Buonasera, lavoro nella Grande Distribuzione/commercio e sono ogni giorno a contatto con molte persone e la maggior parte dei miei colleghi non è vaccinata. Attualmente sto usando le mascherine FFP2 ma mi è stato detto che l'azienda vuole che indossi solo le mascherine chirurgiche. Anche se queste ultime sono meno protettive delle mie, possono obbligarmi ad indossarla? tra l'altro non mi vengono fornite dall'azienda. Grazie

Buonasera. Assolutamente no! Il datore di lavoro non può costringerla ad indossare una protezione meno garantista di quella da lei desiderata. Semmai il contrario. Attenzione che, in caso di insistenze in tal punto, si potrebbe configurare l'istituto del mobbing verticale. Buona giornata

Buonasera, il mio quesito è il seguente: mio marito e sua sorella possiedono un negozio al 50% ciascuno. Il canone d'affitto di tale negozio viene versato interamente sul conto corrente bancario di mio marito tramite bonifico. Poi mio marito fa a sua un bonifico per il 50% a sua sorella. Capita che a volte ci sono spese suo beni comuni che paga per intero lui e poi ne trattiene il 50% dall'affitto che deve a lei. Ora lei dice che non è legale un comportamento del genere. Vuole che da ora in poi lui faccia sempre il bonifico del 50% dell'affitto e e lei, con comodo, pagherà in contanti la sua metà delle spese a lui. E' vero che non è legale che lui trattenga dall'affitto le spese che lei gli deve?. Grazie

Buonasera. La compensazione si definisce legale ed opera automaticamente quando i due debiti sono omogenei, liquidi e esigibili, cioè abbiano per oggetto somme di denaro o quantità di cose fungibili dello stesso genere, siano determinati nel loro ammontare e non siano sottoposti a termine non ancora scaduto. In mancanza dei suddetti presupposti, è comunque consentita la compensazione volontaria, cioè stabilita dalle parti. Per una consulenza più accurata, email: avvdecrescenzochiocciolaliberopuntoit. Cordiali saluti. Avv. Vincenzo de Crescenzo

Buona sera, sono il terzo di cinque fratelli che assieme alla madre abbiamo ereditato il patrimonio lasciatoci da nostro padre, deceduto il 31/08/1994. In seguito alla successione, il patrimonio è stato lasciato in gestione al fratello maggiore essendo all'altezza della situazione e con la giusta conoscenza. Col passare degli anni però, ci sono stati dei cambiamenti riguardo le società del nucleo famigliare, senza che nessuno dei componenti e soci sia stato interpellato. Mi trovo quindi in disaccordo e mi sento determinato a voler conoscere la mia situazione patrimoniale ad oggi quale può essere, visto che l'eredità non è mai stata spartita secondo la successione

Buongiorno. Per poterLe rispondere adeguatamente sarebbe necessario approfondire la questione. Se necessita, anche solo di una consulenza, mi può contattare senza impegno ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo. Torino - Milano

Oltre 10 anni fa mia madre vedova ha fatto una suddivisione dei beni immobili ai suoi tre figli. risultato che per la mia quota avrei dovuto dare a mia sorella una differenza pari a euro 7.000,00 cosa che con grandi sacrifici e a piccole somme ho pagato a saldo. Trattandosi di mia sorella con la quale eravamo un corpo e un'anima non ho mai richiesto ricevuta e oggi purtroppo a causa di contrasti con il marito di lei , mi vogliono citare in giudizio negando di aver ricevuto quei soldi. Sono disoccupato da tanti anni e non ho nessun introito che non sia quello che la mia consorte porta a casa dal suo lavoro di edicolante. non potendopagare nuovamente cosa mi devo aspettare da una eventuale causa? grazie

Buongiorno, essendo trascorsi 10 anni il diritto di credito dovrebbe essere caduto in prescrizione. Ad ogni modo sono a Sua disposizione per valutare più accuratamente la questione. Mi contatti ai recapiti che trova sul sito. Avv. Michele Brundu con studio in Cagliari

