Nel 2012 mia zia ha stipulato una polizza vita ad una nipote e ad una sorella firmando un beneficio irrevocabile. Nel 2013 la sorella muore e mia zia nel 2017 fa un'altro beneficio irrevocabile a favore delle figlie della sorella morta. Nel 2022 mia zia muore e la compagnia dice che vuole un'integrazione di successione perche' avendo mia zia firmato un beneficio irrevocabile la variazione di beneficiario fatta nel 2017 non e' valida. Devo fare la successione???. Grazie

Buongiorno al fine di una completa ed esauriente studio della posizione mi servirebbe il contratto di polizza, mi contatti pure al 3208286633. Avv. Davide Pellerino

Ho una imbarcazione che ha avuto un sinistro , ancora in riparazione presso un cantiere scelto in collaborazione col perito dell’assicurazione. Il sinistro, coperto da assicurazione corpi con franchigia €, prontamente denunciato, è regolarmente gestito dla mio broker e dall'assicurazione. Il problema è che i preventivi del cantiere sono più alti di quello che prevedo sarà la proposta di quietanza dell’assicurazione per le singole lavorazioni: non si tratta di voci che l’assicurazione potrebbe voler escludere, nè di differenze sul costo delle ore di lavoro, ma di valutazioni tecniche sulle specifiche riparazioni. A mio parere il danno è quello che devo pagare; quindi, l’assicurazione deve pagare oppure concordare le cifre col cantiere. Trovo forte resistenza a questo percorso e ne temo i possibili sviluppi. Come posso difendermi?

Buonogiorno. Assolutamente la normalità. Se non si raggiunge l'accordo, si va davanti al giudice. Credo sia opportuno essere assistiti da un avvocato. In tal caso, noi ci troviamo a Roma e siamo in grado di assisterLa per il meglio. I migliori saluti. Avv. Vittorio A. Marinelli

Ho ottenuto risarcimento - sentenza di primo grado - per un immobile, ora di mia proprietà, con difformità edilizie, ma non riesco a far rispettare la sentenza perché non si trova un tecnico disposto a eseguire i lavori alla cifra indicata in ctu e sentenza. Il mio "ex" ctp mi ha inspiegabilmente chiesto il doppio della somma indicato. Eppure durante la causa diceva che la ctu era tanto perfetta da rendere superflue repliche ed osservazioni (e infatti si è rifiutato di farle). Ho quindi contattato il CTU per informazioni e lui mi ha indicato un tecnico che mi ha prima chiesto un compenso maggiorato di circa 500 euro, e poi si è ritirato con scuse inverosimili. Altri tecnici del luogo semplicemente rifiutano di attenersi alla sentenza, per i costi o anche per le attività da svolgere. Possibile che la ctu e la sentenza siano sbagliate?. Il legale che mi assisteva (un amico di conoscenti) mi ha sempre garantito che la questione si sarebbe risolta rivolgendosi al ctu. Tuttavia a quasi un anno dalla sentenza, nulla è stato fatto. Io risiedo da anni in altra città ed ho urgente necessità di vendere l'immobile, ma senza aver sanato pare sia impossibile (è già la terza vendita che va a monte a causa di ciò). Ho urgenza di trovare un legale per risolvere la questione. Grazie a chi vorrà aiutarmi

Buongiorno, sono di Milano e specializzata in materia. Se gradisce mi contatti ai recapiti che trova sul profilo e vedrò di esserLe utile. Cordiali saluti

Buongiorno, sto avendo problemi con un agenzia. Non mi hanno erogato il servizio e io li ho mal recensiti, mi hanno minacciato di querela per diffamazione se non toglievo le recensioni. Mi hanno contattato qualche giorno fa dicendomi che non valeva la pena di andare avanti con il legale e volevano risarcirmi, sono andato all'appuntamento e mi hanno presentato una carta dove in poche parole dichiaro di aver diffamato e leso l'agenzia e loro nonostante tutto mi avrebbero risarcito dopo che io avessi cancellato le recensioni. Non l'ho firmata e gli ho risposto che dovevo farla leggere a un amico. Qualcuno potrebbe visionare questa carta e vedere se potrebbe diventare uno strumento a mio sfavore nel momento in cui la firmassi? Buona giornata

