Oggetto: Buono Fruttifero Postale con clausola Pari Facoltà di Rimborso, il BFP è cointestato, uno solo degli intestatari è deceduto. La situazione. Poste Italiane ritiene il titolo caduto in successione perché datato 2000 vincolando il rimborso al consenso degli eredi tramite presentazione Atto di Morte, Notorietà etc. mentre dal 2001 in poi rimborsano al portatore senza problemi (?). Neanche presentando copia della sentenza di Cassazione Civile, Ordinanza n. 4280/2022 del 10 febbraio 2022 abbiamo ottenuto risultati. La domanda. Potreste indicarmi come affrontare la cosa? Vi sarebbe possibile assistermi?

Buonasera. Nel caso da Lei descritto bisogna provvedere a depositare ricorso per decreto ingiuntivo. Per la Cassazione, se il buono postale prevede la “pari facoltà di rimborso”, in caso di morte di uno dei cointestatari, ciascun cointestatario superstite è legittimato ad ottenere il rimborso dell'intera somma portata dal documento. Viene, così, ribadito il principio di diritto già enunciato in precedenti pronunce di legittimità. In sostanza, ai BFP non si applica la disciplina dettata in materia di libretti di risparmio, stante la significativa differenza tra i due. I buoni sono pagabili a vista, quindi, prevale l'immediata liquidabilità del documento rispetto all’esigenza di tutela nei confronti degli eredi del contitolare defunto. Se necessita, anche solo di una consulenza, mi può contattare ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo. Torino - Milano

In mattinata sono stata contattata da una persona che voleva acquistare due oggetti messi in vendita su Marcketplace. Questa persona mi ha dato i dati bancari e successivamente mi ha detto (e mandato i documenti) che la Banca d'afrique et de l'ouest per poter giustificare l'acquisto dovevo io prima pagare le tasse doganali con un bonifico immediato di 499,00 euro. Visti i documenti bancari ci ho creduto e ho pagato. Mi ha detto che era il cassiere in attesa del pagamento. Cosa che stupidamente ho fatto. Poi mi è arrivata un'altra comunicazione dalla banca che mi chiedeva un'ulteriore somma che poi mi sarebbe stata restituita, di 998,00 euro. Ma visto che nel conto mi rimanevano pochi soldi e la cosa, a quel punto era palesemente una truffa, ho richiesto i soldi indietro. Ma questo signore, nelle veci della signora , mi ha detto che i soldi non potevano essere restituiti. Chiedo pertanto cosa sia possibile fare per riavere i miei soldi e avvisare le persone di questi truffatori

Buongiorno. Avendo una discreta esperienza nel campo dei reati informatici, le consiglio di depositare un atto di denuncia querela alle autorità competenti nel più breve tempo possibile esponendo ogni particolare del fatto al fine di favorire l'individuazione degli autori della truffa. Nel caso in cui ritenesse opportuno farsi assistere nella redazione della querela ed, eventualmente, nella successiva fase giudiziale, può compilare il form che si aprirà cliccando il link "sito web" all'interno del mio profilo personale, allegando ogni informazione che ritiene utile per la dettagliata descrizione del caso che le riguarda. Distinti saluti. Avv. Lucio Spagnuolo

Buongiorno, di recente sono andato da l-agenzia delle entrate e ho saputo che devo pagare 53.000 euro allo stato perché ho un partita iva aperta a nome mio. Tutto inizia verso il 2016 , quando io sono tornato in Italia per lavorare. Adesso io mi sono approfondito sul web per capire cosa e una partita e come funziona, io non ho mai avuto una stampa mia e non lho mai usata. Non ho avuto una cartella per fatturare niente. Cosa devo fare e come uscire da tutto questo?

