Buonasera. In pratica io dovrò avere una disputa legale per quanto riguarda l'eredità di mia nonna. Per farla il più breve possibile, nel suo testamento non sono state rispettate le quote di legittima e disponibile in base alle pressioni degli eredi sull'altro asse ereditario (mia zia e i miei cugini) in quanto, a loro parere, questa è violabile in quanto fra gli anni '90 e '00 risultano vari bonifici fatti da mia nonna a mio padre. Ma mia nonna e mio padre convivevano e lavoravano assieme nell'attività di famiglia in quegli anni, e semplicemente mia nonna usava il suo conto corrente per non dover far fare versamenti a mio padre visto che vivevano full-time in alta quota in un rifugio (e quindi lei disponeva pagamenti di debiti di mio padre tramite il suo conto, per poi rimpiazzare la sua spesa pensionistica con i fondi in contanti dell'attività di rifugio montano che era intestata a mio padre, anche se mia nonna era la proprietaria nuda delle mura e volendo posso trovare molti lavoratori dell'epoca disposti a testimoniare che ciò accadeva). Poi alla morta di mio padre, io ho effettuato in proprio dei lavori a mie spese per salvare il rifugio in questione, con la promessa di mia nonna di avere poi l'attività della mia famiglia e mia casa nativa in eredità. Ho anche firmato una carta con testimoni con i miei cugini in cui mi assumevo la responsabilità dei lavori, in quanto li ho dovuti svolgere per salvare l'edificio dal decadimento della fondamenta per via di acqua e ghiaccio che si infiltravano (per poco dopo essere sfrattato per "mancanza di risposta al censimento comunale" durante un mio periodo sabbatico all'estero). Purtroppo quando voleva emettere questo testamento in favore del mio ramo famigliare, su pressioni dei miei parenti, il notaio di paese si è rifiutato di procedere in quanto mia nonna cominciava ad avere problemi cognitivi. Però successivamente ha firmato un testamento (quello in validità di corso) in cui lascia tutto ai miei parenti (tranne piccolezze) in condizioni fisiche e psichiche molto peggiori, presso il notaio di un altro paese (quindi è stata anche spostata in condizioni di salute molto precarie). Adesso vorrei impugnare questo testamento, ma ho paura che veramente dei piccoli versamenti sul mutuo di mio padre da parte di mia nonna vadano a ledere la mia quota (anche se ritengo che comunque le cifre non corrispondano lo stesso). Mia zia ai tempi aveva delega al conto di mia nonna e quindi accesso al suo estratto conto (gli aveva anche rubato un grosso capitale, per poi riconsegnarlo dopo una causa), però mi chiedo se queste carte bancarie in suo possesso veramente possano considerarsi donazione. Sia visto il rapporto di convivenza e anche di società in pratica che avevano mio padre e mia nonna. E mi chiedo, visto quanto tempo è passato, se ci sia magari una qualche forma di prescrizione della donazione o dei tempi per cui questi documenti bancari dei bonifici da mia nonna a mio padre possano decadere di validità(io ad esempio ora non potrei avere accesso agli atti di quegli anni anche richiedendoli alla banca). Per giunta mia zia aveva ricevuto molto di più dall'asse ereditario di mio nonno, e noi per mantenere pacifici rapporti non ci siamo mai rivalsi impugnando il testamento entro i 10 anni dalla morte del nonno. Ma questa volta siamo stati totalmente esclusi e vorrei poter almeno salvare l'attività di famiglia che ora è lasciata al degrado ( e al cui interno vi è anche l'urna di mio padre). Vi ringrazio in anticipo per qualsiasi consiglio in merito a come muovermi in questa assurda situazione.
Buongiorno, per poterLe rispondere adeguatamente è necessario approfondire la questione e visionare la documentazione in Suo possesso. Se necessita, anche solo di una consulenza, mi può contattare senza impegno ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo Torino - Milano
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