Gentilissimo Sig. Domenico. Buongiorno e buona settimana. Se vuole possiamo approfondire tranquillamente la questione tramite i miei contatti. Sono a sua disposizione. Cordialissimi saluti. Prof. Avv. Antonio Leggiero

Buongiorno Vorrei un consiglio. Vivo in un condominio a Milano. Sopra di me da alcuni anni si è installata una coppia sui 60/65 anni che prima occupava un solo appartamento superiore al mio poi ,ha acquistato anche il secondo occupando adesso tutto il piano superiore. Premetto che abito nel mio appartamento da 20 anni e non ho mai avuto alcun tipo di problema. Negli ultimi anni, io ho 59 anni, ho avuto delle difficolta' sia di salute che familiari: ho dovuto riprendere a lavorare full-time avendo anche la responsabilita' sola della casa oltre alla figlia di 19 anni che vive quasi sempre con me e studia. Dunque io lavoro, ora in training molto impegnativo di circa 10 ore al giorno, dormo di notte spesso solo grazie ad ansiolitici. Arrivo ora al fulcro della mia domanda: OGNI SABATO ED OGNI DOMENICA, OGNI GIORNO FESTIVO la/le persone di sopra (e particolarmente sopra la mia seppur piccola camera da letto) dalle ore 8.20 circa della mattina in avanti fanno rumori non fortissimi ma incompatibili con il normale riposo come: tonfi, rumore di passi, trascinamento e spostamento di oggetti e mobili, cane che occasionalmente abbaia, uscendo spesso anche sulle scale condominiali procurando altrettanti rumori. Inoltre, portano lo stesso cane non impedendo anzi probabilmente favorendone l'abbaiare sia sui balconi che nello spazio condominiale al pianterreno che pur non essendo un vero e proprio cortile (è il tetto del locale garage ricoperto in erba) da loro viene utilizzato come vera e propria "area cani" ogni giorno, piu' e piu' volte al giorno. Ora io ho sempre sopportato, pur facendo presente il fastidio che queste attivita' mi comportano, solo verbalmente alle persone interessate ricevendo dapprima una forma di divertito sarcasmo: "Sente ancora i rumori signora?" , "Magari venivano da un'altra parte, noi non siamo di sicuro, il mio cane non abbaia mai", poi ultimamente a fronte di episodi in cui il cane abbaiava ininterrottamente anche di sera inoltrata (fino alle 11/mezzanotte) alle mie rimostrante - sempre molto contenute e civili - si è arrivato, dalla parte femminile della coppia ad alzare la voce e usare dei toni molto agguerriti e sgarbati quasi di minaccia. L'amministratore del palazzo in oggetto non mi puo' essere di aiuto, anzi li considera come punto di riferimento per disbrigare qualsiasi cosa in quanto sono SEMPRE presenti e molto "zelanti". Ora io purtroppo mi vedo costretta a dover tutelare il mio diritto al riposo e alla tranquillita' e non vedo altra via di uscita di rivolgermi ad un parere legale per essere protetta da questi comportamenti che secondo me sono non solo maleducati ma predatori e adesso anche lesivi del mio benessere e della mia salute. Che fare? So che potrebbe sembrare banalita' ma purtroppo siamo nel caso di comportamenti reiterati giorno dopo giorno, praticamente ogni giorno dell'anno (durante la settimana dovendomi alzare molto presto non me ne accorgo, diventano particolarmente odiosi in quei pochi momenti in cui si avrebbe bisogno di riposare), senza mai interruzione. Non chiedo che non svolgano tutte le loro energiche attivita' (!) ma almeno non nelle prime ore mattutine del sabato e della domenica direttamente SOPRA la mia camera da letto (grazie alla ristrutturazione avendo circa 200mq in 2 persone, hanno trasformato il layout originale dell'appartamento di sopra che ora, dai rumori che sento, si direbbe un locale adibito a bagno/lavanderia/ locale attrezzi/veramente non saprei!!!. Attendo una Vs risposta e Vi ringrazio anticipatamente. Cordialmente

