Diritto minori: domande

Gentilissimo,vi scrivo per porre alla vostra attenzione la mia situazione (e quella di mia figlia) sperando che lei possa interessarsi al nostro caso. Vi spiego il caso: nell'aprile del 2005 nasce da me e dal mio "compagno" mia figlia. All'epoca io avevo 25 anni e da un anno e mezzo avevo terminato a pieni voti il mio percorso di laurea, mentre Francesco, che ne aveva 31, era il figlio di una famiglia borghese ovattato dalla madre , che non lavorava e si dedicava solo alla sua passione musicale. Ma io in quel periodo ero offuscata dalle buone speranze e non mi rendevo conto della realtà dei fatti. Appena nata Anita lui, per 6 anni, continua a vivere con sua madre, sua sorella e i suoi nipoti, non lavora e passa le giornate a vivere di notte e suonare con gli amici. Non contribuisce in alcun modo alle spese della bambina se non con regali fatti nelle feste comandate. Idem la sua famiglia. Veniva a trovarci sempre dopo le 23:00 perché la sua giornata iniziava allora. Io ed Anita invece viviamo da allora in un appartamento dei miei genitori a 10 km di distanza dal suo paese. Anche se avevo avuto proposte di lavoro interessanti dall'università, io vi ho rinunciato perché questo avrebbe significato allontanare la bambina dal padre. Lei all'epoca, anche se lo vedeva poco, ci era molto affezionata ed io non ho avuto il coraggio di farle questo torto. Anche se , ora , che è in cura dalla psicologa, ho scoperto che lei da bambina era molto gelosa del fatto che il padre stava più con i suoi nipoti che con lei. Tanto che un Natale che venne a casa nostra mi disse che era triste perché gli mancavano i suoi nipoti! Così sono rimasta in un paesino del sud ed ho iniziato subito a lavorare per mantenere la bambina. Nel 2005 ho svolto il servizio civile, poi ho vinto una borsa di studio all'università di Foggia, poi ho lavorato presso un centro educativo comunale e poi ho iniziato ad insegnare in una scuola paritaria e poi poco alla volta sono arrivate le supplenze nella scuola statale. Ma a molte richieste di incarichi ho dovuto rinunciare per potermi occupare della bambina. Così, quando Anita aveva sei anni, una estate lui si trasferisce per tutti i mesi estivi con la mamma , sorella e nipoti in un paese sul Gargano, senza fare una chiamata per tutti i mesi e ovviamente fregandosene di ottemperare ancora una volta ai suoi obblighi di mantenimento. Così lo lasciai. Ci lasciammo per sei mesi ma poi mi feci prendere dai sensi di colpa perché lui aveva iniziato a lavorare nella fabbrica dello zio e perché pensavo che ad Anita mancasse. Così torniamo insieme. Il fatto che lui adesso avesse un lavoro a tempo pieno e indeterminato però non ha cambiato le cose. Non mi ha mai dato un aiuto mensile per le spese ordinarie e straordinarie della bambina ma ha pensato bene di chiedere un mutuo ed ha acquistato casa intestata a lui. Lui la ha acquistata,comunque, perché voleva che io ed Anita andassimo a vivere da lui ma il problema è che la casa che ha preso per me e per Anita non andava bene. L'ha presa nel suo paese sapendo che Anita non voleva andarci e dietro casa di sua madre. L'ha presa al terzo piano sapendo che io non riesco, per problemi di salute, a stare ai piani alti ma il suo ragionamento è stato questo: io ho la casa e siete voi che dovete stare a quello che decido io senza una decisione condivisa. Così noi siamo rimaste qui e lui non ha continuato a vivere a casa sua senza spendere un soldo per Anita. Veniva a trovarci il sabato sempre la sera tardi quando aveva mangiato dalla madre , riposato ecc.. non è mai venuto da un dottore, mai a un colloquio a scuola. Ho sempre fatto tutto da sola. Più e più volte ho cercato di fargli capire che era giusto che lui contribuisse economicamente ma ad ogni richiesta ha sempre voltato le carte in tavola dicendo che ero io che ogni volta gli dovevo dire di cosa aveva bisogno. In realtà lui sa perfettamente quali sono le spese a cui provvedo . Adesso Anita ha 16 anni e da un anno è in psicoterapia ed tra un po' sarà seguita anche dall'ospedale per disturbi del comportamento alimentare. Va dalla psicologa privata una volta a settimana , ha avuto problemi psicologici acuitisi dal Covid, lui lo sa , sa che per aiutarla l'ho iscritta ad un corso di chitarra, ad una scuola privata e al corso di teatro e neanche adesso si preoccupa delle spese e del sostegno morale necessario ad affrontare questa situazione. Sa che Anita legge tanti libri e che io non le faccio mancare nulla . Ma non contribuisce in alcun modo. Dietro mie insistenze ha fatto l'anno scorso una carta prepagata ad Anita dicendo di metterle 200 euro al mese ma poi l'ha bloccata dopo un mese avendo visto che Anita faceva acquisti su Amazon. Così ora neanche quello. Lei si chiederà perché adesso? Perché tra due anni Anita compirà 18 anni ed io ho il dovere di sistemare le cose per lei. Quello che chiedo è se sia possibile intentare un'azione per il risarcimento di quanto non mi è stato corrisposto fin dalla nascita di Anita (dato che per farle vivere una vita dignitosa io ho rinunciato a tutto per me. Ho una diagnosi di fibromialgia ed artrosi e non vado neanche dal fisioterapista perché preferisco spendere tutti i miei guadagni mensili per lei perché adesso ne ha ancora più bisogno di prima) considerando che io ho sacrificato anni di studi, mentre lui che ha a stento un diploma, e se sia possibile un risarcimento danni non patrimoniali dovuti alla sua assenza. Spero di essere riuscita almeno un po' ad inquadrare la situazione.
Utente 14208

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Buonasera, la sua richiesta merita un accurato approfondimento. Per assistenza legale e per una consulenza approfondita può contattarmi ai recapiti presenti sul mio profilo. La consulenza va concordata ed è a pagamento. Cordiali Saluti Prof. Avv. Domenico Lamanna Di Salvo MATRIONIALISTA -DIVORZISTA - CURATORE SPECIALE DEL MINORE MILANO - BARI

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