Hackeraggio: posso chiedere rimborso danni?

Egregio Sig., la giurisprudenza ritiene che qualora un soggetto si finga per un’altra persona, ad esempio mediante l’utilizzo di fotografie riconducibili ad altra persona o l’attribuzione di un falso nome, sussiste il reato di sostituzione di persona previsto dall’art. 494 c.p., anche se le condotte vengono poste in essere su internet o sui social network. Questa fattispecie di reato, infatti, è integrata nel caso in cui la sostituzione di una persona avvenga a mezzo attribuzione di un nome o di uno stato falsi o di una qualità giuridicamente rilevante, al fine di procurare un vantaggio a sé o ad altri oppure di recare danno. Anche recentemente, la Cassazione ha affermato che il delitto di cui all’art. 494 c.p. da colui che crea e utilizza un profilo su social network utilizzando abusivamente l’immagine di una persona in maniera del tutto inconsapevole, trattandosi di condotta idonea alla rappresentazione di una identità digitale non corrispondente al soggetto che lo utilizza. Per quanto riguarda i mezzi di tutela, nell’ipotesi di furto di proprie immagini o di vera e propria duplicazione abusiva del proprio profilo social sussistono plurimi rimedi: accanto alla tutela penale ed alla conseguente richiesta risarcitoria, esiste l’immediata tutela prevista dall’art. 17 del GDPR (Reg. UE n. 679/2016), che attribuisce al soggetto leso il diritto di ottenere l’immediata cancellazione dei dati che lo riguardano. Cordialmente.