Gentile signora. Le consiglio anzitutto di munirsi di copia del regolamento condominiale e di leggerlo con attenzione, per capire se i suoi vicini abbiano violato qualche specifica regola di condotta. In ogni caso, se ritiene intollerabili i comportamenti altrui, si affidi ad un legale di sua fiducia ed invii una lettera di diffida. Per una consulenza più approfondita mi contatti pure all'indirizzo mail che trova sul mio profilo. Resto a disposizione. Cordiali saluti. Avv. Umberto Depaoli

Buongiorno, a settembre 2020 ho acquistato casa, in banca mi hanno proposto l'assicurazione salvamutuo, che comprende anche la perdita di lavoro. Purtroppo, dopo un anno sono stata licenziata, quindi sono andata in banca a richiedere l'apertura della polizza, non mi è stata accettata perchè l'apprendistato è considerato come lavoro autonomo, perciò non rientra nei lavori con possibilità di copertura. Al momento dell'apertura del mutuo, io ero apprendista e la signora che mi ha seguito nelle pratiche, mi ha fatto firmare tutti i fogli con presa visione di ciò che riguardasse l'assicurazione. Sono venuta a sapere al momento della perdita di lavoro che però non mi erano stati girati cartacei tutti i fogli dell'assicurazione, a maggior ragione questo foglio che riguarda il lavoro apprendista e tanto meno non mi era stato detto a voce. Mi sono recata in banca, la signora che mi ha seguito nelle pratiche, si è accorta della loro negligenza e mi ha proposto di parlare con la collega dell'assicurazione e cercare un punto di incontro, ovvero far decadere questa assicurazione perchè io essendo ancora ampiamente nell'età dei contratti apprendistato, non potrò mai aderire a questa polizza. A livello di tempistiche: a novembre sono stata licenziata, ho richiesto l'apertira della polizza nel giro di pochi giorni, che mi è stata rifiutata circa due settimane dopo, mi sono recata subito in banca e a inizi dicembre mi hanno proposto di firmare questo foglio per richiedere fine contratto con l'assicurazione. Mi è stato detto che circa una volta al mese, l'assicurazione si riunisce per discutere delle problematiche dei clienti, quindi alla riunione successiva avrebbero parlato anche del mio caso e perciò nel giro di massimo un mese mi avrebbero fatto risapere qualcosa. Ma non è stato così, dopo varie e-mail e chiamate, non ho ancora saputo niente, tranne che l'assicurazione, l'anno dopo aver stipulato con me la stessa polizza, l'apprendista non rientra più nei lavori autonomi, quindi avrei avuto più possibilità che mi venisse accettata l'uscita dall'assicurazione. Sono qui quindi a chiedere cosa è possibile fare, perchè per una negligenza della banca, debba pagare io e soprattutto, non mi venga data una risposta dopo mesi dalla richiesta. A maggior ragione, dopo la perdita di lavoro, oltre a continuare a pagare questa assicurazione, alla quale probabilmente non aderirò mai, debba continuare a pagare un mutuo che solo sulle mie spalle sta veramente pesando. Certa di una vostra risposta, vi ringrazio anticipatamente

Gentile Utente. Per risponderLe adeguatamente occorre visionare i documenti della polizza. In ogni caso credo che la cosa più efficace sarebbe - previo approfondimento delle circostanze del caso concreto - l'invio di una lettera (raccomandata o pec) di messa in mora (scritta e sottoscritta da Lei o da un legale) alla banca. Considerato che per le vie informali la banca non Le dà le dovute risposte, è consigliabile procedere formalmente. La questione dell'apprendistato mi pare peraltro secondaria: al di là che non riesco a capire come possano definirlo lavoro autonomo, qui il problema primario è che Lei non è stata adeguatamente informata in sede di sottoscrizione del contratto di assicurazione. Se vuole sono a Sua disposizione per una consulenza, ai recapiti che trova nell'apposita sezione. Cordiali saluti. Benedetta Vivarelli

Consulenze legali su Responsabilità civile, professionale e assicurazioni - Pag.26

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