Buongiorno ho la seguente domanda legale: ...ho divorziato dal mio ex marito nel 2015 abbiamo due figli attualmente di 20 e 17 anni, sulla sentenza di divorzio oltre al mantenimento di 500 euro per loro e il 50% delle spese di straordinarie venne pattuito consensualmente che lui avrebbe percepito gli assegni familiari per poi riversarli alla sottoscritta. I ragazzi vivono con me. Lavoravamo entrambi come frontalieri in Svizzera e all'inizio ho potuto percepirli io, interamente fino a Giugno 2020, quando per motivi personali ho perso il lavoro. Li ho sempre percepiti io prima con la Naspi in Italia da Giugno 2020 fino ad Agosto 2021 e successivamente da Agosto 2021 ad oggi con un contratto da dipendente sempre in Italia. Per il periodo di disoccupazione e successivamente assunzione in Italia avrei diritto a ricevere un differenziale di assegni dal mio ex marito che lavora ancora come frontaliere in Svizzera, ma ad oggi lui si rifiuta di fare domanda pur avendone diritto facendomi perdere la cifra di differenza che mi spetta come pattuito dalla sentenza di divorzio. Come posso fare per risolvere questo tipo di problematica? Ringrazio per la disponibilità e rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento. Grazie

Gentile signora. La situazione merita certamente di essere approfondita con un'apposita consulenza che, vista la fattispecie, risulta difficilmente risolvibile senza ulteriori elementi. Sono di studio a Bergamo; può contattarmi ai recapiti sulla mia pagina. Cordialmente. Avv. Adele Cappelluzzo

Buongiorno, ho acquistato da poco casa e ho iniziato i lavori di ristrutturazione da fine novembre. La vicina di sotto continua sempre a lamentarsi con l'amministratore del condominio che poi viene da me per i rumori. I lavori li sta facendo il mio padre e viene di continuo a citofonare insieme al suo figlio urlandogli addosso e minacciando che chiama i vigili. Ci tengo a precisare che rispettiamo gli orari imposti dall'amministratore del condominio. Vorrei sapere se c'è una durata minima/massima dei giorni per fare i lavori (si tratta di un appartamento di circa 80 mq? Come dovrei procedere in questo caso? Poi uno dei giorni mi sono trovata un biglietto nella cassetta postale che conteneva un ingiuria nei miei confronti. Dato che l'area è sorvegliata ho chiesto all'amministratore di verificare le registrazioni e di farmi sapere (ancora ad oggi non ho ricevuto nulla). Potrei solo immaginare chi abbia messo il biglietto. La ringrazio in anticipo per la Sua collaborazione. Cordiali saluti

Buongiorno. Se rispettate gli orari stabiliti dal regolamento di condominio, la vicina non può avanzare alcuna pretesa. Se necessita, anche solo di una consulenza, mi può contattare ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo

Buongiorno, Ho acquistato casa con mutuo ( che sto ancora pagando) poco più di 2 anni fa. Ora vorrei venderla per acquistarne un'altra (la vorrei con spazi un po' più grandi). Chiaramente acquisterei quella nuova entro l'anno. La mia casa la venderei ad un prezzo superiore rispetto a quello di acquisto perché le migliorie effettuate sono state parecchie (tinteggiatura, impianti allarme, pavimentazione, tende esterne) e lascerei l'arredamento. Volevo, se possibile, avere delle delucidazioni. 1) Vado incontro a qualche tassazione per via della vendita prima dei 5 anni e ad un importo superiore a quello di acquisto?. 2) volendo vendere l'abitazione attuale e in contemporanea acquistarne un'altra (che diventerebbe la mia abitazione principale) potrei avere problemi con il mutuo? Potrebbe esserci un intervallo di tempo in cui non sono ancora riuscita a vedere e dovrei pagare 2 mutui. 3) con l'acquisto della casa nuova avrei ancora diritto alle agevolazioni prima casa, dato che diventerebbe la mia abitazione principale?. Grazie, cordiali saluti

Il suo parere richiede un approfondimento. Se vuole, può richiedere una CONSULENZA DIRETTA cliccando sul mio profilo

