Smart Working negato: si può fare qualcosa?

Salve, per un periodo ho lavorato in Smart Working dopodiché mi è stato completamente negato e sono stato anche “minacciato” dal capo con la seguente frase “Se devi stare a casa non mi servi, ne posso prendere un altro che abbia voglia di venire in azienda”. Preciso che nell’azienda i rilevamenti della temperatura sono stati fatti per un paio di mesi, idem per il green pass, è stato controllato soltanto una volta. Si potrebbe fare qualcosa? Grazie in anticipo.
Utente 11704

L’Avvocato risponde:

Buonasera, in Italia già prima della pandemia esisteva una legge che definiva l'ambito di applicazione del c.d. lavoro agile: si tratta della legge 22 maggio 2017, n. 81. Qualche giorno fa è stato concordato un protocollo per il lavoro agile nel settore privato. Il principio ispiratore del predetto protocollo è che per accedere allo smart working ci sia l'accodo tra datore di lavoro e lavoratore i quali - insieme - tenendo conto del predetto protocollo e delle norme in vigore (anche in tema di contenimento e prevenzione della pandemia) stipulano un accordo per lo svolgimento del lavoro da remoto. Nel Suo caso, premesso che la questione andrebbe necessariamente approfondita, Lei potrebbe proporre al datore di lavoro un accordo stipulato sulla base del predetto protocollo, che possa venire incontro ad entrambe le parti: da un lato, una presenza non fissa in azienda e dall'altro concordare le presenze in ufficio magari in funzione di una riunione importante o dello svolgimento di mansioni o progetti che richiedono la presenza fisica in ufficio. Altre condizioni per accedere allo smart working sono: mansioni che consentono il lavoro da remoto; postazione di lavoro e riservatezza; distanza eccessiva da casa del posto di lavoro; necessità di assistere un familiare malato ecc. In caso di totale rifiuto (arbitrario ed immotivato) da parte del datore di lavoro - il quale va ricordato - è titolare del potere direttivo-organizzativo del personale, non esistendo ad oggi nel nostro ordinamento un vero e proprio "diritto allo smart working" si potrebbe tentare la strada del ricorso al Giudice del lavoro, ma con esiti del tutto incerti e magari con l'effetto di irriggidire ancora di più la situazione. La ringrazio per la cortese attenzione e si rimane a disposizione per ogni eventuale necessità o consiglio. Avv. Francesco Magnosi

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