La pretesa di un rimborso per una scelta non condivisa: che fare

Buongiorno, tempo fa per mia madre si è reso necessaria una soluzione che le impedisse di rimanere sola in casa. Tra fratelli si decise per una sorta di"assistenza" indiretta a cura di uno di noi (lei stava a casa sua e uno dei fratelli, quello che abita più vicino, andava da lei 2 volte al giorno). Dopo un mese uno dei fratelli, adducendo il fatto che nostra madre non fosse accudita in maniera adeguata, decise di portarsela a casa e seguirla lui. Inizialmente rimanemmo un pò allibiti ma non ci furono opposizioni perchè alla fine contava che nostra madre fosse seguita. Nell'anno passato da nostro fratello, nessuno ha avuto modo di parlare o vedere nostra madre (se non una volta), perchè a detta del fratello che la seguiva, piangeva dopo ogni telefonata e quindi lui aveva deciso di evitare che ciò accadesse. Dopo un'anno, non sappiamo bene cosa è successo, inizialmente nostro fratello ha deciso di "riportarla" a casa sua e poi, vista l'impossibilità di lasciarla sola (per motivi di lucidità), prima l'ha portata in una casa di riposo privata e poi si è adoperato per farla dichiarare "non autosufficiente", per farsi nominare amministratore, e per portarla poi in una casa di riposo comunale. Per la questione dell'amministratore e della casa di cura, siamo stati convocati in tribunale per dare il nostro assenso. Anche qui, a parte lo stupore del modo di agire, non abbiamo avuto da ridire. Ora però questo fratello pretende da tutti gli altri, una quota per essere rimborsato di quanto lui ha speso per il periodo nella casa di riposo privata. Ritengo la sua pretesa priva di ogni fondamento, perchè presa di sua iniziativa (dopo che aveva "preso" nostra madre e poi si era reso conto di non poterla seguire), senza consultare nessuno e senza un minimo di riscontro circa il nostro assenso e la nostra disponibilità economica. Personalmente non so cosa abbia fatto della pensione di nostra madre in questo anno e non ho nessun riscontro documentato delle spese. Quindi, mentre sono ovviamente favorevole a versare l'eventuale quota di integrazione richiesta dall'attuale casa di riposo comunale, non ritengo corretta la pretesa che gli venga riconosciuto anche il rimborso di quanto sostenuto per la "sistemazione temporanea" decisa in completa autonomia. Ho ragione o sono costretto a sottostare? Per la cronaca, di 5 fratelli, 1 è d'accordo per la suddivisione in parti uguali, 1 è d'accordo per la suddivisione ma in base al reddito, un terzo neanche è stato interpellato (per questioni economiche) e io non lo sono. E per questo sono stato minacciato che verrò contattato dal suo avvocato. Ritengo moralmente e legalmente ingiusta la pretesa di suddivisione di una spesa non concordata (e non indispensabile, visto che fino a qualche giorno prima se ne faceva carico in prima persona a casa sua, riscuotendo anche la pensione di nostra madre). Grazie.
Utente 10466

L’Avvocato risponde:

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Michele Brundu
Avvocato Civilista

Risposta in data 11/10/2021

Buona sera, si tratta di una problematica purtroppo non nuova in ambito familiare e che necessita di approfondimento. In particolare sarebbe interessante sapere se Suo fratello ha tenuto la rendicontazione della propria attività di amministratore di sostegno (atto dovuto per legge). Detto questo sono a Sua disposizione per offrirLe consulenza e assistenza legale. Avv. Michele Brundu - Cagliari
Buonsera, la sua richiesta merita un accurato approfondimento. Per una consulenza approfondita può contattarmi ai recapiti presenti sul mio website. La consulenza va concordata ed è a pagamento. Cordiali Saluti Prof. Avv. Domenico Lamanna Di Salvo MILANO - BARI

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