Abitazione occupata da mobili: cosa farne?

Buonasera, io e mia moglie possediamo due appartamenti collegati tra di loro dove abitiamo. Alcuni anni fa a mia figlia ed al marito, che si trovavano in difficoltà, abbiamo ceduto un appartamento in via transitoria. Purtroppo dopo pochi mesi il matrimonio finì male. Mia figlia con due bambini piccoli rimase nell'appartamento. Ora mia figlia, dopo essersi ricostruita una vita si è trasferita in un'altra abitazione più idonea al nuovo nucleo famigliare. La separazione, molto conflittuale, non ha prodotto un accordo sulla divisione dei mobili pur essendo questi di scarso valore che sono rimasti nell'appartamento costringendo mia figlia ad arredare integralmente la nuova abitazione. Abbiamo inviato una raccomandata all'ex marito invitandolo a ritirare le sue cose personali ed una ad entrambi per le cose condivise pena la richiesta di spese per il deposito per impossibilità di utilizzo dell'appartamento. L'ex marito ha ritirato solo la prima raccomandata, senza conferire alcuna risposta, ma non la seconda. Mia figlia. pur comprendendo le nostre esigenze, non sa cosa fare anche perché l'unica opzione possibile è quella di conferire tutto in discarica ma teme una denuncia da parte dell'ex marito. Noi non sappiamo proprio cosa fare anche se non abbiamo alcuna intenzione di continuare a tenere l'abitazione occupata.
Utente 14106

L’Avvocato risponde:

Buongiorno, non ha chiarito a quale titolo è stato ceduto l'immobile a Sua figlia e marito: locazione ad uso transitorio? comodato gratuito? In entrambi i casi non è possibile conferire in discarica il mobilio lasciato nell'immobile. Se è stato stipulato un contratto di locazione è possibile agire in giudizio per ottenere lo sfratto. Difatti finchè nell'immobile ci sono cose mobili, l'immobile si intende non rilasciato e quindi dovranno essere versati anche i relativi canoni. Se l'immobile è stato ceduto bonariamente alla figlia ed al marito trovano applicazione le norme sul contratto di comodato. In entrambi i casi occorre procedere magari dapprima con una raccomandata di un Avvocato con la quale si invita a ritirare i mobili entro 10 giorni e si "minaccia" un'azione legale per risarcimento danni. Se le cose non vengono ritirate, è possibile instaurare un giudizio e chiedere di essere autorizzati dal Giudice a spostare il mobilio e - come detto - ad ottenere risarcimento dei danni. Non ritirare la posta è condotta ingenua che danneggia soltanto il destinatario, in quanto le raccomandate o atti giudiziari notificati si intendono comunque consegnati e conosciuti. Resto a disposizione nel caso necessiti di una consulenza più approfondita o assistenza, che potrà richiedere tramite il mio profilo. Cordiali saluti. Avv. Antonino Ercolano - antoninoercolano()hotmail.it
Buongiorno, la questione andrebbe approfondita in quanto ci sono diversi aspetti da chiarire, per esempio: vi è stato un provvedimento di separazione legale? Se necessita, anche solo di una consulenza, mi può contattare ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo Torino - Milano

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