Buongiorno, caso di fallimento aziendale, 280 dipendenti dal 09/2020 in cassa integrazione per dichiarazione di fallimento registrata, i curatori fallimentari stanno chiaramente intralciando il percorso strutturato in collaborazione con i sindacati e la camera del lavoro per permettere alla ditta BOBST di entrare in possesso dell' azienda messa all' asta, cosa che tramite una manleva ci garantiva l' assunzione di 30 ex dipendenti, una buona uscita che è passata da 15.000 a 11.470 euro lordi che dalla prima manleva firmata e approvata ci è stata poi negata e rivalutata, ottenuti i 11.47p euro per collaborazione della ditta vincitrice dell' asta che dal momento delle firme della seconda manleva dovrebbe richiedere la cassa integrazione per i mesi di luglio, agosto e settembre che stiamo aspettando, e alla quale ancora non viene avanzata la richiesta, siamo in attesa dell' udienza che il 20 novembre si dovrebbe tenere in tribunale per l' incursione al credito seguito dai curatori, che dovrebbe farci risarcire piu di 5 stipendi non percepiti, il tfr che di base lo risarcisce l' inps e ad oggi avere le lettere del licenziamento collettivo che sono pronte ma non vengono inviate, i curatori nell' ultima manleva hanno inserito una clausola cambiando il testo della manleva che a noi operai è stata consegnata il giorno prima dai sindacati, i curatori il giorno dopo ne hanno portata un' altra modificata e hanno firmato quella, alcuni di noi con i sindacati hanno riportato il nuovo testo a visione degli avvocati del lavoro che ci hanno informato di questa clausola che, se veniva accettata permetteva ai curatori di non pagarci piu i crediti avanzati dall' incursione al credito, ma accettare soltanto i 11.470 euro lordi proposti per la buona uscita, precisi che la buona uscita di 15.000 iniziali era stata offerta e proposta dal proprietario stesso dell' azienda come risarcimento per il fallimento che non si è potuto evitare, ma con la creazione di un nuovo ramo dell' azienda, l' integrazione di 80 dipendenti e la possibilità nel percorso di essere reintegrati da un bacino di exdipendenti in naspi, testo della prima manleva fatta decadere dai curatori con scuse verbali non dichiarate e poi cambiate nel momento delle dichiarazioni. A noi era stato detto che serviva far fallire anche ul nuovo ramo creato dopo un anno di avvenuta creazione perchè era in perdita e serviva metterla all' asta per MANTENERE i guadagni per pagare la prima manleva di 15.000, mentre dopo ci dicono che quei soldi non ci sino piu, preciso che la NEWCO era in attivo con 5 macchinari in programmazione di costruzione di cui una quasi terminata che è stata bloccata mesi prima. La mia domanda è una e semplice, esiste un modo per estromettere gli attuali curatori da questa causa e farsene assegnare di nuovi per concludere questa drammatica vicenda ? Se vuole reperire piu informazioni in merito cerchi su google " fallimento Cerutti Casale Monferrato" Spero di avere una risposta dall' esterno a questa causa, perchè sembra ci sia un disinteressamento generale alla nostra vicenda. grazie
Gentile Utente, la richiesta in oggetto è poco chiara e meriterebbe un approfondimento. Mi pare di aver capito che i dipendenti non sono più in cassa di integrazione come precedentemente indicato. I curatori fallimentari hanno il dovere di soddisfare la massa creditoria e, nella specie, anche i lavoratori dipendenti. A causa del dissesto economico finanziario spesso vengono raggiunti degli accordi con i sindacati di rappresentanza. Nelle procedure concorsuali non vi è discrezionalità del curatore, in quanto il suo operato è sottoposto al vaglio del Giudice Delegato. Sussistono casi specifici in cui un curatore può essere revocato, ma questo non pare il caso in cui ciò possa accadere. Da quanto scrive, se anche la sua posizione è stata oggetto di un accordo sindacale in cui ha partecipato anche il Fallimento, occorrerà insinuare al passivo il proprio credito (nell'ammontare indicato nell'accordo) come prescritto dalla Legge Fallimentare. In alternativa, dovrà insinuare i propri crediti al passivo a seconda di quelle che sono le competenze a lei spettanti sulla base delle buste paga rimaste impagate. In udienza, i crediti insinuati verranno accertati dal Giudice Delegato e questi ultimi potranno essere ammessi o esclusi dallo stato passivo (per un'eventuale esclusione del credito potrà - sussistendone i presupposti - depositare formale opposizione). Tuttavia, generalmente, i riparti fallimentari sono redatti solo quando lo stato passivo si è cristallizzato, ossia quando i crediti insinuati al passivo saranno definiti e quando il fallimento riuscirà a recuperare dell'attivo. Sono a disposizione al contatto mail che trova sul mio profilo, ove necessitasse di ulteriori informazioni. Cordialmente, Tania Tenuzzo
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