Buongiorno, io ed un amico di vecchia data abbiamo deciso di condividere un appartamento, essendo studenti fuoricorso già da un po' e avendo raggiunto ormai un'età tale da desiderare un po' di autonomia dalle rispettive famiglie. Ovviamente essendo amici c'è un legame affettivo che ci lega ma certamente le nostre spese e i nostri portafogli sono divisi e non siamo fiscalmente a carico uno dell' altro. Motivo per cui ci è stato detto di formare due nuclei familiari distinti, dichiarando al comune che tra di noi non esiste vincolo di alcuna natura; in questo modo i nostri ISEE risultano separati e questo darebbe a me la possibilità di richiedere il reddito di cittadinanza. Quello che mi chiedevo è se, visto che comunque c'è un rapporto di amicizia tra noi, si tratti dunque di una dichiarazione falsa e in quanto tale punibile penalmente. Vi ringrazio anticipatamente per i chiarimenti.
La questione è controversa. Fino a qualche anno fa (quando non esistevano benefici economici così consistenti quale il reddito di cittadinanza) non vi si sarebbe prestata granché attenzione. Oggi le amministrazioni si danno un certo daffare a sottolineare che il “vincolo affettivo” comprende senza dubbio anche la relazione di amicizia. Quanto alla valenza penale della nozione, il tema richiederebbe una profonda ricerca. Posso dire di non avere attualmente notizia di casi in cui abbia avuto rilievo, ma non è escludibile in assoluto. Un aspetto rilevante è che il vincolo affettivo generico si prova solo in base alle dichiarazioni degli interessati, non essendo soggetto a certificati o documenti. Inoltre, può essere sciolto solo cessando la coabitazione. Faccio un esempio: se un mio amico d'infanzia e io facciamo insieme un contratto di locazione 4+4 e ci dichiariamo uniti da vincolo affettivo d'amicizia, ma dopo due anni litighiamo e diventiamo due estranei che per convenienza condividono l'immobile locato, non ci sarà modo di revocare la dichiarazione fatta. Quindi, data la natura variabile ma burocraticamente irrevocabile del vincolo, l'avvertimento è di ponderare con molta attenzione le condizioni in cui ci si trova. A mio avviso (ma è un parere molto generico e personale) se di fatto la condizione è quella di coabitanti coinquilini, anche se amici, questa relazione non dovrebbe prevalere. Ma, attualmente, la burocrazia appare muoversi in direzione contraria e la giurisprudenza non ha ancora avuto modo di pronunciarsi.
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