Salve Vorrei ricevere un parere in merito ad un possibile ricorso contro la facoltà **. Mi sono iscritta al percorso magistrale (due anni) in scienze economiche lm-56 in data 3/2/2020 dunque nell'anno accademico 2019/20. Alla data di iscrizione il regolamento di ateneo prevedeva che avrei potuto completare il ciclo di studi sostenendo l'ultimo esame entro dicembre 2021 e discutendo la tesi entro febbraio 2022 rientrando nell'a.a. 2020/21. In data 19/10/2020 ho ricevuto una comunicazione a mezzo email con l'avviso di una modifica delle modalità cautelative per cui avrei dovuto concludere gli esami entro il 31/07/2021 (avere a debito solo 2 esami entro il 31/05/2021 per l'esercizio della cautelativa) e discutere la tesi entro 31/12/2021, in mancanza sarei stata iscritta automaticamente all'a.a. 2021/22 con conseguente esborso della retta universitaria corrispondente (questo è esattamente ciò che si è verificato). Ciò premesso, il mio intento sarebbe quello di recuperare la retta relativa all'ultimo anno 21/22 in quanto la modifica del regolamento sarebbe intervenuta dopo la mia iscrizione e quindi a mio avviso non doveva essere applicata alla sottoscritta la quale ha effettivamente concluso il ciclo di studi a febbraio 2022 e dunque stando al regolamento in corso al momento dell'iscrizione mi sarei laureata in corso e dunque non avrei dovuto pagare la retta del terzo anno (1° fuori corso). Da considerare anche che il regolamento prevedeva di dover attendere tre mesi dopo l'iscrizione per poter partecipare al primo appello, pertanto mi è stata data la possibilità di fare esami da maggio 2020 in poi e quindi praticamente al termine dello stesso anno accademico. Vorrei ricevere un parere sulla sussistenza di elementi per poter procedere per vie legali

Buongiorno. Il suo quesito necessita l'esame integrale della documentazione a Sue mani. Se gradisce mi contatti ai recapiti che trova sul mio profilo e sarà mia cura inviarLe un preventivo gratuito per il parere legale. Cordiali saluti

Buona sera, vorrei fare una domanda veloce su un possibile caso di falsa accusa di molestie sessuali. Nei giorni scorsi, dopo una festa eravamo un amico e io con due ragazze a casa di una di loro, durante la notte io e una delle ragazze abbiamo iniziato a baciarci, tuttavia, in nessun momento abbiamo avuto rapporti sessuali, entrambi abbiamo deciso di smettere e ognuno di noi è andato a dormire in letti separati. Quando mi sono svegliato la ragazza non c'era più e sono andato a casa. Dopo circa 5 ore è tornata a la mia casa accusandomi che qualcuno aveva cercato di toccarla mentre dormiva, e che ero sicuramente io. La situazione è molto strana perché lei non ha menzionato nulla per tutta la mattina e ha anche lei ha incontrato l'altro ragazzo, il mio amico della festa senza alcun segno di sentirsi aggredita o a disagio per la situazione. Inoltre, la ragazza afferma che aveva le mestruazioni e che è sicura che qualcuno ha tolto il tampone che dice di aver indossato, motivo per cui sostiene che qualcuno voleva abusare di lei. In realtà, è impossibile che questo sia vero perché la sera prima, quando ci stavamo baciando, lei si stava masturbando e inserendo le dita, quindi in quel momento non aveva niente nelle sue parti intime. Ci sono molti dettagli in mezzo alla storia, ma in generale la situazione è questa. Sento che vogliono approfittare della situazione o minacciarmi in qualche modo. Vorrei sapere cosa posso fare nel caso in cui lei voglia sporgere una denuncia di questo tipo per qualsiasi motivo, quale sarebbe la procedura della polizia una volta ricevuta la denuncia e quali meccanismi ho per difendermi in anticipo ed essere preparato nel caso in cui questo accada. Per ora non sappiamo se lei vuole fare una denuncia o no, ma vorrei essere preparato. Grazie mille

Buongiorno. Se la Signora in questione decidesse di sporgere denuncia-querela, l'Organo di Polizia ricevente dovrebbe trasmettere la notizia alla Procura della Repubblica territorialmente competente, la quale iscriverebbe la notizia nell'apposito registro notizie di reato e aprirebbe un fascicolo di indagine a Suo carico. Il consiglio è quello di attendere qualche tempo (circa un mese) e presentare una richiesta ex art. 335 C.P.P. presso la Procura. Tramite tale richiesta potrà conoscere se è pendente un procedimento in fase di indagine nei Suoi confronti, conoscere il numero di iscrizione e il nome del P.M. titolare delle indagini. Una volta acclarato che un procedimento è stato aperto, pur non potendo prendere visione degli atti di indagine sino alla chiusura delle stesse, potrà muoversi tramite un legale per fare, ad esempio, indagini difensive. Per ulteriori informazioni mi contatti pure ai recapiti presenti sul mio profilo. Avv. Ilenia Bertaggia

Buongiorno vi scrivo perché mi sono dimessa dal mio lavoro il.4 maggio 2021 perché il mio datore non mi pagava lo stipendio da svariati mesi. Ho provveduto ad inoltrare le carte per un intervento dell ispettorato del lavoro che dopo 3 mesi mi ha chiamato per dirmi che le carte non sono state consegnate al mio datore di lavoro, che non le ha mai accettate e sono sempre tornate indietro e che per questo il loro lavoro si ferma li. Non so se è una cosa normale. Credo debba procedere con un avvocato. Ma io non lavoro. Sono a carico di mia mamma che è un insegnante. Non ho diritto al gratuito patrocinio perché se sommo lo stipendio di mia mamma al mio supero il reddito in quell'anno. Posso sapere come devo procedere? Cosa posso o non posso fare in una situazione come questa? Avanzo più di 9.000 euro e non ho neanche un contributo versato. Non so che fare e come agire. Chiedo perfavore un consiglio su come posso o devo muovermi grazie

