Coeredi: per la vendita può decidere uno e basta?

Mio marito nel testamento ha lasciato il suo appartamento alle tre figlie ed a me ha dato anche la sua disponibilità, pertanto ogni figlia dovrebbe essere proprietaria del 16% dell'immobile. La mia domanda è questa : solo una delle figlie potrebbe imporci la vendita dell'immobile per avere i soldi ? In questo appartamento con un comodato d'uso vive una delle figlie separata, sempre solo questa figlia potrebbe non accettare il comodato e mandare via la sorella per un fitto più congruo ? In sintesi solo lei, con il suo 16% può stravolgere le sorti di altre tre persone unite?
Utente 11068

L’Avvocato risponde:

SC
Silvia Casali
Avvocato Civilista

Risposta in data 10/11/2021

Partiamo da un punto certo: non si può vendere un immobile, anche quello ereditato, se non c’è il consenso di tutti i comproprietari. Del resto, tutti i titolari del bene devono necessariamente essere presenti dal notaio per firmare il rogito affinché l’atto sia valido. Per cui, se uno di questi si oppone alla cessione e non si presenta al momento della stipula, la vendita non potrà mai avere luogo. Non si puo costringere una persona a vendere. Questo perché, in tema di beni in comunione, per quanto attiene agli atti di straordinaria amministrazione come appunto la vendita o la divisione, vale la regola dell’unanimità e non la maggioranza. In altri termini, basta il dissenso di uno dei comproprietari per impedire la cessione dell’immobile. Dall’altro lato, però, non si può neanche costringere gli altri eredi a rispettare il capriccio di uno di questi che potrebbe agire solo per dispetto o per futili motivi. Sicché, quando si verifica il disaccordo tra eredi, ciascuno di questi – anche uno solo – può recarsi in tribunale per chiedere la divisione del bene in eredità.
Gentilissima Signora, buonasera. Sì, alla morte di Suo marito Lei è divenuta erede al 50% (25% quale quota legittima + il 25% della quota disponibile in Suo favore), oltre il diritto di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare. Alle Sue tre figlie invece spetta complessivamente il 50% ciascuno (quindi il 16,6% ognuna). Ora sull'immobile vi è una situazione di comunione. La figlia che vuole monetizzare la Sua quota non può vendere l'immobile a terzi. Può certamente vendere a voi coeredi - se disponibili ad acquistare - la sua quota (la può vendere ad uno o a tutti, ed in questo caso andrà ad incrementare le rispettive quote). In alternativa Sua figlia potrà chiedere in via giudiziaria lo scioglimento della comunione sulla proprietà dell'immobile, il quale potrà essere venduto all'asta oppure acquistato da uno dei coeredi. La procedura giudiaria è sempre da evitare in quanto lunga ed onerosa. E' sempre consigliabile trovare un accordo. Se necessita di una consulenza più approfondita può richiedere una consulenza diretta tramite il mio profilo e contattarmi ai recapiti mail. Cordiali saluti. Avv. Antonino Ercolano - antoninoercolano()hotmail.it
Gentilissima Signora, buongiorno. Purtroppo non è così. Il meccanismo della vendita richiede ben altre decisioni. Per qualsiasi sua informazione precisa può contattarmi per una consulenza diretta. Distinti saluti. Prof. Avv. Antonio Leggiero Napoli
Buongiorno, per potere procedere alla vendita di un immobile in comproprietà è necessario il consenso di tutti i comproprietari. In caso contrario, bisognerà procedere con una divisione giudiziale. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo Torino - Milano

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