Dichiarazione di falso in atto pubblico: che succede?
Buona sera, vorrei un consiglio riguardo la divisione dei beni ereditati da mia madre con mia sorella: un fabbricato con 2 appartamenti e 2 garage e dei terreni; il problema che presenta tale divisione è che il piano superiore è stato edificato in una parte abusivamente; tale edificazione risale al 1984 ma al comune risulta una concessione edilizia rilasciata a mia madre risalente al 1979 e con tale autorizzazione il piano costruito risulta essere in regola e non abusivo, in pratica mia madre aveva fatto richiesta di sopraelevare nel 1984 per una parte del terrazzo, poi invece ha voluto chiudere tutto il terrazzo e poi ha dichiarato al comune che aveva fatto la sopraelevazione secondo il progetto da lei presentato anni prima nel 1979 quando ancora poteva chiudere tutto il terrazzo secondo la normativa edilizia allora esistente. Adesso per poter fare la divisione del fabbricato o vendere la mia quota a mia sorella devo dichiarare nell'atto che il piano secondo è stao edificato nel 1979 , mentre in realtà è stato edificato nel 1984 quando era in vigore una normativa edificatoria più rigida che non consentiva di edificare tutto il piano superiore. Chiedo di sapere a cosa posso andare incontro dichirando nell'atto di compravendita o di divisione che la sopraelevazione è stata fatta nel 1979, come dicharato da mia madre falsamente, anche se è presente negli archivi del comune una autorizzazione a edificare del 1984.
Buonasera, le riporto il tenore della massima di una sentenza della Cassazione del 2020 : "Se è ben vero che integra il reato di falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico la condotta della parte di un contratto di compravendita immobiliare, che dichiari falsamente al notaio rogante la conformità dell'immobile alle caratteristiche previste dalla concessione ed ivi autorizzate, è altrettanto vero però che l'indagine sulla sussistenza dell'elemento psicologico (dolo) deve essere particolarmente approfondita, soprattutto nei casi in cui tra le parti sussista un rapporto di stretta parentela (nella specie, figlio-genitori)". Possiamo concludere che sì, la condotta in sé considerata integrerebbe un falso ideologico (del privato ) in atto pubblico, ma dal punto di vista pratico, se sua sorella è d'accordo con questo modo di procedere, può decidere di assumersi il rischio.
Buongiorno a lei. La questione che lei presenta è di tipo prettamente documentale. Senza visionare i documenti non si può fornirle un parere adeguato. Se vuole li invii per un esame, mediante richiesta di consulenza. Sono a disposizione. Cordialissimi saluti. Prof. Avv. Antonio Leggiero
Buongiorno, per renderle un parere corretto, dovrei prendere visione per lo meno dell'autorizzazione a edificare del 1984 e della dichiarazione di sua madre. Se vuole approfondire l'argomento inviandomi i documenti, valuterò le conseguenze amministrative delle dichiarazioni rilasciate. Resto a sua disposizione per una consulenza diretta, cui potrà accedere dal mio profilo, dove trova anche i contatti dello studio o per assistenza. Cordiali saluti Avv. Elena Armenio
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