Consenso esame invasivo: posso denunciarli?
A fine febbraio, sono stata nell'ospedale per motivi di appendice infiamato e trombosi. Mentre mi facevano esami per assicurarsi che era la diagnosi giusta nonostante sintomi chiari, mi hanno detto che devo fare una ecografia interna feminile. Io ho una forte fobia per quei esami, ho un forte senso di stupro e mi rifiutavo di farlo da sveglia. Ho gridato "mi rifiuto" e poi ho specificato chiaramente perche. Ho richiesto l'ecografia esterna che in generale si fa per trovare l'appendice, o se devono per fare esami di quel tipo, di farlo con anestesia (non volevo vivere con il ricordo e senso di stupro dopo un esame del genere. Il medico mi ha detto che sono ridicola, mi ha fatto sentirmi minacciata (in una situazione di appendicite) dicendomi che se non faccio questo esame potrebbero mandarmi a casa. Non ho mai datto un consenso verbale, il mio rifiuto era ancora. Sono stata mandata dal medico che doveva farmi l'esame, e gli ho spiegato che provo forte senso di stupro per esami del genere, che non volevo mai farli nella mia vita, che sarebbe stato anche la mia prima volta per un esame del genere. Avevo pure chiesto se posso tenermi le gambe chiuse per sentirmi meno stuprata (non e stato concesso) Il medico era senza empatia, ha solo aspetato che mi denudo e che mi sedo nella posizione. Lho fatto lento solo perche mi sentivo minacciata dal medico di prima e perche il medico in questione non ha mai provato di ricordarmi che non posso essere obbligata di avere esami invasivi senza il mio consenso. Dopo l'esame ho rifiutato il resto dei esami che vengono visti come norma per altre donne, e ho menzionato chiaro che sono stata traumatizata, ma la persona continuava ad essere fredda. Dopo essere ritornata dal medico originale che mi ha pressato/spinto a fare questo esame , ho chiesto "se devo subire altri esami del genere" . Il medico in questione si e offeso per il mio uso della parola " subito" che puo essere inteso che non ho consentito (ovviamente, io avevo rifiutato, lho fatta costretta da lei) e si era rifiutata di darmi altri informazioni finche lho suplicata tre volte. Adesso ho ptsd, sto andando dal psicologo, sto aspetando che la quarantena passa per fare terapia per la mia trauma. Nell'ospedale ho passato il resto della settimana con minimo un attaco di panico al giorno dopo quel esame. Sono passate dei mesi e continuo ad avere difficolta di ritornare alla persona che ero prima, e ho continui incubi con il accaduto. Ho la mia mamma come testimone, e possibilmente qualche infermiera che era accanto al mio rifiuto gridato iniziale. Ho anche come prova la mia cartella in quale e stato notato i miei attachi di panico, il mio continuo uso di parole come "stupro,violazione" per descrivere l'esperienza, e in quale mostra che sono stata visitata da una psicologa e una spichiatra mentre ero nel ospedale. ho mandato una reclamazione al ospedale, ma recente mi e arrivata risposta in quale menzionano che gli dispiaciono quello che ho passato, ma che secondo le loro ricerche "c'e stato consenso verbale" e che le due persone in questione negano di aver fatto qualcosa di sbagliato e hanno seguito il protocol. Se voglio fare una denuncia seria, ho possibilita di avere giustizia ? Sto soffrendo da sola mentre loro vivono tranquilli, dimenticandossi pure che sono stata il loro paziente. Mi scuso per la mia grammatica sbagliata