Salve, io ho venduto casa ad un signore pattuendo la cifra di 130 Milà euro . Sull'atto notarile risulta una vendita di 135mila euro che il signore ha saldato con due assegni uno di 9 Milà euro che avrebbe dovuto essere una sorta di caparra ed uno di 126 Milà euro. L'assegno di 9 Milà è stato strappato subito dopo l atto notarile per annullarlo (in quanto il signore mi ha fatto intendere di essere in difficoltà economica e che avendo tre bimbe piccole non voleva rimanere del tutto senza soldi) e che mi avrebbe versato 4 Milà euro (che aggiunto ai 126 avrebbero formato i 130 pattuiti tra noi) un po' per volta. Allo stato attuale lui dichiara di non dovermi più nulla e vuole denunciarmi per estorsione. Io posso dimostrare di non aver ricevuto altri soldi fuorché i 126 Milà euro dato che l assegno di nove mila euro non è mai stato presentato all'incasso perché appunto strappato per annullarlo? Il tutto è successo un mese fa? Ho possibilità di fare valere le mie ragioni. Sono così arrabbiata perché io ho cercato di empatizzare con la sua situazione di padre di famiglia e concedendogli di strappare l assegno e lui ora non solo mi nega i soldi ma è arrivato alle minacce

Buongiorno. Da quanto descrive vi sono i presupposti per agire. Provveda ad inviare formale comunicazione di diffida e contestuale messa in mora, salvo agire in giudizio per il risarcimento del danno. Se necessita, anche solo di una consulenza, mi può contattare ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo. Torino - Milano

Buongiorno, premetto che io voglio pagare la consulenza che mi vorrette fare ed eventuali atti che decideremo insieme di mettere in atto ( mi basta sapere un preventivo prima e tempistica). In breve, mi trovo a DOGLIANI prov di CN Dietro la nostra abitazione ( serie di ville a schiera attaccate) vi è un ' area che inizialmente doveva essere costruita e prevedere un altro complesso di case. Questo non è mai avvenuto per fallimento della società. Dopo un po' il Comune ci ha detto che la società non aveva pagato gli oneri di urbanizzazione e per tanto una parte che noi chiamiamo area verde è diventata del COMUNE, dopo qualche mese il Comune a sue spese livella l'area , la delimita, e viene a tagliare l'erba; noi vicini ci preoccupiamo di un ulteriore pulizia ( taglio piu' frequente di erba etcc perchè i nostri figli giocano li). Quest'estate veniamo a conoscenza che tutta l'area , compresa questa area verde è stato venduta dal fallimento della società..... a noi non pareva vero perchè ritenevamo appunto quest'area del Comune ed inoltre ingenuamente credevamo che magari se il Comune voleva vendere magari chiedeva prima a noi.... Ora ci troviamo ad essere vincolati alla prima Convenzione originale con cui erano partiti i lavori circa 25 anni fa ....il parcheggio che pensavamo pubblico quindi non c'e' piu'....Si può impugnare l'atto di vendita? si può fare un accesso agli atti per capire come mai il Comune non ha trascritto il passaggio di proprietà da società fallita a loro ?

Buongiorno. Premesso che la questione andrebbe approfondita si può provvedere, almeno inizialmente, a presentare apposita istanza di accesso agli atti. Se necessita, anche solo di una consulenza, mi può contattare ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo

Salve,mi sono rivolto ad un notaio per fare un contratto di ramo d'azienda.Purtroppo qualche giorno dopo ho scoperto che non era VALIDO visto che nella pratica non aveva inserito la licenza di bar(licenza che non esisteva perche quella antecedente era scaduta dopo anni di chiusura del locale).Il notaio non vuole prendersi le responsabilità dicendo che non è di sua competenza fare le verifiche che riguardano la licenza

Buongiorno. Per valutare in modo approfondito la questione è necessario prendere visione della documentazione in suo possesso. Resto a sua disposizione per consulenza o assistenza, trova i contatti sul mio profilo. Cordiali saluti. Avv. Elena Armenio

Il mio avvocato ha provveduto a farmi un atto di citazione con notifica il 18 novembre ed udienza il 23 gennaio 2023, pur avendo già prima versato un acconto di 300 euro i primi di novembre e le rimanenti 800 euro invece di versarle l 11 novembre come decisione del suo avvocato gliele sto provvedendo a versare in questi giorni. La citazione è nulla perché sono meno di 90 giorni tra la notifica e l'udienza? E se faccio il pagamento adesso può comunque citarmi in giudizio? Grazie

Buongiorno. La questione da lei prospettata necessita un analisi più approfondita. Se necessita, anche solo di una consulenza, mi può contattare ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a sua disposizione e la saluto cordialmente. Avv. Gianluca Esposito

Buonasera, sono fotografa professionista con partita iva. Collaboro con un marchio di gioielli da circa due anni e lo scorso Agosto 2022 ho dovuto aumentare i costi dei miei servizi fotografici applicando una tariffa oraria + un prezzo ad ogni foto post prodotta. ll precedente accordo tra le parti invece prendeva una tariffa forfettaria. Dopo uno scambio di e-mail dove spiego le ragioni del cambio di tariffa e l'impossibilità da parte di mia di poter apportare cambiamenti alle nuove condizioni, il titolare dell'azienda mi commissiona tre shooting fotografici. Trascorso un mese dalla consegna del lavoro invio fattura con applicazione delle nuove tariffe, facendo anche uno sconto vista la collaborazione continua. Al momento il titolare dell'azienda si rifiuta di pagare sostenendo che le modifiche alle tariff sono state effettuate in corso d'opera. Purtroppo non ho un contratto firmato ma soltanto uno scambio di email dove è chiaro che il titolate dell'azienda fossa al corrente delle nuove condizioni. Vorrei sapere pertanto se ci sono gli estremi per poter procedere con un decreto ingiuntivo

Buongiorno, può procedere con una diffida e successivamente decorso un termine minimo procedere con un ricorso per decreto ingiuntivo. Se ha necessità di assistenza resto a disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Francesco Magnosi

Salve , a seguito di sentenza di divorzio del 2008, mi venivano attribuiti diversi immobili, uno dei quali mai ricevuto e attualmente detto immobile so essere stato alienato già diverso tempo fa. Il mio ex marito è deceduto nel 2016 e attualmente vorrei tentare di recuperare il credito del suddetto immobile. Mi chiedevo se dopo tanto tempo sia possibile, e se "il gioco vale la candela" considerando tempistiche e spese da dover sostenere, e se possibile avere un'idea di quanto potrebbe ammontare tale spesa. Saluti

Buongiorno. Per una consulenza approfondita può contattarmi ai recapiti presenti sul mio profilo. La consulenza va concordata ed è a pagamento. CORDIALI SALUTI. PROF. AVV. DOMENICO LAMANNA DI SALVO. MATRIMONIALISTA - DIVORZISTA - CURATORE SPECIALE DEL MINORE. MILANO - BARI

Consulenze legali di Diritto Civile - Pag.16

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