Salve, ho 44 anni e lavoro in un magazzino da circa 4 anni anni, dove ho sempre svolto il turno di apertura e che mi permetteva di pickerare. purtroppo, mi sono iscritta ad un sindacatoe, il capo mi ha cambiato turno, spostandomi in un orario più scomodo per me, visto che ho la bambina che mi esce da scuola. Gli ho chiesto spiegazioni, ma mi ha trovato una scusa e, nel metterlo a conoscenza del mio disagio (che già conosceva) gli ho anche ricordato che c'erano colleghi senza figli, più giovani e sopratutto interinali. ma nulla. Ovviamente se io mi licenzio, è proprio quello che a lui interessa, perchè ha messo tutti i suoi parenti amici ecc, Come posso dimostrare che è bossing neio miei confronti e sopratutto denunciarlo??

Buongiorno. Premesso che da quanto riferito, se ho capito bene, potrebbero emergere tanto violazioni dei suoi diritti personali quanto di quelli sindacali (diretti o indiretti che siano). Circa il mobbing (che sia orizzontale, cioè posto in essere da colleghi, o verticale, posto in essere dal datore di lavoro, il cd bossing) a mio avviso, ad oggi, esiste solo una definizione dottrinale che "riadatta" la fattispecie giuridica dell'istituto su un tessuto normativo già esistente. Pertanto dovrà fare riferimento a quegli istituti. Segnatamente alla fattispecie civile dovrà, allora, attenersi alla disciplina dell'art. 2087 c.c., che fa leva sull'obbligo di sicurezza in capo del datore di lavoro, oppure a quella più generale dell'art. 2043 c.c., relativa al risarcimento del danno per fatto illecito. L'assolvimento dell'onere della prova, posto a suo carico, non è semplice perché nel primo caso (art. 2087 c.c.) deve provare il comportamento ripetuto nel tempo del datore di lavoro, eventualmente collegato ad un unico disegno persecutorio, il danno subito ed il nesso di causalità; nel secondo caso deve provare anche la colpa ed il dolo del predetto datore di lavoro. Le segnalo che in assenza di un comportamento ripetuto ma in presenza di una sola azione posta in essere con effetti duraturi, idonea ad arrecare forti stress non si è in presenza di mobbing ma di straining. D'altro canto, sussistendone i requisiti delle varie fattispecie previste nel codice penale, il cd mobbing potrebbe costituire anche/o un illecito penale, come ad esempio ingiurie, lesioni, violenza privata, abuso d'ufficio (in ambito pubblico), etc. Tanto detto Le consiglio di rivolgersi ad un legale di sua fiducia per approfondire la vicenda e vagliare le eventuali strade percorribili. Sperando di aver fatto cosa gradita, esprimendo la mia opinione, la saluto cordialmente. Se avesse bisogno resto a Sua disposizione. Avv. Andrea Chiarello

Buonasera sto facendo una causa per una vertenza di lavoro per un tfr non retribuito e sono gia dal 2018 che sto in causa almeno spero perche qui mi viene un dubbio da parte del mio avvocato.. che mi rimanda sempre gli appuntamenti con tante scuse lutima stata che la mia pratica stata smarrita da parte del tribunale di roma e che ha dovuto fare la denuncia per avere una copia. . cosa che mi sembra molto strana.. vorrei sapere come faccio a vedere lo stato della mia pratica almeno se esiste perchè ho il dubbio che esista.. grazie mille a chi mi possa aiutare

Buonasera. Il procedimento monitorio iscritto al n. 27986/2018 R.G. (Lavoro) si è concluso con l'emissione del decreto ingiuntivo n. 7695/2018 del 15/10/2018. Il decreto sembra sia stato regolarmente notificato, vi è però stato un ritardo considerevole nella presentazione dell'istanza di esecutorietà del titolo. Tale richiesta è stata presentata solo il 12/02/2020. Senza una sua delega non è possibile prendere visione della documentazione presente nel fascicolo di tale procedimento; il ritardo nella concessione dell'esecutorietà potrebbe però avere compromesso la possibilità di effettivo incasso delle somme che sono a lei dovute dal suo precedente datore di lavoro. Se vuole mi può contattare direttamente in studio per una valutazione più approfondita. Cordialmente. Avv. Stefano Brustia. Il Tribunale ha poi concesso il 14/02/2020 l'esecutorietà. la richiesta di esecutorietà risulta essere stata presentata solo