Buon giorno Vorrei se possibile un parere da voi Avvocati per sapere come potermi comportare: Ho portato dal meccanico per una sostituzione di una candeletta su un motore diesel. Il meccanico mi chiama nel pomeriggio dicendomi che la candeletta si era spezzata e la doveva portare da un altro meccanico esperto di queste cose per estrarre il pezzo rimasto dentro; lo porta e dopo due giorni la riprende dicendo che non è riuscito ad aggiustarla e mi ha chiesto €380 per il lavoro.(Praticamente avevo l'auto come prima anzi con un problema in più)Non è finita anche il mio meccanico mi ha chiesto soldi per il lavoro e il cambio delle restanti 3 candelette. Ora io chiedo cosa dovrei fare, quanto mi costa cambiare le candelette quando le stesse costano 20/30 euro l'una? La situazione è sempre la stessa con una candeletta in meno che mi hanno spezzato e io che dovrò cercare un altro esperto per la riparazione. Ringrazio per una cortese risposta

Si faccia dare un parere da suo meccanico di fiducia su eventuale danneggiamento per imperizia da parte del meccanico che le ha danneggiato la candeletta, e se vi sono i presupposti di responsabilità in capo al meccanico in questione, contesti l'avvenuto danneggiamento

Dopo aver fatto richiesta di invalidità, ho fatto ricorso e dato tutto in mano ad un’avvocato, l’ultima visita con il medico legale l’ho fatta a settembre 2020, ad oggi non ho ancora ricevuto esito, ho provato ripetutamente a chiamare lo studio per info ma non sono mai riuscita a parlare con qualcuno. Come posso ritirare la mia pratica?. Voglio toglierla dalle loro mani per poter rivedere tutto!

Può inviare al Collega una PEC mettendo, per conoscenza, il Consiglio Distrettuale di Disciplina e minacciando l'invio del procedimento per mancanze deontologiche. L'Ordine degli Avvocati -almeno quello di Roma- è abbastanza severo

Buongiorno, volevo un chiarimento riguardo ad una situazione che mi riguarda. Da quasi due anni ho una relazione con il mio partner anche se ci conosciamo da sei anni. Insieme abbiamo cresciuto fin dalla nascita mio figlio di tre anni (avuto dal mio ex marito ma di cui non si è mai voluto interessare fino a poco tempo fa nonostante il riconoscimento). Abbiamo convissuto per quasi un anno (con il suo domicilio dichiarato all'agenzia delle entrate presso di me), però poi sei mesi fa per motivi di lavoro è stato necessario il suo trasferimento all'estero. Avevamo già parlato di volerci sposare prima ancora di sapere del suo trasferimento, ma una volta saputo, abbiamo comunque deciso di mantenere quella data delle nozze avendo per noi un significato molto importante. Vista la distanza che ci divide a più di 1000 km, però vorremmo in seguito chiedere il ricongiungimento familiare così da tornare a poter stare di nuovo tutti insieme vista la nostra relazione ma anche il legame affettivo molto forte con il bambino e viceversa, nonostante la distanza. Sono a conoscenza del fatto che il ricongiungimento non venga accettato se il matrimonio è fittizio o fatto allo scopo esclusivo di far entrare il coniuge nel Paese, non vorrei che per questo creassero qualche problema. Come possiamo eventualmente dimostrare che il matrimonio era già nei nostri piani prima del trasferimento del mio partner e come possono loro verificare che quanto detto corrisponda al vero?. Ringrazio anticipatamente. Cordiali saluti

Buongiorno. è opportuno approfondire. Per una consulenza può contattarmi ai recapiti presenti sul mio website. La consulenza va concordata ed è a pagamento. Cordiali Saluti. Prof. Avv. Domenico Lamanna Di Salvo. MATRIMONIALISTA - DIVORZISTA. MILANO - BARI

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