Amministratore di sostegno: e se non lo voglio?
A causa di un trasferimento da parte di un abusivo, mi sono stati portati nella nuova casa i mobili tutti rotti, sicché sono stata costretta ad accendere diversi finanziamenti che, pur essendo stata insegnante di Scuola Media inferiore per parecchi anni e pur avendo collaborato anche con l'università, mi hanno ridotto la mia pensione, alla quale si aggiunge un assegno mensile da parte dell'università, a circa 200 euro. A questo, si aggiunge la scelta sbagliata di due appartamenti, nei riguardi dei quali mio fratello si è sempre rifiutato di visionarli, quando quattro occhi vedono meglio di due. Il primo era abitato da gentaglia, in prevalenza extracomunitari inadempienti e dediti ad attività illecite, al punto che erano frequenti le incursioni di Carabinieri, per verificare cosa tenessero in casa. Nel secondo, la cui costruzione risale al 1965, non è mai stato effettuato alcun intervento. Gli infissi sono in uno stato deplorevole, i pavimenti sono tutti da sostituire, specie quello della camera da letto, il cui parquet, i cui listelli si sollevano uno ad uno, è più nero che del suo classico colore, le spine sono ancora quelle magic, il quadro elettrico manca di un pezzo e non ha la presa a terra, la vasca da bagno, alla quale era stata prudentemente affiancata la lavatrice, aveva un foro di enormi dimensioni, l'asse del water era appena appoggiato, sicché, il primo giorno che mi sono seduta, ignara di come stessero le cose, sono scivolata fra lo sciacquone e la parete, rimanendo incastrata e uscendo con lividi e dolori in tutto il corpo, la maniglia dello sciacquone mancava di vite e, non appena tiravo l'acqua, cadeva in fondo al water e a me toccava ripescarla. Strano che le proprietarie non si fossero mai accorte dello stato malconcio in cui versava il loro trilocale. Pazienza la mamma, allettata, ma la figlia non comprendo come insistesse che, fino al momento in cui avevano abitato loro, non c'era nulla di ciò. Per nascondere la sporcizia dei pavimenti, avevano posto a terra tappeti di ogni tipo, che mascheravano la realtà della situazione. Ora, mio fratello mi accusa di essermi orientata su due soluzioni errate e di essere rimasta quasi senza soldi per questo motivo. Mi chiedo perché non mi abbia mai accompagnata e verificare lo stato delle abitazioni, con la scusa che a lui la faccenda non interessava. per fortuna, i miei finanziamenti stanno scadendo e, presto, ritornerò a percepire l'ammontare delle pensione iniziale, fatta eccezione per la cessione del quinto, che si prolunga un po' di più. Per ovviare al problema e senza avvertirmi di niente, mio fratello si è rivolto alle assistenti sociali, chiedendo, per me, un amministratore di sostegno. Cosa possa tagliare ancora questa figura proprio non lo so, visto che ho ridotto notevolmente persino le spese alimentari. Pochi giorni fa, una tirocinante mi ha telefonato, avvisandomi che la mia pratica per la richiesta dell'amministratore di sostegno stava proseguendo. Ho risposto che io non avevo bisogno di questa figura e ho domandato chi avesse avanzato la proposta al posto mio: mio fratello. Gli ho telefonato immediatamente; la sua voce era tremolante e si percepiva che era molto imbarazzato, in quanto non pensava minimamente di essere scoperto. Ma che badi ai fatti suoi. Tutto questo è sorto dal fatto che, nel 2014, ho conseguito l'idoneità a professore associato, per il settore disciplinare 11-B1/Geografia. Essendo vicina ai sessantasei anni, non sono riuscita a ottenere una cattedra, in quanto avevo davanti a me una schiera di strutturati, che, pure secondo fonti esperte, avrebbero avuto diritto ad avere la precedenza su chi non aveva mai occupato un posto di ruolo all'università. Da allora, mio fratello non fa altro che insultarmi, che darmi dell'incapace, dell'imbecille, non fa che ribadirmi che ho dei limiti. Ieri mattina, mi ha telefonato l'assistente sociale, che mi conosce da anni, in quanto seguiva i miei due genitori, entrambi affetti da demenza senile. Era appena rientrata da due mesi di assenza, a causa della morte prematura per infarto del marito. Le ho chiesto se si poteva bloccare la pratica, ma mi ha risposto che era impossibile. Mi ha consigliata di attenermi al suo consiglio. La prima volta che il giudice mi convoca, non mi devo presentare e la seconda neppure. Così la pratica decade automaticamente. Una tirocinante, invece, mi aveva suggerito di presentarmi e di dire non solo che la richiesta era stata avanzata da mio fratello, con i sotterfugi, ma che non ne avevo assolutamente necessità, essendo tutt'altro che incapace di intendere e di volere e non avendo alcuna invalidità civile, come dichiarato in una lettera stilata da uno psicologo. Mi chiedo come devo fare, per non perdere la mia libertà e finire sotto il controllo di mio fratello. Mio fratello è convinto che il giudice convocherà anche lui e, in questa circostanza, sarebbe pronto a rovinarmi