Buonasera ho una compagna che svariate colte anche davanti a nostro figlio di 2 anni ha alzato le mani nei miei confronti tanto da rivolgermi ad un centro antiviolenza per uomini. Non l ho mai denunciata per non arrecare un trauma al nostro bambino, però spesso sono uscito con l intento di andare dai carabinieri e poi non ho fatto nulla e almeno le mani non le ha più alzate da un anno a questa parte. Rimane oa continua violenza psicologica che subisco ogni giorno e il continuo stare in ansia che mi porti via il bambino, cosa che ha fatto gia in passato vietandomi anche di avere un contatto con lui se non in sua presenza. Io da quando ha cominciato ad alzare le mani ho registrato tutte le chiamate in cui urla incurante del bambino che piange e mi sono appuntato su un diario tutte le volte in cui sono stato maltrattato psicologicamente. In più non ha mai voluto che mia sorella conoscesse mio figlio ossia il nipote, e nemmeno ai miei nipotini ha dato la possibilità di far conoscere nostro figlio che ormai ha 2 anni. Mi chiedo se le chiamate registrate, la mia richiesta al centro antiviolenza e i vari appunti abbiano una valenza legale qualora la volessi portare davanti a un giudice per tutelare nostro figlio da una persona che la psicologa del centro antiviolenza ha definito manipolatrice e dalla quale mi hanno messo all'erta da eventuali calunnie da parte sua. La prova chiave che avevo era un video in cui venivo preso a cazzotti ma non so come è riuscita a farlo sparire. In conclusione gli appunti, le chiamate di aiuto al centro antiviolenza e le registrazioni delle chiamate dove si sente chiaramente che il bambino piange mentre lei urla potevano essere utilizzate come prova per avvalorare la mia tesi. A questo va aggiunto che quasi per un anno e mezzo se non i mia presenza non ha mai fatto uscire nostro figlio da casa fino all intervento mio e dopo vari litigi con i quali ho ottenuto che lo facesse uscire e che ha detta sua lo ha fatto solo per ripicca nei miei confronti. Ma a me va bene cosi perché ho ottenuto qualcosa di buono per nostro figlio. Mi sta distruggendo fisicamente facendomi insorgere varie patologie dovute allo stress.
Buongiorno. La vicenda, così come descritta, rientra certamente nell’ipotesi dei maltrattamenti in famiglia prevista dall’art. 572 cp. Un’ipotesi che, tra l’altro, si configurerebbe nella sua forma aggravata, attesa la presenza del figlio minore. Inoltre il reato è procedibile d’ufficio, quindi anche a distanza di un anni, lei potrebbe comunque denunciare. Le chiamate ai centri antiviolenza, le registrazioni e gli appunti sono tutti elementi che nel caso in cui decidesse di procedere, potrebbe utilizzare come prova dei fatti, Le stesse registrazioni, se fatte in presenza di determinati presupposti, possono considerarsi lecite. Se necessita di una consulenza più approfondita e di assistenza nella redazione di una eventuale querela da depositare in Procura, può contattarmi ai recapiti presenti sul mio profilo. Resto a disposizione. Cordiali saluti, Avv. Francesco Genovino (Penalista)
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