Salve, sono titolare di un'impresa di pulizie e mi trovo a dover faticare a ricevere il saldo delle fatture da parte di un amministratore (es nel mese di dicembre mi è stata pagata la fattura di agosto dopo ennesimo sollecito e questo accade sempre, ricevo circa tre pagamenti in anno senza spiegazione per i ritardi)per due condomini amministrati dalla stessa persona. In seguito al mio ultimo sollecito datato 4 gennaio 2021 ho ricevuto Disdetta del servizio in data 5 gennaio c.a. Poichè io non credo che i condomini siano al corrente nè della situazione debitoria ( 2000€ e 700€) nè della disdetta, posso io consegnare una lettera che comunichi ai condomini privatamente la situazione senza incorrere in reati o dar luogo a qualche azione contro la mia impresa?. Grazie

Buonasera, certamente Lei ha diritto a tutelarsi e a tutelare i suoi interessi. La scelta migliore in questo caso sarebbe quello di inviare una diffida all'amministratore e, per conoscenza, anche, ai condomini interessati. Se ha bisogno di assistenza mi può contattare all'indirizzo alessimaria.77()gmail.com. Cordialmente. Avv. Maria Alessi, con studio in Reggio Calabria e Frascati (ROMA)

Io (allego contratto) lavoro con ***scontate negozio per bambini sito in via raffaello sanzio. Il punto vendita da me gestito ha sede in corso genova 25 milano non molto distante dal negozio sede, abbiamo naturalmente la stessa insegna e gli stessi articoli io Meno rispetto alla sede perchè la metratura dei negozi è differente. Io pago tutte le spese e percepisco il 35% del venduto. Ieri è successo che mi hanno chiamato dicendo che facendosi dei conti su numero di merce e ricarichi hanno deciso di fare delle promozioni a tris per tutto il mese di febbraio es 3 magliette 29€ SOLO NEL LORO PUNTO VENDITA dove io non percepisco nessuna percentuale e lasciando nel mio punto vendita gli sconti di prima. Per farvi capire 3 magliette 29€ in un punto vendita e 1 maglietta (stessa marca e modello) A 23€ nel mio punto vendita. Penso che sia una cosa molto scorretta sia nei miei confronti che delle clienti. Io non voglio accettare perchè avrò un calo delle vendite e soprattutto una perdita di credibilità. Cosa posso fare? e a livello legale esiste qualche legge in merito alla concorrenza nello stesso brand?. Grazie Mille

Buonasera. Non ho la possibilità di visionare il suo contratto. Immagino che Lei abbia concluso con il titolare del marchio "Fiabe Scontate" un contratto di franchising. In generale, la politica commerciale tenuta dall'impresa concedente (ossia dal titolare del marchio in questione) appare essere in palese contrasto con gli obblighi di buona fede e correttezza che impongono a ciascuna parte di un contratto di eseguirlo in modo da non pregiudicare i legittimi interessi dell'altra parte. L'obbigo di rispettare il canone di buona è espressamente sancito dall' art. 1375 c.c.; si tratta di una disposizione di fondamentale importante che è stata valorizzata nel corso degli ultimi vent'anni da un'interpretazione delle norme codice civile particolarmente attenta all'attuaizone ei principi sanciti dalla nostra carta costituzionale. Per una consulenza più approfondita mi può contattare direttamente, in quanto avrei bisogno di visionare anche il testo del contratto che ha concluso con il titolare del marchio "Fiabe Scontate" per fornirle indicazioni più dettagliate. Cordialmente. Avv. Stefano Brustia

Buongiorno, Nell’ottica di sviluppo di una start-up, vorrei sapere che alternative esistono (per assumere persone fisiche NON munite di partita IVA) al Contratto a Progetto, che mi risulta non più vigente dal 2015. La start-up sarebbe una società di consulenza online, con collaboratori selezionati ad-hoc (da una community virtuale) in base al loro background e alle richieste del cliente, per il tempo strettamente necessario al completamento del progetto medesimo (3-4 mesi periodo medio di riferimento). I collaboratori lavorerebbero totalmente in autonomia e in smart-working, coordinati da un supervisore tramite riunioni virtuali (saltuarie), chiaramente per progetti/clienti non in competizione con il loro attuale datore di lavoro (se presente). Il contratto co.co.co sarebbe un’alternativa fruibile? Ne esistono altre?. Grazie per l’attenzione. Cordiali saluti

