Vendita immobile: cosa fare se l'agenzia vuole che dichiari il falso?

Buongiorno, ho accettato una proposta di acquisto di 52.000€ per un immobile di mia proprietà, l'acquirente attraverso l'agenzia immobiliare mi ha versato una caparra confirmatoria di 2.000€, dopo un mesetto l'acquirente con un Broker finanziario ha portato a far valutare da un perito della banca l'immobile per farsi dare il mutuo. Ora mi ritrovo l'acquirente ed il broker,d'accordo con l'agenzia immobiliare a pretendere che all'atto notarile dichiari di vendere tale immobile per 83.000€, altrimenti non vanno a rogito perché devono giustificare il mutuo erogato. Io non ci penso nemmeno a dichiarare una cifra diversa dal valore di vendita, ma se rinuncio,non vorrei pagare il doppio della caparra. Preciso che per me era un prezzo onesto 52.000€ e la pretesa di questa,che reputo, una falsa dichiarazione in un atto, mi e stata comunicata dopo un mesetto dalla firma del contratto. Le mie domande sono: posso ritenere risoluto il contratto di vendita visto che è scaduto da 10 giorni, rimettere in vendita la casa e trattenermi la caparra? Posso ritenermi nel giusto visto il mio rifiuto di dichiarare una cifra diversa ed il rifiuto dell'acquirente di andare a rogito se dichiaro la cifra reale? Come mi posso comportare? Grazie dell'aiuto
Utente 7884

L’Avvocato risponde:

Buongiorno, la situazione da Lei illustrata è molto grave e può portare anche della ripercussioni per il futuro. Non si faccia coindizionare delle richieste di broker, agente immobiliare e promissario acquirente e contatti subito un legale per una formale lettera di contestazione. Il mio studio si trova a Vanzago (MI), non lontano dalla Sua abitazione, se ha necessità della mia assistenza, non esiti a contattarmi ai recupati presenti sul mio sito internet per la fissazione di un appuntamento nel corso del quale dovrà portare tutta la documentazione in Suo possesso. La saluto cordialmente. Avv. Stefania Panzitta, Vanzago (MI)
Buongiorno, ha perfettamente ragione! Provveda, in primis, ad inviare formale comunicazione (A/R) nella quale contesta la situazione. Se necessita, anche solo di una consulenza, mi può contattare senza impegno ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo Torino - Milano
Immagine di profilo avvocato
Marco Sansone
Avvocato Amministrativista

Risposta in data 20/05/2021

può fare quel che dice, ma deve assolutamente inviare una lettera racc.ta in cui contesta l'inadempimento rispetto agli accordi presi
Gentile Utente, ha perfettamente ragione. Non deve assolutamente accettare di dichiarare un prezzo superiore in un atto pubblico. Tale condotta potrebbe configurare tra l'altro un tentativo di truffa nei confronti dell'Istituto bancario che eroga il mutuo, di cui Lei (a conoscenza) potrebbe essere ritenuta corresponsabile, in concorrenza con l'acquirente. [E' evidente che tale escamotage, pensato dal broker e dall'acquirente, sia finalizzato ad ottenere un mutuo più elevato dalla Banca]. Dal punto di vista fiscale, poi, Lei non ha alcuna convenienza a dichiarare un importo più alto. Anzi. Dichiarare un prezzo superiore significherebbe anche versare tasse più alte, soprattutto in caso di plusvalenza (la plusvalenza immobiliare si paga se l'immobile è stato acquistato da meno di 5 anni o se si è ricevuto l'immobile in eredità). Poi: come si giustifica la discrasia tra proposta immobiliare registrata e il prezzo del rogito? Ciò detto, per rispondere più compiutamente alla Sua domanda occorrerebbe prendere visione della proposta firmata e verificare cosa è stato stabilito in ipotesi di recesso. In linea di massima è probabile che si renda necessario inviare una diffida ad adempiere all'acquirente ai sensi dell'art. 1454 c.c. (meglio se inviata per mezzo di avvocato), con la quale lo si invita a rispettare la proposta di acquisto immobiliare sottoscritta, entro e non oltre 15 giorni, al prezzo pattuito, con l'avvertimento che in mancanza il contratto si intenderà risolto e tratterrà la caparra ricevuta. Infatti normalmente il termine previsto nelle proposte di acquisto non è un termine essenziale scaduto il quale il contratto si risolve automaticamente. Per risolvere il contratto occorre - appunto - inviare una diffida ex art. 1454 c.c. Se necessita di una consulenza più approfondita, o di assistenza per inviare la diffida, può richiedere una consulenza diretta tramite il mio profilo. Cordiali saluti. Avv. Antonino Ercolano - antoninoercolano()hotmail.it

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