Assistenza di un genitore invalido: cosa fare se i fratelli non sono d'accordo?

Ho una mamma di 94 anni con un’invalidità del 100%. Deambula solo se sorretta, è incontinente, non è più autonoma, ha segni evidenti di demenza senile anche se riconosce nipoti e figli (siamo tre, io e due sorelle) e risponde a domande semplici in modo ancora abbastanza coerente. La mamma ha una badante residente nella sua casa, che l’assiste giorno e notte, inquadrata professionalmente nei termini di legge. La badante ha quindi diritto a un paio d’ore di libertà al giorno, di cui gode al pomeriggio dalle 14 alle 16. Questo periodo, nei giorni feriali, è stato coperte soprattutto da una delle mie sorelle, che vive nella stessa cittadina di nostra madre in provincia di Torino mentre l’altra sorella risiede in provincia di Cuneo. Io intervengo a coprire le ore di assenza della badante durante i week end, perché ancora lavoro, mentre le mie sorelle sono pensionate. La sorella accudente, constatando che nostra madre dorme per un’ora ( e spesso anche di più) in un letto protetto da sponde che non è in grado di abbassare, sarebbe dell’idea di non sorvegliarla più durante la libera uscita della badante. Nostra madre rimarrebbe quindi sola a casa, nel letto, in queste due ore pomeridiane. A mia sorella comincia a pesare l’impegno quasi quotidiano, interrotto solo nei weekend quando subentro io. Ritiene che, essendo al sicuro nel letto, nostra madre non corra alcun pericolo. Potrebbe solo, come è capitato, espletare i bisogni fisiologici a letto, ma indossa ovviamente adeguate protezioni intime e, di lì a poco, interverrebbe la badante a pulirla. Mia sorella non è neppure d’accordo nel trovare una seconda badante solo per la fascia oraria in cui la badante residente è assente: il costo risulterebbe troppo oneroso. Io non sono d’accordo su questa soluzione. Concordo con mia sorella che il rischio che corre nostra madre quando è sola è minimo: quando si sveglia (tra le 15.30 e le 16, se non è indotta a farlo), può chiamare per capire se c’è qualcuno in casa ma, anche se non c’è nessuno, rimane tranquilla nel letto ad aspettare, non va in ansia. Nonostante ciò, a me pare che qualche evento imprevisto, seppur poco probabile, potrebbe sempre accadere: nostra madre potrebbe star male e aver bisogno di aiuto proprio quando è sola in casa. Non è in grado di usare un cellulare, non è in grado di apprendere neppure il funzionamento di un salvavita, in cui c’è da premere un solo tasto. Se istallassimo una telecamera per riprenderla a letto, intercorrerebbe del tempo prima di riuscire ad intervenire. Ritengo che se nostra madre morisse quando è sola in casa potremmo andare incontro a qualche forma di responsabilità, mentre mia sorella è convinta che, da un lato, la probabilità che questo evento capiti proprio quando è sola, sia molto basso; dall’altro, c’è stata una sua presa in carico da parte dei figli, è stata assunta una badante residente con lei, nostra madre non è stata abbandonata, quindi non ci potrebbe essere imputata nessuna negligenza. Qual è il suo parere?
Utente 7532

L’Avvocato risponde:

Gentile Signora, premesso che la questione andrebbe approfondita, chi manca di prestare ai genitori anziani le cure e l’assistenza necessaria incorre nel reato di abbandono di minori o di persone incapaci che punisce non solo chi lascia da soli i bambini ma anche chi non assiste una persona incapace, per malattia di mente o per vecchiaia. Per la giurisprudenza è ormai pacifico che lasciare un genitore anziano in balia di se stesso è equiparabile a lasciare un bambino da solo in casa. Se necessita, anche solo di una consulenza, mi può contattare senza impegno ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo Torino - Milano
A mio avviso la Sua risposta è giuridicamente corretta, il rischio c'è e anche la responsabilità, principalmente considerando che fino a oggi la Signora è stata assistita continuativamente e ci sarebbe una interruzione. Può contattarmi direttamente per un parere.

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