Buon giorno, mi chiamo Lucia Marino e desidero avere una consulenza preventiva sull’opportunità di procedere per vie legali (o eventualmente tramite Giudice di pace) per ottenere il pagamento pattuito tra me come privata cittadina e un’associazione per una prestazione professionale. Tale prestazione avrebbe dovuto avvenire sulla base di semplici accordi informali tra le parti e il pagamento era stato concordato solo a fronte della disponibilità del Comune di Fossano di remunerare il servizio reso dall’associazione, la quale a sua volta si è servita del mio lavoro. Per maggior precauzione, ho redatto un accordo di collaborazione comprendente clausole di riservatezza e le condizioni della collaborazione, tra cui il mio impegno a fornire una prestazione, dei materiali e a cedere i diritti d’uso di un format evento da me ideato e registrato sulla piattaforma Patamu.com. Posseggo solo una copia digitale dell’accordo, firmata solo sull’ultima pagina e inviatami via email; le parti hanno solo la pagina originale con la propria firma. Ho inoltre email e messaggio audio (forse anche scritti) via whatsapp che dimostrano la volontà di pagamento da parte dell’associazione, che ora si rifiuta di versare il corrispettivo pattuito. Non abbiamo fissato un termine di pagamento, la prestazione è avvenuta l’11 dicembre scorso e ha comportato molte ore di lavoro da parte mia. La controparte ha dichiarato più volte che avrebbe pagato solo dopo aver ricevuto i soldi dall’amministrazione comunale, ma ormai sono quasi 3 mesi e non si sa nulla. Ho scritto al sindaco e alla sua segreteria per avere informazioni e sapere se effettivamente è stata emessa delibera, ma non ho mai ricevuto risposta. Tramite ricerca sul web pare esista solo un protocollo d’intesa tra il Comune e l’associazione in questione. Il pagamento pattuito ammonta a 880 €, di cui 80 per il rimborso delle spese vive sostenute e documentate. Alla controparte ho chiesto di saldarmi almeno 480 €, ossia le spese sostenute e i 400 € da me versati a titolo di amicizia a un’amica che mi ha aiutata nel lavoro, ma la controparte non risponde più e sostiene che io l’abbia diffamato per il solo fatto di aver pubblicato delle recensioni negative sulla sua associazione esponendo i fatti. Ora non legge nemmeno più i messaggi, addirittura sembra che non si sia più connessa a whatsapp. Si è infine contraddetta più volte tra promesse di pagamento e minacce di querela per diffamazione, negando persino la paternità della firma apposta al contratto. Inoltre rifiuta di eliminare un sito web creato per l’evento senza chiedermelo prima (a cui ho poi dato il mio assenso) che riporta il nome del format da me ideato e registrato sulla piattaforma provata per la tutela dei diritti d’autore (NON SIAE) e chiede la risoluzione del contratto, che non ha però il mio consenso. Chiedo cortesemente se ritiene ci siano elementi sufficientemente solidi per procedere, non potendo permettermi di perdere nel caso la causa e pagare anche le spese processuali. Grazie infinitamente e sinceri saluti, Lucia Marino
Buongiorno, occorrerebbe visionare il contratto sottoscritto per approfondire la questione e soprattutto le clausole inserite ed anche il carteggio via mail e whatsapp. Si può procedere, previa verifica della documentazione, con una diffida a mezzo legale prima di intentare la causa. Se necessita può contattarmi ai recapiti del mio profilo. Rimanendo a disposizione, invio cordiali saluti. Avv. Ottavio Perrone Ravenna
Buongiorno Signora Marino, da quello che scrive ci sono tutti gli elementi per ottenere il pagamento di quanto da Lei richiesto. Le email e i messaggi audio dell'associazione, con la volontà di provvedere al pagamento, costituiscono un'ammissione di debito. Pertanto, prima di iniziare un eventuale giudizio, provveda ad inviare formale comunicazione di diffida e contestuale messa in mora. Se necessita, anche solo di una consulenza, mi può contattare ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo Torino - Milano
Buongiorno. Ci sono senz'altro i presupposti per procedere, avendo in suo possesso un contratto firmato, in cui sono presente le condizioni anche economiche del Vs. Accordo. A nulla rileva, la mancata pattuizione del termine di pagamento del corrispettivo, poiché la prestazione l'ha portata a termine e la cooperativa si è avvantaggiata dei servizi da lei forniti. Dovrebbe scrivere alla cooperativa, per far valere i suoi diritti, tramite un legale, e vedere se riscontra la missiva. In difetto, non rimane che procedere in giudizio. Da ultimo, non ho ben chiara la questione dell'eliminazione del sito web, dovrei approfondire di più, magari esaminando il carteggio. Spero di esserle stata utile. Buona giornata. Francesca Piozzi.
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