Gentile sig. Marco. La co.co.co è una opzione possibile ma a condizione che il rapporto lavorativo presenti determinate caratteristiche; vi possono essere anche altre soluzioni oltre alla co.c.co.co,ma è necessario avere ulteriori informazioni sulle caratteristiche della start up per darle un parere completo in merito. Sono a sua disposizione per fornirle la consulenza richiesta,mi può contattare ai recapiti che trova sul mio profilo. Cordiali saluti. Avv. Valeria Pietra

Buongiorno, Vorrei fare una domanda. Ho partecipato ad un concorso per azienda sanitaria per mansione di OSS. Ho svolto visita medica e oggi mi daranno conferma dell'idoneitá per poi firmare contratto e iniziare attivita lavorativa in ospedale. Al momento però io ho firmato un contratto di distribuzione digitale relativo ad un progetto musicale. Ci sarà a breve da firmare anche il contatto con il ns manager per booking, registrazione nuovi pezzi e registrazione video. Si tratta di contratti di diritti, di distribuzione e io sono registrata in SIAE quindi quella sarebbe l'unica entrata al momento. Queste attività sono compatibili con impiego pubblico?. Non ci sarà infattu effettivo contratto con paga oraria, orario di lavoro in quanto sarà qualcosa di ovviamente saltuario e periodico. Mi sa aiutare in questi senso?. Devo annullare quewti contratti "musicali"? Oppure possono coesistere con la mia realtà di dipendente pubblico?. Su internet non riesco a trovare info certe!. Grazie

Gentile Signora. Per poterLe rispondere adeguatamente bisognerebbe almeno visionare il relativo bando di concorso. Se ha necessità, mi può contattare ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo. Torino - Milano

Buongiorno, a seguito di ripetuti comportamenti intimidatori da parte del mio datore di lavoro che per qualsiasi contestazione si presentava alla mia postazione accompagnato da 2 colleghi di sua fiducia, succede che durante l'ultima di queste io ho perso la calma e ho urlato che quello di venire sul posto di lavoro accompagnato era un atteggiamento da Mafioso e che non mi sarei lasciato intimidire da quel tipo di atteggiamento. A seguito dell'accaduto sono stato licenziato in tronco e adesso vengo minacciato che se impugno il licenziamento sporgeranno querela nei miei confronti perché dicono che ho dato del mafioso al titolare e che ci sono quei 2 colleghi come testimoni. Io non ho mai detto Sei un mafioso ma che quel modo di fare era da mafiosi. Grazie

Buongiorno. Se intende impugnare il licenziamento deve farlo entro il termine perentorio di 60 giorni dalla comunicazione del licenziamento. Se necessita, anche solo di una consulenza, mi può contattare senza impegno ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo. Torino - Milano

Buonasera, sono un agente di commercio plurimandatario, qualche settimana fa ho comunicato verbalmente alla mia azienda l’intenzione di dare le dimissioni, da quel momento in poi l’azienda non mi ha inviato l’estratto conto provvigionale e tutte le comunicazioni aziendali che invece hanno inviato ai miei colleghi. Potrei chiedere la chiusura del mandato per giusta causa?. Grazie

Buonasera Sig. Masia. Da quanto ho potuto capire Lei ha solo preannunciato le dimissioni, poi non ha provveduto ad inviarle alla casa madre per iscritto. Come sa occorre dare un preavviso. Nel caso di dimissioni come Lei saprà non è dovuta l'indennità per cessazione del rapporto. Sembra che l'Azienda la consideri già fuori. Se crede possiamo approfondire il tema e comprendere meglio la strategia da assumere. Mi potrà contattare ai recapiti esposti nel mio profilo. In attesa di un Suo riscontro Le invio i migliori saluti. Avv. Massimo Romolotti RE

Diritto del lavoro e previdenza: Consulenze legali su - Pag.71

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