Legge 104/92: spiegazioni

Nell'anno 2006 mia madre è stata riconosciuta invalida al 100% e le è stato riconosciuta la condizione di handicap in situazione di gravità (ex art. 3 comma 3 L. 104/92) e da questa data come dipendente pubblico ho usufruito del beneficio utilizzando i tre giorni mensili per la sua assistenza. Nell'anno 2018 è stata presentata una domanda per avere l'assegno di accompagnamento in quanto le condizioni di mia madre si erano aggravate ed in questa occasione inspiegabilmente le è stata diminuita la percentuale di invalidità e quindi conseguentemente disconosciuta la condizione di handicap. Purtroppo la notifica dell'INPS in merito a quest'ultimo provvedimento è giunta via posta ordinaria solo a casa di mia madre che non comprendendo di cosa si trattasse ha conservato e non mi ha mai mostrato tale provvedimento. Nel mese di Novembre del 2021 in occasione dell'aggravarsi ulteriormente della situazione di mia madre ho deciso di richiedere i benefici previsti dalla L. 151/2001 e presentare domanda per un congedo della durata di due anni. Al modulo di richiesta da presentare al datore di lavoro dovevo allegare anche il verbale rilasciato dall' INPS in cui è presente lo stato di gravità del disabile, pertanto ho richiesto a mia madre la documentazione ed in questa occasione mi ha presentato diversi documenti tra cui questo verbale del 2018 ancora in busta chiusa di cui aveva omesso darmene notizia. Per avere certezza della procedura ho chiamato la collega dell'ufficio personale per capire quale fosse l'iter per usufruire dei congedi della L.151. La collega mi ha chiesto di leggerle il contenuto dell' ultimo verbale (2018) cosa che io ho prontamente fatto; a questo punto la collega mi rendeva edotta che essendo stata ridotta la percentuale di invalidità di mia madre non avrei avuto diritto dei permessi 104 che invece ho in buona fede continuato ad usufruire sino al 2021. In data 03/02/2022 mi viene quindi comunicato tramite raccomandata l'intendimento di procedere al recupero, attraverso lo stipendio, della somma complessiva di euro 10.039,68 in ragione del fatto d'aver fruito indebitamente dei permessi assistenziali. Faccio presente che appena mi sono resa conto dell'assenza del beneficio (Novembre 2021) ho ripresentato per mia madre nuovamente richiesta di riconoscimento stato di gravità che le è stato immediatamente (Dicembre 2021) riconosciuto al 100% da parte dell'INPS. Faccio presente anche che la situazione di salute di mia madre dall'anno 2018 all'anno 2021 si è aggravata in quanto sono sopraggiunte ulteriori patologie (tutto questo documentabile) per cui ho continuato a fornire assistenza alla mia anziana madre. Chiedo cortesemente se a Vostro parere risulti legittima tale richiesta di recupero della somma stante che alla sottoscritta nel 2018 non è stato notificato il verbale di visita e che la stessa non era in ogni caso venuta a conoscenza in quanto tale documento era in possesso del proprio genitore che non l'aveva informata. In attesa di cortese riscontro ringrazio per l'attenzione prestata alla presente e porge distinti saluti.
Utente 13638

L’Avvocato risponde:

Immagine di profilo avvocato
Michele Brundu
Avvocato Civilista

Risposta in data 11/03/2022

La questione è complessa e va esaminata documenti alla mano. Ritengo però che ci possano essere delle possibilità di trovare una soluzione alla problematica. Mi contatti pure per una consulenza, anche via mail. Avv. Michele Brundu con studio in Cagliari
Gentile Utente, premesso che sarebbe necessario visionare la documentazione per fornire un parere più preciso, in teoria il recupero dei crediti potrebbe essere legittimo, dal momento che la destinataria del provvedimento INPS era sua madre e Lei in quanto beneficiaria dei permessi era tenuta a informare il datore di lavoro delle modifiche della situazione. La sua potrebbe essere vista come un'assenza di diligenza nel non aver saputo l'evoluzione dell'accertamento INPS di sua madre. Naturalmente non le sto dicendo che questo è giusto, nel suo caso si è trattato di un disguido a cui lei non ha potuto ovviare e la sua buona fede è evidente da quel che ha scritto. Può provare a concordare con INPS - autonomamente o a mezzo di un legale - una rateizzazione della somma. Se vuole sono a disposizione e le porgo distinti saluti Benedetta Vivarelli

Migliaia di persone cercano un parere legale come questo. Registrati come avvocato e trova nuovi contatti.

Sei un Avvocato? Registrati!

Avvocati specializzati in Lavoro e Previdenza

Hai bisogno di un avvocato online?
Richiedi una consulenza legale su deQuo. Oltre 3.000 avvocati sono a tua disposizione. Parla con uno specialista, anche gratis.
Decorazione