Crisi matrimoniale: quando chiamare un legale
Buongiorno, vi scrivo perché vorrei avere una consulenza in merito alla crisi matrimoniale che mio fratello sta attraversando. La mia famiglia è restia a contattare un professionista perché teme di incorrere in spese che avrebbe difficoltà a sostenere, io però ritengo sia importante avere qualche consiglio da un esperto e perciò ho deciso di sottoporvi il suo caso. Questa è la situazione: mio fratello è sposato, ha due figli minorenni e vive in un appartamento in affitto; attualmente è disoccupato da circa 1 anno e mezzo mentre la moglie ha un lavoro. Da qualche tempo la moglie ha iniziato a mettere in atto una serie di comportamenti che, se inizialmente potevano essere interpretati come una normale voglia di evasione e di cambiamento, ora sono arrivati a rendere la vita difficile a lui e ai figli, al punto che il divorzio appare ormai inevitabile. Elenco alcuni di questi comportamenti: - Dapprima la moglie ha gradualmente iniziato a trascurare le faccende domestiche, con la motivazione che vuole avere più tempo per se stessa; ora siamo arrivati al punto che deve occuparsi di tutto lui, se non si occupa di lavare il bagno rimane tale e quale per giorni. - Lei ha iniziato a trascurare i gusti e le necessità alimentari dei bambini preparando solo pasti di proprio gusto, il figlio più piccolo (6 anni) che per via dell'età rifiuta certi cibi che non gli piacciono, spesso salta i pasti o spizzica qualcosa, avendo quindi un'alimentazione non adatta alle sue necessità. - Lei che non è mai stata sportiva ha preso ad uscire regolarmente per andare a correre con le amiche, contemporaneamente ha escluso dai social network il marito, il che (seppur naturalmente lecito) da da pensare sul fatto che abbia o stia cercando relazioni extraconiugali. - Ha ridotto la quota del proprio stipendio che versa sul conto in comune con il marito, costringendo i miei genitori a contribuire alle spese per bollette ecc. con la giustificazione che lui non porta soldi a casa e lei ha diritto di godersene una parte. - Trascura di seguire l'istruzione dei figli sostenendo che la sorella maggiore (9 anni) può seguire il fratellino nel fare i compiti. Altre volte, peggio ancora, ha fatto lei i compiti del piccolo per ovviare velocemente al "problema". Il padre perciò è rimasto anche il solo a supportare i figli sia nella didattica a distanza che nell'accompagnarli a scuola e nel dialogo con gli insegnanti. - Ultimamente poi sono sempre più frequenti gli attacchi da parte di lei con grida rivolte al marito (che ovviamente i figli sentono) "Sei un fallito! Sei una merda!" (riferendosi al fatto che nonostante gli sforzi è disoccupato) e "Te ne devi andare!"; lei infatti vuole spingerlo a tornare a casa dei genitori, salvo ritornare durante il giorno per occuparsi dei figli in sua assenza. Ha già disposto che durante l'estate i figli frequenteranno un campo scuola al mattino, mentre per il pomeriggio vuole che mio fratello cerchi per loro una qualunque altra attività che le consenta di essere libera dai figli. - Infine è di ieri l'episodio più grave in cui, oltre alle grida appena descritte lei gli ha lanciato addosso una bottiglia d'acqua e poi gli si è scagliata contro per colpirlo. Sempre con i bambini presenti in casa, che si sono spaventati. La separazione/divorzio appare inevitabile perché ogni tentativo di dialogo provoca queste reazioni violente di mia cognata. Mio fratello ha il terrore che la moglie, nonostante i suoi comportamenti assurdi e la sua scarsa attenzione per i bambini, alla fine possa andarsene portandoli con se (in virtù del fatto che generalmente la madre è favorita come affidataria). Cosa può fare per ridurre questo rischio? Può essere utile e lecito cercare di registrare audio/video per raccogliere prove dei suddetti comportamenti? Se mio fratello cedesse alle pressioni e si trasferisse dai nostri genitori rischierebbe di passare dalla parte del torto? A parte le mie domande, ogni altra indicazione o consiglio sono ben accetti.