazione nel quale non si verifica una nuova valutazione del merito della causa, ma viene valutata, piuttosto, la correttezza della decisione in rapporto all’applicazione delle norme di diritto processuale e sostanziale.
Di conseguenza, il ricorso per Cassazione:
In merito all’ultimo punto in elenco, ai sensi dell’articolo 360 c.p.c., il ricorso per cassazione può essere presentato:
I casi nei quali si può procedere con il ricorso per Cassazione, che deve essere proposto entro il termine di 60 giorni dalla notificazione della sentenza o di 6 mesi dalla pubblicazione della sentenza in caso di mancata notificazione, sono:
Il ricorso per Cassazione è invece inammissibile in due casi:
Le sentenze emanante dalla Corte di Cassazione in seguito a un ricorso possono essere: