Buonasera, sono in affitto l'appartamento avuto una infiltrazione d'acqua dovuta una rottura di un tubo d'acqua comune ai Piani sopra il mio. Ora l'amministrazione ritiene che sia un intervento ordinario e non straordinario quindi non essendo straordinario .. mi fa pagare una percentuale. Secondo lei è giusto di dichiarare ordinario un intervento nel quale si è dovuto spaccare anche i muri e cambiare il tubo?

Buongiorno. Bisogna capire se il tubo che si è rotto era esterno o meno all'impianto idrico. Le tubature cosiddette "rigide", quelle cioè dell'impianto idrico murato, fuoriescono dal potere di intervento dell'inquilino, non avendo questi la possibilità di accertare il buon funzionamento dell’impianto stesso e le sue condizioni di usura. Pertanto, i danni procurati da tali impianti ricadono sull'esclusiva responsabilità del padrone di casa. Se necessita, anche solo di una consulenza, mi può contattare ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo. Torino - Milano

Salve,mi estata sospesa la patente italiana in Romania conducendo con un tasso alcolemico di 0,03mg/l.Visto che in Romania il tasso alcolemico deve essere 0.0 mi hanno fatto una denuncia penale e trattenuto la patente.Se io vengo in Italia la devo rifare,per poter guidare? Ho c’è un modo per riaverla?visto che in Italia guidare con un tasso alcolemico di 0,03mg/l la legge non ti fa niente né multa né niente.Poi mi serve anche per lavorare.Grazie.Aspetto vostre notizie

Tutti coloro che si trovano nel territorio di un determinato Stato sono obbligati al rispetto delle norme di comportamento secondo la legislazione nazionale. Di conseguenza chi commette un’infrazione sarà perseguito secondo le procedure previste nel Paese in cui è accaduto il fatto, con le conseguenze giuridiche secondo il diritto vigente. Ciò premesso, l’Autorità di uno Stato membro non può mai sospendere o revocare la patente emessa in un altro Paese UE, ma solo inibire al titolare di circolare sul suo territorio

Buongiorno la mia richiesta e' molto semplice, ho ereditato da mia madre in data 16 01 2008,un appartamento con garage. Ora intendo venderlo, ma il notaio mi chiede il pagamento di una tassa riferentesi all'accettazione dell'eredita, accettazione che non e' stata effettuata al tempo della sucessione. Vorrei sapere se questa tassa la devo pagare o no, considerando il fatto che sono trascorsi circa 13 anni,quindi 3 in piu' dalla decorrenza dei termini di legge, io fra le altre cose sono figlio unico , quindi non esiste nessun altro che possa accampare diritti su questi beni, che per tutti questi anni ho gestito con piena proprieta' e sono state pagate regolarmente tutte le tasse dovute

Buongiorno. Presumo che dalla data del decesso di Sua madre ad oggi Lei abbia accettato tacitamente l'eredità compiendo "atti" che, implicitamente, hanno compartito, appunto l'accettazione dell'eredità (es: riscossione residuo conto corrente, ecc.). Senza l'atto di accettazione dell'eredità così come richiesto dal Notaio non si può procedere alla vendita dell'immobile. Se necessita di un parere potrà contattarmi chiedendo una consulenza privata oppure una consulenza diretta ai recapiti che troverà su questa stessa piattaforma e cliccando sul mio profilo. Le consulenze possono essere gestite in presenza, telefonicamente, on-line e via mail. Sono quindi a disposizione per ogni chiarimento. Con i migliori saluti. Avv. Sondra Fabbi. Milano

Buongiorno, Godo dei benefici della lg104 per una disabilità di mio figlio. Ciò nonostante l’azienda privata per la quale lavoro un anno fa mi ha trasferita. Pertanto se prima impiegavo 5 minuti ad arrivare al lavoro, adesso impiego mediamente un’ora. Nonostante i disagi soprattutto perché sono l’unica persona in casa ad assistere mio figlio, ho fatto decadere i termini per fare opposizione per evitare conflitti con l’azienda considerando che era ferma sulla sua posizione nonostante abbia spiegato le difficoltà che mi avrebbe comportato. Oggi mio figlio è peggiorato ed è stato disposto dal giudice un ricovero diurno di circa 3 ore al giorno presso una comunità. Per accompagnare mio figlio adesso avrò circa un’ora e trenta di viaggio (un ora per arrivare a casa a prelevarlo e mezz’ora per raggiungere la comunità) e dopo dovrò riportarlo a casa per la notte. Pertanto avrò bisogno di assentarmi dal lavoro ancora più spesso. Per me sarebbe certamente un aiuto un riavvicinamento alla sede vicino casa ma l’azienda non vuol sentire ragioni. Vi chiedo se ho possibilità di ottenere l’avvicinamento a casa dove si trova mio mio figlio oppure se l’azienda ha diritto a lasciarmi la sede più lontana. Grazie

