Il tribunale per i minorenni non risponde alle mie numerose istanze per avere dei colloqui con le mie figli che sono state tolte alla mia ex convivente mentre io ero detenuto e collocate in comunità. Il tribunale non mi da risposte dopo che sono passati 2 anni alle mie istanze ho avuto solo un colloquio con loro mentre ero detenuto. Posso fare ricorso alla corte dei diritti dell'uomo per il fatto che il tribunale non mi risponde? Come posso richiedere tutti gli atti della pratica

Buongiorno. La sua richiesta merita un accurato approfondimento. Per una consulenza e per eventuale assistenza legale può contattarmi ai recapiti presenti sul mio website. La consulenza va concordata ed è a pagamento. Cordiali Saluti. Prof. Avv. Domenico LAMANNA DI SALVO. MATRIMONIALISTA - DIVORZISTA. MILANO - BARI

Buongiorno, La mia attuale azienda è una multinazionale che opera nei servizi del facility management. Sono stato assunto a dicembre 2019 con contratto metalmeccanico livello quadro con la qualifica di senior contract manager con la responsabilità di operare presso commesse di clienti esistenti nell’area del nord-est Italia per un totale di circa 17 milioni di euro di business, 5 tra contract manager e Facility manager a riporto diretto più i loro riporti per una struttura totale di circa 60 persone. Nel corso Del 2020 è stata affidata la responsabilità anche di un’ altra piccola unità per altre 7 persone arrivando a 18M€ di business. La società ha sede a Milano e io ero basato a Verona. Ad Inizio 2021 l’azienda ha avuto una riorganizzazione interna che separava il business globale dal business locale di cui facevano parte e L’azienda ha deciso di rimuovermi da ruolo pur avendo mantenuto risultati il linea con le aspettative aziendali. Senza alcuna comunicazione ufficiale a riguardo (nessuna lettera di trasferimento o documenti firmati) a gennaio 2021 sono stato rimosso dal ruolo e lasciato praticamente senza lavoro fino a giugno 2021 trasferito alla sede di Milano . Durante questo periodo è uscita solo una news letter aziendale in cui si diceva che sarei stato a supporto di due account ma senza alcuna responsabilità, Il mio lavoro era praticamente essere a disposizione. Dal 1 luglio sono stato dirottato presso una commessa a Roma con la qualifica di senior contract manager da me accettata formalmente ma dove in realtà svolgo l’attività di facility manager. La commessa ha un business di circa 700.000 € anno e 5 persone totali. Posso chiudere il rapporto di lavoro e chiedere i danni?. Grazie

Buongiorno. Per risponderle adeguatamente è necessario esaminare tutta la documentazione in suo possesso relativa al rapporto di lavoro. Sono a disposizione per fornirle una consulenza formale in merito, mi occupo di diritto del lavoro, può contattarmi ai recapiti che trova sul mio profilo. Cordiali saluti. Avv. Valeria Pietra - Pavia

Buongiorno, Qualche giorno fa mia nonna si è ammalata ed è stata ricoverata in ospedale. Oltre al fatto che vorrei assisterla non riesco mentalmente e fisicamente ad andare a lavoro. Lavoro per una cooperativa a stretto contatto con bambini disabili e necessito di un periodo di aspettativa per motivi personali in quanto devo affrontare la situazione. La ringrazio. Saluti cordiali

Buongiorno Sig.ra Rachele. Per poterLe rispondere adeguatamente sarebbe necessario visionare il Suo contratto di lavoro. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo. Torino - Milano

Buona sera, ho aderito ad un piano terapeutico con pagamento tramite Cofidis su proposta del medico, ho effettuato due pagamenti e caparra al medico, purtroppo dopo seduta prova ho avuto dei problemi, il medico mi ha detto di sospendere i pagamenti alla Cofidis e ho allegato via mail alla Cofidis certificato del medico, ma la Cofidis mi chiede che sia lo studio ad annullare il contratto, io non so più che fare ringrazio e saluto

