Inibizione alla prestazione lavorativa durante pandemia
Mio marito è dipendente come portiere di stabile.Titolare di invalidità con legge 104 art.3 comma 1, soffre di diabete ed è stato sottoposto a bypass e sostutuzione valvola cardiaca. Con l'attuale emergenza dovuta al coronavirus è un soggetto fragiile. L'Amm.re del condominio gli impedisce di recarsi a lavoro e manda questa mail : "Premesso quanto già comunicato con mia precedente mail in merito al dettame normativo del DPCM del giorno 8 marzo 2020, con particolare riferimento all’articolo 3, comma 1, lettera b);premesso che Ella, come da busta paga del mese di marzo che le allego, ha ancora 34,68 giorni di ferie residui di cui 28,2 maturati e non goduti al 31.12.2019; Premesso quanto sopra, Le comunico, ai sensi e per gli effetti del vigente CCNL,la decisione di continuare a farLa usufruire delle ferie maturate e non godute al 31.12.2019". Né il medico di base,né il medico legale hanno voluto redigere un certificato di malattia,volendo lavorare, possono impedirlo?
Buonasera, il datore di lavoro, considerate le indicazioni del Governo relative all’emergenza Covid-19, può decidere autonomamente di mettere mano alle ferie arretrate, ossia quelle degli anni precedenti non ancora godute dal dipendente. A seconda dei singoli casi concreti, il lavoratore, rifiutandosi potrebbe incorrere in sanzioni disciplinari. Tuttavia, anziché rifiutarsi, potrebbe chiedere in via formale, a mezzo legale, che i periodi di assenza gli vengano considerati come ore di permessi (ex festività o ROL), conservando così integro il suo “tesoretto” di ferie da utilizzare in futuro. Un’ulteriore alternativa, ove concretamente possibile, è chiedere al datore di poter svolgere l’attività in regime di smart-working, attivabile in modo semplificato in ragione dell’emergenza.
Buongiorno, i decreti emanati del Governo in questa fase emergenziale invitano i datori di lavoro, se possibile, a collocare in ferie "forzate" i lavoratori proprio per esigenze di tutela della salute. Per questo motivo, e a maggior ragione a fronte della delicata situazione fisica di suo marito, è legittimo che gli venga "imposto" di usufruire delle ferie maturate. Quel che al più si può fare è inviare una comunicazione formale a mezzo legale all'amministratore del condominio nella quale esporre la volontà di suo marito di svolgere comunque l'attività lavorativa e prospettare una soluzione concordata (ad es. con uno svolgimento solo parziale del lavoro in termini di orario, etc.).In sostanza, cercare di trovare un accordo bonario, in quanto legalmente l'amministratore è nel giusto. Sono a disposizione per fornirle assistenza in merito, mi può contattare tramite piattaforma o tramite il sito www.avvocatopietravaleria.it Cordiali saluti.
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