Buongiorno Signora. La legge 104 tutela il diritto dei dipendenti disabili o che assistono un familiare disabile a non essere trasferiti ad altra sede senza il proprio consenso. La norma parla appunto di consenso. E Lei, se ho ben compreso, aveva dato il Suo consenso. Inoltre, sempre la norma in esame, sancisce che il diritto a scegliere la sede del lavoro più vicina non è infatti inderogabile ma è riconosciuto solo "ove possibile". Tutto ciò premesso, si potrebbe provare ad inviare formale comunicazione di diffida al proprio datore di lavoro. Se necessita, anche solo di una consulenza, mi può contattare ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo. Torino - Milano

Buon giorno Avvocato chiedo consiglio per una pendenza legale del mio fidanzato. Con una colpevolezza riconosciuta per i reati Art.582-C.P. e il 585-C.P. e una condanna a 8 mesi di reclusione è stata presentata l'istanza di sospensione del presente ordine di esecuzione entro 30 giorni dalla notifica della sentenza, volta ad ottenere la concessione di una delle misure alternative alla detenzione quali. 1) Affidamento in prova al Servizio Sociale. 2) Detenzione domiciliare. 3) Ammissione alla semilibertà. 4) Sospensione dell'esecuzione alla pena detentiva. 5) Affidamento in prova in casi particolari. Con la domanda con la quale si è chiesta una delle misure alternative è stata dichiarata l'elezione del domicilio che nel caso specifico corrisponde alla casa di proprietà con cui vive con i familiari che hanno anche apposto la firma alla richiesta delle misure alternative. Sono trascorsi 6 mesi dal giorno della notifica dell'atto e vorrei sapere in linea di massima entro quanto tempo si saprà se l'istanza è stata accettata o rigettata dato che in questa lunga attesa vengono rimandate anche scelte di vita o di spostamento per esigenze lavorative. Mi spiego meglio in questo ultimo passaggio: Il mio ragazzo dopo la presentazione da parte del suo avvocato dell'istanza di richiesta dei domiciliari sta lavorando da soli 4 mesi ma non è stato implementato questo cambiamento ai fini dell'ottenimento dei domiciliari in quanto la ditta per cui lavora non garantisce di mantenere in sede una persona con problemi di legge e quindi nel dubbio di perdere tutto si vive alla giornata con le relative incertezze del caso. Nel contempo si prospetta un eventuale trasferimento nella parte opposta di Italia in una ditta il cui proprietario in via amichevole, dato che si conoscono da anni, si offre di garantire un domicilio alla persona che aspetta l'esito della richiesta dei domiciliari. La mia domanda è : siccome nell'istanza presentata 6 mesi fa è stato proposto nell'istanza dei domiciliari un domicilio stabile e sicuro nella casa di proprietà del condannato, qualora il condannato decidesse di trasferirsi prima dell' accoglimento della richiesta dei domiciliari, andrebbe rifatta ex novo una nuova istanza? Da fidanzata del condannato sono preoccupata in quanto da ignorante in materia penso che agli occhi di un giudice sia più probabile che conceda i domiciliari sapendo che esiste un domicilio stabile con dei familiari quali fratelli e sorelle piuttosto che concederli in una sede subentrata all'improvviso dove da garante ci sta un datore di lavoro che in via amichevole si prenderebbe la responsabilità di ospitare il condannato per 8 mesi. Inoltre la mia paura è che con i tempi burocratici, già lenti per queste cose, se si apportassero modifiche nell'istanza ci sarebbe maggior rischio che qualcosa andrebbe storto considerando tra l'altro che la persona interessata in passato ha avuto altri problemi con la legge per fortuna risolti. Mi affido al Vostro parere sperando di essere stata abbastanza chiara nell'esplicare la problematica

Buongiorno. A seguito di sospensione dell’ordine di esecuzione, l’istanza deposita presso l’ufficio esecuzione della procura verrà inoltrata, unitamente al fascicolo, presso il Tribunale di Sorveglianza che fisserà un’apposita udienza per deliberare sulla richiesta difensiva. Purtroppo la Sorveglianza di Napoli è oberata di lavoro. I detenuti, a causa di ciò, subiscono inevitabilmente dei pregiudizi. Operando sul foro di Napoli, Le posso tranquillamente dire che i tempi per la fissazione dell’udienza sono sempre incerti. Quindi la circostanza che siano passati sei mesi, è più che normale. Per qualsiasi altra informazione o assistenza in merito, può contattarmi ai recapiti indicati sul profilo. Cordiali saluti. Avv. Francesco Genovino

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