Buongiorno. Per poterLe rispondere adeguatamente sarebbe necessario visionare il contratto sottoscritto. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo. Torino - Milano

Buongiorno, scrivo in merito all'obbligo del green pass dal 15 ottobre per i lavoratori. Mio marito è assunto in qualità di guardiacaccia dall'azienda agricola presso cui svolge il suo lavoro da diversi anni ormai e, non essendo lui vaccinato, il suo datore di lavoro ha espresso le sue preoccupazioni riguardo le sanzioni in cui potrebbe incorrere a seguito di qualche controllo. Ora noi ci stiamo chiedendo se un guardiacaccia che svolge le sue mansioni principalmente all'esterno può essere obbligato alla vaccinazione anticovid e se è possibile opporsi alle pressioni del titolare di lavoro. Ringrazio in anticipo e attendo una vostra cortese risposta

Buongiorno, non esiste l’obbligo di vaccino per la categoria dei guardiacaccia ma l’obbligo di greenpass sì. Quindi, se suo marito non vuole fare il vaccino dovrà effettuare un tampone ogni due giorni (il quale ovviamente dovrà avere esito negativo) e successivamente scaricare il greenpass. Resto a disposizione per eventuali chiarimenti ed invio cordiali saluti. Avv. Davide Longo (tel. 328/6193624)

Buonasera....abito in un condominio al primo piano e fanno parte del mio appartamento due terrazzi di uso mio privato...sotto a questi terrazzi ci sono due box di uso privato di altri due condomini del palazzo.il problema sono le infiltrazioni d acqua al tetto dei garage..io ho chiesto consulenza ad un ingegnere che tra l altro ha scritto una perizia giurata della quale sembra nn importi a nessunomi ha detto che le spese vanno ripartite un terzo io e due terzi per i garage sotto...i proprietari del garage imputano le spese solo a me in quanto esclusiva proprietaria del terrazzo grazie a chi mi rispondera

Dalla descrizione fatta, sembra che si tratti di una terrazza di livello, per la quale trova applicazione l'art. 1126 cod. civ., secondo il quale "Quando l'uso dei lastrici solari o di una parte di essi non è comune a tutti i condomini, quelli che ne hanno l'uso esclusivo sono tenuti a contribuire per un terzo nella spesa delle riparazioni o ricostruzioni del lastrico: gli altri due terzi sono a carico di tutti i condomini dell'edificio o della parte di questo a cui il lastrico solare serve in proporzione del valore del piano o della porzione di piano di ciascuno". Sembra quidi corretto quantio indicato dal suo ingegnere nella peopria perizia giurata

Buonasera, ho acquistato casa nel 2002 , casa del 1945, tramite un agenzia immobiliare, con uscita del perito e notaio, ora mi ritrovo a vendere casa, e sto riscontrando tanti problemi, non ho fatto lavori di ristrutturazione, ne cambiato altro. C' era un "pollaio" che mi hanno detto e scritto che era in regola, e una tettoia che va sul giardino che e' di pertinenza perenne, sono ex case popolari acquistate dal propietario precedente, poi deceduto e passata ai figli, Ora mi contestano il pollaio che dicono che e' diverso dall disegno, la tettoia che non ci dovrebbe essere, e manca un documento che dica che la casa era stata acquistata dal primo propietario. Chi e' il responsabile di tutto questo? e' normale che debba pagare io per delle cose che per me erano a norma?

