Azioni legali a lavoro: cosa posso fare?

Ho un lavoro a tempo indeterminato da Novembre 2019 con una cooperativa di Udine. Ho iniziato come capoturno su un cantiere ***** presso il polo chimico di Ferrara, io abito in provincia di Rovigo. Alla firma del contratto avevo chiesto una certa cifra che il responsabile di area mi aveva assicurato al raggiungimento di certi obbiettivi. Quando quest’ultimi sono stati raggiunti l’aumento promesso non mi è stato accordato per motivazioni di livello relazionale e non tecnico. Da quel momento le relazioni col responsabile di area sono degradate anche per altri motivi. Questa persona ha deciso di trasferirmi, all’insaputa del mio capo cantiere, col quale avevo e ho tutt’ora un ottimo rapporto , da Gennaio 2021, in un cantiere a Porto Marghera (VE) che dista dal mio domicilio di 90Km, prima ne avevo 23. La motivazione è stata che il responsabile di quel cantiere si era licenziato e quindi avrei dovuto andare a coprire quel posto. Io non ho mai fatto il responsabile di magazzino. La scelta più sensata sarebbe stata passare responsabile una persona che lavora li da 5 anni e che conosce perfettamente tutti gli aspetti di quell’ambiente, clienti e fornitori compresi. Mi è stato riconosciuto solo 1 mese di auto aziendale e 1 mese di trasferta. In più dovevo ogni mattina prendere la mia macchina andare a Ferrara, prendere la macchina aziendale, recarmi a porto Marghera e poi alla sera dovevo riportare la macchina a Ferrara e riprendere la mia per tornare a casa. Questo mi costava 1 ora in più ogni giorno, oltre che costare all’azienda 50 km in più di benzina ed autostrada al gg. Una cosa assurda. Da quando ho iniziato a lavorare nel nuovo cantiere non ho fatto neanche 1 ora in ufficio per apprendere il lavoro amministrativo che un responsabile DEVE conoscere e non sono mai stato presentato ai clienti e fornitori come nuovo responsabile. Persino i miei colleghi non ne sono a conoscenza. La motivazione è stata che prima dovevo conoscere il lavoro in magazzino prima di iniziare quello amministrativo. Questo poteva anche essere plausibile, però ho passato ore ed ore a spazzare per terra dove potevo impegnare quel tempo in ufficio per imparare le cose che servono ad un responsabile di magazzino. Nell’ultimo mese è stato introdotto un nuovo gestionale ed è stato insegnato prima ad un mio collega nel mentre io continuavo a preparare ordini e a fare le pulizie del magazzino. Ad inizio Maggio mi è stato fatto firmare un foglio dove la parte di magazzino era terminata e che sarebbe iniziata la parte d’ufficio. Ad oggi sono sempre fuori a preparare ordini e a fare le pulizie. E’ evidente che sono stato trasferito per motivi personali, e non per vere esigenze aziendali. Questo ha iniziato ad avere anche un effetto negativo sulla mia salute con aumento di stress e disturbi fisici che poi si sono tradotti anche in un infortunio il quale non sarebbe successo se avessi ricoperto il posto per il quale sono stato traferito. Vi chiedo quindi se ci sono gli estremi per un’azione legale contro le decisioni di questa persona.
Utente 7975

L’Avvocato risponde:

AG
Andrea Golini
Avvocato Civilista

Risposta in data 26/05/2021

dal punto di vista della legislazione ordinaria potrebbe venire in rilievo la L. 300/70 c.d. Statuto dei lavoratori la quale sancisce il divieto del datore di lavoro di assegnare il lavoratore a mansioni inferiori rispetto a quelle per cui è stato assunto (demansionamento). Ammesso che si possa parlare di demansionamento, il principio andrebbe comunque ponderato con l'art. 2103 cc secondo cui il datore di lavoro può esercitare il cd jus variandi, cioè sottoporre il lavoratore ad una certa mobilità assegnando il lavoratore a mansioni diverse ma comunque corrispondenti alla categoria di appartenenza comprese nel suo livello di inquadramento, oppure a mansioni di livello superiore. Per quanto riguarda il risarcimento dei danni, essi possono essere sia di natura patrimoniale che non, tuttavia l'onere della prova è a carico del lavoratore, il quale dovrà fornire la prova della oggettiva consistenza del danno derivante dal demansionamento e il nesso causale (anche attraverso presunzioni).

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