Cosa fa il Giudice di pace

Vi è mai capitato di ricevere una bolletta relativa alla fornitura di luce, gas, acqua, servizi telefonici, televisivi o alla connessione Internet un po’ troppo elevata? La buona notizia è che grazie all’emendamento approvato dalla Commissione Bilancio al Senato, sarà possibile ricevere un rimborso per i costi extra calcolati dai vari operatori, che non corrispondono ai consumi reali o alle condizioni previste da contratto.
Come dovrebbe funzionare la nuova norma? A quanto ammontano i rimborsi sulle bollette elevate che sarà possibile ottenere? Qual è la procedura che si dovrà seguire per ottenere un risarcimento? In questa guida spiegheremo come dovrebbero funzionare i risarcimenti e quali sono i vari bonus esistenti sulle bollette luce, gas e acqua ai quali è possibile avere accesso fin da subito.
La nuova norma che prevede di rimborsare i consumatori costretti al pagamento di somme eccessivamente elevate si pone come una misura nata per tutelare i cittadini e permettere loro di pagare solo quanto effettivamente dovuto.
Nella pratica, chi ha ricevuto una bolletta con un importo eccessivo, che non corrisponde in alcun modo ai propri consumi reali, avrà la possibilità di ricevere un rimborso relativo agli importi pagati, ma non dovuti, al quale sarà aggiunta una penale del 10% sull’importo contestato, che non dovrà essere inferiore ai 100 euro.
Il rimborso della spesa
eccedente potrà essere erogato in due modalità differenti:
Quali sono i casi nei quali può essere fatta richiesta di rimborso delle somme versate in più sulle bollette di luce, gas, acqua, Internet, telefonia e servizi di tipo televisivo? Bisogna verificare che in bolletta non ci siano violazioni legate:
Sono migliaia le famiglie che ogni anno devono fare i conti con costi eccessivi in bolletta dovuti a errori di fatturazione o a conguagli sbagliati. Anche se la norma non è ancora entrata in vigore, oggi è già possibile contestare una bolletta errata attraverso la procedura del reclamo.
Nel momento in cui ci si rende conto di aver pagato una somma superiore rispetto a quelli che sono i propri consumi reali, è possibile contestarla inviando al fornitore una comunicazione nella quale viene richiesta una rettifica di fatturazione. Si consiglia di farlo con una raccomandata con ricevuta di ritorno.
Il fornitore ha l’obbligo di dare al consumatore una risposta motivata entro 40 giorni di tempo e se in seguito agli accertamenti del caso dovesse rendersi conto di aver fatto pagare di più al consumatore, dovrà procedere con la rettifica della fatturazione. Il fornitore dovrà, a questo punto, accreditare la somma addebitata in precedenza, avendo a sua disposizione 90 giorni di tempo per farlo.
Nei casi in cui il
fornitore non dovesse rimborsare entro i termini previsti, il consumatore avrà
diritto a un indennizzo del valore di:
Nel caso in cui si richiedesse il pagamento di una bolletta già pagata, sarà sufficiente inviare una contestazione trasmettendo la prova di avvenuto pagamento: in questo modo il fornitore sarà tenuto ad annullare la nuova bolletta inviata.
I rimborsi sulle bollette elevate non sono l’unico modo per riuscire a ricevere delle tutele nei casi in cui i costi da pagare ogni mese diventassero insostenibili. Tra le novità dell’ultima Legge di Bilancio ci sono i bonus previsti sull’energia elettrica, la luce e il gas, ovvero degli sconti che vengono applicati direttamente sulle bollette per aiutare le famiglie con redditi più bassi, che vivono in situazioni di maggiore difficoltà economica.
Si tratta quindi di agevolazioni destinate alle famiglie che rientrano in determinati requisiti economici, che in Italia sono ben 4 milioni:
Per accedere ai bonus sulle bollette di luce, gas e acqua bisogna quindi essere in possesso di alcuni requisiti ISEE, che possono subire variazioni in relazione al numero dei figli. Nello specifico:
Il valore dello sconto del bonus
energia elettrica 2020 dipende dal numero dei componenti del proprio nucleo
familiare, in base a quanto riportato in tabella.
Numero componenti nucleo familiare | Sconto energia elettrica |
1-2 | 112 euro |
3-4 | 137 euro |
5-6 | 165 euro |
Nella pratica, il bonus sull’energia elettrica viene detratto direttamente dalla bolletta, come se fosse un vero e proprio sconto:
I requisiti di accesso al bonus gas sono gli stessi previsti per la luce. Si tratta quindi di:
Lo sconto viene applicato solo per i
contratti residenziali:
Il calcolo del bonus gas non è immediato come per quello relativo alla luce: dipende infatti a fattori differenti e in particolare al numero di componenti del proprio nucleo familiare e alla zona climatica del Comune in cui si risiede.
Influisce anche il tipo di utilizzo che viene fatto del gas naturale per uso domestico, ovvero se viene utilizzato soltanto per l’acqua calda oppure anche per il riscaldamento.
Per quanto riguarda, invece, il bonus idrico:
Per chi ha un contratto indiretto, tipo quelli condominiali nei quali c’è un unico contatore centralizzato, il contributo sarà invece erogato sul conto corrente o tramite assegno circolare. Anche in questo caso, l’ammontare del bonus cambia in relazione ai componenti del nucleo familiare.
È previsto, infatti, uno sconto su ogni membro della famiglia, quindi se per esempio si prende in considerazione una famiglia composta da 4 persone, il valore del bonus idrico sarà pari a 73 metri cubi all’anno.
I bonus non vengono applicati in modo automatico, ma per riceverli è necessario fare domanda. Nello specifico, sarà sufficiente presentare la richiesta presso il proprio Comune di residenza o presso un CAF competente.
Saranno necessari alcuni documenti, in modo particolare l’ISEE per dimostrare di essere effettivamente in possesso dei requisiti attraverso i quali è possibile ricevere l’applicazione dei bonus sulle bollette di luce, gas e acqua.
I soldi pagati in più su una bolletta a causa di un errore di calcolo commesso dal fornitore possono essere rimborsati tramite un bonifico diretto sul conto corrente del consumatore oppure con la riduzione del costo già pagato nella bolletta successiva.
È possibile contestare una bolletta errata inviando un reclamo tramite raccomandata A/R al fornitore, contenente una rettifica di fatturazione. Tra gli errori più comuni commessi dai fornitori ci sono quelli di errata fatturazione o conguaglio, oppure il costo per servizi e beni non dovuti.
Il fornitore che si è reso conto, in seguito alla rettifica di fatturazione, di avere commesso un errore nel calcolo, dovrà procedere con il rimborso al consumatore entro 90 giorni di tempo. Nel caso di mancato rispetto di tali termini, sono previsti degli indennizzi aggiuntivi a favore del consumatore, che vanno da un minimo di 20 euro a un massimo di 60 euro.