Danni morali: quando si possono chiedere

Buongiorno, avrei una questione da esporre. Ho 33 anni, sono sulla sedia a rotelle per patologia degenerativa. Sono fidanzata da tre anni con un ragazzo. A febbraio lui mi dice, dopo mie insistenti domande, che ha conosciuto una ragazza. Mi rassicura che è solo un’amica e si accinge a raccontare come si sono scelte le cose. Da subito capisco che ci sono bugie nel suo racconto, racconto da lui definito verità. Passano i giorni e io gli proibisco di risentirla. Passano i giorni e più con il poco materiale che ho in mano scopro altre bugie legate alla questione. In pratica tutte le informazioni che mi aveva dato e giurato fossero vere in realtà erano finte: quando ci sono conosciuti (lui disse febbraio 2021 e invece era successo a ottobre 2020), quante volte si sono sentiti (lui disse solo una breve messaggiato su whatsapp il 2 febbraio e invece hanno messaggiato per quattro mesi), su chi lei fosse (inizialmente avevo detto essere la cliente di un ristorante e poi invece si è scoperto che lei è la cameriera di questo ristorante), mentì persino sul luogo in cui si sono conosciuti danno il nome di un paese diverso. Tutte bugie che io scoprì da sola in pochi giorni. Successivamente, facendogli capire che avevo colto l’esistenza di qualche bugia, per i successivi due mesi e mezzo cercai in tutti i modi di farlo confessare: con le buone promettendo di perdonarlo e con le cattive cercando di metterlo alle spalle al muro. Dopo ben due mesi, e dopo averlo bloccato sul mio telefono, credendo di avermi persa si degnò di raccontare la verità sulle cosa sopra esposte dopo che per il precedente mese e mezzo non ha fatto altro che aggredirmi verbalmente dandomi della pazza a non fidarmi di lui e facendomi passare per una che non si fida di lui che invece era sincero. In praticamente per tutto quel tempo mi accusa di sfiducia pur sapendo di non essere stato sincero. In quello stesso mese e mezzo io smisi di mangiare (ho in precedente di anoressia a causa di una storia simile successami all’età di 15 anni) e smisi di dormire poiché sapevo la verità e il suo non volerla ammettere mi feriva come fidanzata, come donna, e sentivo offesa anche la mia intelligenza. Lui sapeva che stavo iniziando ad avere questo crollo e nonostante tutto non gli è servito da imput per essere onesto con me. Ha pensato unicamente di tutelare la sua immagine di bugiardo. Quando poi appunto mi ha raccontato la verità temendo di perdermi disse comunque che per lui non erano grandi bugie e non pensava che potessero essere cose importanti senza contare che io ci sto lasciando la salute. Ho fatto anche degli esami che dimostrano che sono denutrita. Lui da due mesi promette e assicura di non sentirsi con questa ragazza ma io visualizzo le loro connessioni su whatsapp e purtroppo ci sono coincidenze troppo assurde per chiamarle tali. E anche questo va a ledere ulteriormente il mio stato psico fisico già provato di suo. Per una situazione come questa so può portare qualcuno in giudizio per danni morali? Non mi interessa prendere soldi ecc per me è un fattore di principio. Grazie
Utente 7298

L’Avvocato risponde:

Gentilissima Utente, in linea di principio no, da quanto racconta personalmente ritengo che non vi siano presupposti per formulare una richiesta risarcitoria. Il fidanzamento non è un vincolo giuridico, nè può richiedersi il risarcimento per un presunto (o anche reale) tradimento nè per le presunte (o reali) bugie di un fidanzato. Un rapporto libero tra due persone deve basarsi sulla reciproca fiducia e non su controlli ossessivi e vendette giudiziarie. Se viene meno la fiducia, i fidanzati possono prendere liberamente strade diverse. Sinceramente mi sfugge il "fattore di principio" che vorrebbe perseguire in un ipotetico giudizio. Diversamente, sono perseguibili eventuali condotte violente (fisiche e verbali). Ovviamente se ritiene di voler intraprendere la strada giudiziaria è certamente opportuno che ne parli con un Suo Avvocato di fiducia, spiegando più dettagliatamente la vicenda. Un grande in bocca al lupo. Avv. Antonino Ercolano
Gentilissima, prima di risponderle correttamente è opportuno approfondire la Sua richiesta e valutare un eventuale riarcimento per danno morale. Oggetto della valutazione giudiziaria sarà la persona e i suoi diritti fondamentali, ovvero la sofferenza umana conseguente alla lesione di un diritto protetto dalla Costituzione, l’aspetto interiore del danno. Per una consulenza può contattarmi ai recapiti presenti sul mio profilo. Cordiali Saluti Prof. Avv. Domenico Lamanna Di Salvo. MATRIMONIALISTA - DIVORZISTA MILANO - BARI

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