Buona sera. Per poterle fornire un parere è necessario visionare la documentazione in suo possesso, relativa all'acquisto del bene. Il notaio è tenuto ad attestare che vi sia conformità tra il bene e lo stato di fatto. Io sono disponibile ad assisterla nella gestione della situazione venutasi a creare. Per prima cosa, Le segnalo che sarenne opportuno dare un incarico ad un tecnico per fare tutte le opportune verifiche. Prima di sottoscrivere un eventuale contratto preliminare di vendita o scrittura privata, verifichi che non siano posti a suo carico vincoli tali da rendere il prezzo convenuto per la vendita antieconomico. Il mio studio si trova a Vanzago, non lontano dalla Sua abitazione. Se ha necessità, mi contatto a mezzo mail per la fissazione di un incontro. Il costo del primo incontro, verrà considerato a titolo di acconto in caso di affidamento di incarico al mio studio.ù. La saluto cordialmente. Avv. Stefania Panzitta

Buongiorno, sono a richiedere le seguenti informazioni. 1- come occorre comportarsi dal 15/10, per mettersi nella condizione di potersi difendere legalmente, per i soggetti sprovvisti di green pass? E' giusto presentarsi al lavoro e farsi mandare a casa o è giusto non recarsi al lavoro? O addirittura è meglio recarsi al lavoro con il rischio di farsi sorprendere sprovvisti della tessera verde?. 2- nel caso avessi bisogno di consulenza legale, potreste comunicarmi i relativi costi standard per questioni come quella sopra descritta?. Ringrazio anticipatamente. Cordialità

La novità e le difficoltà della recente normativa non permettono di individuare ad oggi nessun orientamento certo e sarà necessario gestire ogni situazione in concreto caso per caso. Sarà importante tenere in considerazione le modalità concrete adottate dal datore di lavoro (controlli all'ingresso, controlli a campione, controlli successivi all'ingresso etc.). In linea generale appare corretto presentarsi al lavoro e, a seguito del controllo all'ingresso, una volta respinti dal datore di lavoro, adottare le eventuali opportune difese legali. Tenga presente che, in caso di mancati controlli all'ingresso, i controlli successivi sono più rischiosi, perchè se si è presenti effettivamente sul luogo di lavoro senza i requisiti richiesti si è colpiti dalla corrispondente (salata) sanzione. Può contattarci dal profilo personale / cosulenza diretta per un consulto personalizzato. Consiglio in ogni caso di mettersi in contatto con un Legale della sua zona in modo da conoscere meglio gli orientamenti anche locali nell'attuazione della normativa. Cordiali saluti

Buonasera, circa un anno fa ho acquistato un immobile al piano terra di una villetta a schiera. Due anni prima del mio acquisto, il piano seminterrato è stato acquistato da un altra persona, dallo stesso venditore poichè originariamente si trattava di un unico immobile. Nel mio atto di proprietà è specificato che acquisto appartamento di 78 metri con corte antistante e retrostante di esclusiva proprietà. Nell' elaborato planimetrico allegato all'atto è correttamente rappresentato il tutto. Il vicino del piano di sotto, sostiene che il cortile antistante sia parte esclusiva della sua proprietà. Nel suo atto, viene specificato solo l'acquisto dell'appartamento di 78 metri e non si fa alcun riferimento al cortile, ma nell'elaborato planimetrico risulta il disegno del cortile. Verificando le planimetrie depositate al comune, il cortile risulta regolarmente facente parte del mio subalterno. inizialmente, sembrava che si fosse trovato un accordo, lo avremmo utilizzato in comune, io per gli allacci del gas e per depositare la bicicletta e loro lo hanno voluto sistemare a loro piacimento effettuando dei lavori e cambiando il cancello di entrata. Purtroppo ora si rifiutano di fornirmi la chiave mi hanno esplicitamente detto di chiedere il permesso per utilizzare il cortile. Inoltre, senza nemmeno avvisarmi, hanno rimosso un secondo cancello per effettuare un restauro mai concordato. Come posso procedere per tutelarmi dato che a questo punto la parola data pare sia saltata? Grazie

Buonasera. Per poterLe rispondere adeguatamente è necessario approfondire la questione in quanto ci sono diversi aspetti da chiarire. Se necessita, anche solo di una consulenza, mi può contattare senza impegno ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo. Torino - Milano

Consulenze legali su deQuo - Consulta l’archivio risposte - Pag.513

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