Buongiorno. Probabilmente trattasi di un caso di omonimia oppure, qualcuno si è spacciato per Lei. La questione va approfondita. Se gradisce mi può contattare per un primo contatto gratuito. Cordiali saluti

Facendo dei lavori di saldatura in Garage si è un incendio che ha distrutto gli oggetti ivi collocati annerendo lievemente la facciata esterna. Sono intervenuti i pompieri che hanno presto domato il fuoco e, nel giro di 15 giorni ho provveduto a mie spese a rifare la facciata ed a sistemare il garage, che, però, risulta accatastati come dipendenza dell'abitazione che è staccata. È normale che abbia ricevuto un rinvio s giudizio da parte del tribunale di Messina per gli art. 434 e 559 del c.p.? Che speranze ci sono di uscirne indenni? Grazie

Buongiorno. è intuibile che i Vigili del fuoco, appurato il fatto e valutata l'entità del danno, abbiano provveduto a notiziare la Procura della Repubblica locale per valutare eventuali profili di reato a suo carico. Da qui è scaturito il procedimento penale che le riguarda. Tuttavia non è possibile rispondere al quesito che ha posto perché andrebbero letti e studiati gli atti di indagine ed, al contempo, elaborare una linea difensiva. Laddove ritenga opportuno approfondire la questione può compilare il form che si aprirà cliccando il link "sito web" all'interno del mio profilo personale. Distinti saluti. Avv. Lucio Spagnuolo

Buongiorno. Vorrei chiedervi di essere cosi' gentili da fornirmi alcune informazioni riguardanti un recupero crediti che mi vede coinvolto in prima persona nella qualita' di creditore,nei confronti di tre debitori obbligati in solido. Uno dei debitori mi sta restituendo acconti che sostiene essere riferiti alla sua quota personale del prestito,mentre gli altri due non stanno adempiendo. Se io volessi avvalermi di un legale e far recapitare loro una lettera di messa in mora e in un secondo momento raggiungo un accordo con il debitore adempiente per il pagamento della SOLA SUA QUOTA PARTE,lo escluderei definitivamente dall'obbligo di pagare il totale o resterebbe ancora responsabile del debito ancora non estinto?

Gentilissimo. Buonasera. Mi dispiace per queste sue difficoltà ,riscontrate nella soddisfazione del suo credito. E' ovvio che se fosse un'ipotesi di solidarietà passiva lei potrebbe rivalersi soltanto su uno dei debitori. Tuttavia, va esaminata, imprescindibilmente, la documentazione. Se crede può contattarmi senza impegno per una consulenza. Cordialissimi saluti. Prof. Avv. Antonio Leggiero

Buongiorno. In un semaforo con 3 file (di circa 150 metri) di auto ferme per semaforo rosso avanzavo con lo scooter a bassissima velocità (20km/h massimo) verso il semaforo tra le due file di sinistra con spazio sufficiente tra le file. Improvvisamente a ridosso di una panda un ragazzo di 15 anni con la madre alla guida apre la portiera per uscire dalla macchina. riesco a frenare ma essendo troppo vicino alla portiera la urto e danneggio lo scooter (circa 500€ di danni). la portiera dell'auto è legermente graffiata allo spigolo interno in corrispondenza della maniglia apertura ma nessuna ammaccatura. Vorrei sapere se ho anche io una percentuale di colpa ovvero se non potevo superare le auto e avvicinarmi al semaforo oppure se la colpa è tutta dell'auto ferma che apre la portiere e se mi conviene infine fare il CID. Grazie e cordiali saluti. Nicolamaria Manes

Gentile Utente. Dalla descrizione dei fatti ritengo vi possa essere un concorso di colpa nel sinistro. Da un lato, lei avrebbe dovuto rispettare la coda e incolonnarsi senza tentare di sopravanzare passando tra le corsie, dall'altro la condotta del ragazzo pare altrettanto imprudente. Se ritiene, per maggiori approfondimenti, mi contatti all'indirizzo mail che trova nella descrizione del mio profilo. Cordiali saluti. Avv. Umberto Depaoli. Foro di Torino

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