Buongiorno, premesso che la questione andrebbe approfondita visionando i documenti è necessario procedere con una diffida con cui si richiede il pagamento delle somme arrettrate e, in caso di mancata risposta procedere con un decreto ingiuntivo se ci sono i presupposti. Se ha necessità di assistenza mi può contattare ai miei recapiti. Resto a disposizione e con l'occasione invio un cordiale saluto. Avv. Francesco Magnosi

Buongiorno, io e il mio compagno (entrambi siamo divorziati) vorremmo decidere di vivere insieme nell'abitazione di LUI. Avendo entrambi un figlio maggiorenne avuto da precedente matrimonio ed essendo entrambi proprietari della propria casa di abitazione, abbiamo deciso di non sposarci per tutelare i nostri figli ma di convivere in separazione dei beni. Con il contratto di convivenza LUI (proprietario della casa in cui si formerà la famiglia) può attribuire a LEI il diritto di abitazione perenne soprattutto nel caso in cui LUI perisse? (l'erede legittimo di LUI è suo figlio). Grazie

Buonasera. Il diritto di abitazione si può costituire per legge (in favore del coniuge o. in misura ridotta, del compagno/a convivente superstite), per testamento, usucapione o contratto, nella forma dell’atto pubblico o della scrittura privata autenticata. Pertanto, anche con il contratto di convivenza, con autenticazione delle firme, si può concedere il diritto di abitazione, per un tempo stabilito o anche per tutta la durata della vita del titolare, che può utilizzarlo limitatamente ai bisogni suoi e della sua famiglia. Per una consulenza più accurata, previo compenso, anche in videochiamata (Zoom, Skype o WhatsApp), può contattarmi alla email: avvdecrescenzochiocciolaliberopuntoit. Cordiali saluti. Avv. Vincenzo de Crescenzo

Salve, vi spiego la mia storia.. Ho un figlio di 8 anni che vive con me, io con suo padre mi sono lasciata circa 3 anni fa (non eravamo sposati). Da due anni non vede il figlio, in questi anni il mantenimento l'ha pagato pochi mesi e lo chiama 2 volte all'anno. Lui vive a 30 minuti da noi. Io non lavoro ora, prendo il reddito di cittadinanza..(per il fatto che per ora non ho un lavoro potrei ricevere l'affidamento esclusivo? Quante probabilità ho?) Spero di ricevere una risposta..vi ringrazio di cuore

Buonasera. Il grave disinteresse dell’altro genitore può giustificare la richiesa di affidamento esclusivo del minore. Pertanto, nel caso in esame, il ricorso al Tribunale per la modifica delle condizioni di divorzio, con affido esclusivo del minore potrebbe, certamente, trovare accoglimento. Per una consulenza più accurata, anche in videochiamata (Zoom, Skype o WhatsApp), può contattarmi, per un preventivo, alla email: avvdecrescenzochiocciolaliberopuntoit. Cordiali saluti. Avv. Vincenzo de Crescenzo

Sono un dipendente di una cooperativa che offre le proprie prestazioni presso una ASL, e svolgo la mansione di portinaiocentralinista. Svolgo le medesime mansioni di coloro i quali sono alle dirette dipendenze dell'ASL, sebbene con una notevole differenza di trattamento economico e di - a mio avviso - diritti. Per esempio, svolgendo pressoché sempre un lavoro notturno in solitudine non mi è possibile - nel caso se ne verificasse la necessità per emergenze di salute personale o di qualche mio familiare - allontanarmi. Inoltre i dipendenti dell'ASL sono almeno sempre in due a lavorare, e non svolgono MAI il lavoro notturno né durante il sabato e la domenica pomeriggio. Volevo sapere se tutto questo si fonda su delle basi legali. Grazie

Buongiorno, premesso che la questione andrebbe approfondita visionando il cotratto di lavoro, lo svolgimento delle mansioni e dei turni viene di regola concordato con il datore di lavoro sulla base del contratto di lavoro. Se ha necessità di assistenza resto a disposizione e con l'occasione porgo distinti saluti. Avv. Francesco Magnosi

Consulenze legali su deQuo - Consulta l’archivio risposte - Pag.342

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Divorzio e assegni familiari: domande

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Salve, vi spiego la mia storia.. Ho un figlio di 8 anni che vive con me, io con suo padre mi sono lasciata circa 3 anni fa (non eravamo sposati). Da due anni non vede il figlio, in questi anni il mant … Leggi tutto

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Divorzio: chi si tiene la casa?

Sono separata, ho due figli maggiorenni, la casa (dove vivono i figli e il mio ex marito) è intestata al mio ex marito. Può intestare la casa ai figli senza divorzio? La casa è stata acquistata un ann … Leggi tutto

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Francesco Magnosi

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