Salve. Ho bisogno di una consulenza circa la mia attuale situazione. Vivo in un appartamento in affitto e da qualche mese mi trovo in una situazione complicata. Quando mi sono resa conto che qualcuno frugava tra le mie cose in mia assenza e quando alcuni oggetti e soldi sono misteriosamente spariti, vivendo con altre due persone ho manifestato il mio malcontento circa tale situazione. Sono da allora iniziate varie calunnie ed atti irrispettosi, oltre che continui beffeggiamenti ed insulti (anche notturni) da ledere sulle mie condizioni psico-fisiche. Presumo, inoltre, essendo loro prima in possesso della password del mio telefono, che abbiano installato sullo stesso un applicazione spia (es. mspy o simili) essendo venuti loro a conoscenza di informazioni private che non avrebbero potuto ottenere in altro modo, quindi sottoporrei il mio telefono ad ulteriori accertamenti per provare ciò. Cosa posso fare per tutelarmi? Mi è consentito per legge tutelarmi in qualche modo, anche attraversando specifiche indagini o mi è concesso utilizzare anche registrazioni fatte in mia presenza? Grazie per l'aiuto

Buonasera. Sono l'Avv. Lucio Spagnuolo del Foro di Nocera Inferiore (SA). Innanzitutto, visto il clima di assoluta invivibilità, è preferibile che lei lasciasse in breve tempo l'appartamento per trasferirsi in altra abitazione. Successivamente, può presentare atto di denuncia querela alle Autorità avendo cura di esporre con precisione i fatti di cui è vittima rendendosi disponibile a depositare il suo telefono cellulare per gli opportuni accertamenti tecnici. Al fine di raccogliere elementi idonei a dimostrare le condotte di cui lei si duole, può legittimamente utilizzare registrazioni di conversazioni avvenute esclusivamente in sua presenza. Nel caso in cui voglia approfondire la problematica, può ricontattarmi con la richiesta di una consulenza Premium , fornendo più dettagli sul caso specifico, al fine di ottenere nuovi chiarimenti ed eventuale supporto nella redazione della querela. Distinti saluti. Avv. Lucio Spagnuolo

A seguito di un anno di guerra con la mia ex suocera, in ambito civilistico, in merito ad un testamento lasciatomi dal mio compagno(suo unico figlio maschio) deceduto prematuramente nel quale lui mi lasciava in eredità la sua di lui abitazione... la stessa mi provocava spesso e volentieri con messaggi pesanti ai quali spesso nn davo seguito ma a volte rispondevo con i dovuti modi... Ma rispondevo. Siccome la mediazione obbligatoria si è conclusa a mio favore ecc... lei per vendicarsi mi ha querelato penalmente per molestie ed ora vuole rimettere la querela. Ciò è sufficiente? O Cmq andremo in giudizio???

Buonasera. Purtroppo il reato di molestia o disturbo alle persone di cui all'art. 660 c.p. non è rimettibile, quindi, nel caso in cui il P.M. si determinerà per l'esercizio dell'azione penale dovrà difendersi in giudizio. Nel caso in cui voglia approfondire la problematica fornendo più dettagli sul caso specifico, può ricontattarmi con la richiesta di una consulenza Premium, al fine di ottenere nuovi chiarimenti ed eventualmente elaborare una linea difensiva. Distinti saluti. Avv. Lucio Spagnuolo

Buongiorno, ho subito delle lesioni personali dovute a una improvvisa caduta di calcinacci provenienti da un edificio pubblico. Ero di passaggio, sono stato aggredito da pezzi di intonaco molto grandi che mi hanno provocato due tagli sul petto. Subito dopo l'evento ho chiamato la polizia locale che è intervenuta sul posto per redigere il classico verbale, entro le 24 ore sono passato in pronto soccorso per farmi visitare e subito dopo ho sporto denuncia ai carabinieri. Potrei sapere, con l'aiuto di un legale, come viene definito l'eventuale danno biologico e a quanto ammonterebbe il risarcimento? Oltre ad aver rischiato la vita, dal momento che i costoni di calcestruzzo mi hanno sfiorato la testa, mi ritrovo ora con due cicatrici, piccole ma evidenti. Grazie in anticipo a coloro che mi risponderanno

Buonasera, la valutazione del danno biologico è affidata a un esperto medico legale e la quantificazione si basa su tabelle. Stante la peculiarità del caso, una prognosi forfettaria del risarcimento sarebbe pressoché impossibile. In ogni caso, qualora il Pubblico Ministero decidesse di esercitare l’azione penale, Lei potrebbe costituirsi in giudizio per chiedere il risarcimento (quindi esercitare l’azione civile in sede penale). Qualora Le occorra assistenza legale, può contattarmi dal mio profilo. Buon proseguimento

Salve, io a maggio del 2021 ho avuto un incidente con il furgone mentre stavo lavorando,ho scontrato contro in altra vettura guidata da una signora ,mi è stata subito levata la patente per i 10 giorni di legge e poi confermata per 6 mesi dopo fatte i dovuti accertamenti che hanno detto che guidavi sotto effetto di stupefacenti (cocaina) dopo circa due mesi la signora viene dimessa e dopo 4 mesi è morta ma non ancora stabilito da cause incidente i COVID , io nel frattempo sapendo di avere commesso una violazione per un urgenza famigliare ho preso la macchina e sono stata o fermato quindi procedura del sequestro del mezzo per 3 mesi e richiesta al prefetto di revoca della patente ma nel frattempo entro i tempi sempre di legge ho presentato un ricorso al giudice di pace che sono passati ben 6mesi senza risposta è ho pure fatto la visita commissione parenti che mi ha riformato per un anno e poi visita perché alloro è tuttora risulta sospesa mentre alla motorizzazione revocata ora la mia domanda è 1QUANTO TEMPO A IL GIUDICE DI PACE PER RISPONDERE?E COME MAI NON RISULTA DA NESSUNA LA REVOCA TRANNE CHE ALLA MOTORIZZAZIONE?

Buongiorno. Trattandosi di questione complessa, qualora volesse ricevere una consulenza, La inviterei a prendere contatto con il mio studio ai recapiti presenti sul mio profilo, anche per concordare la visione della documentazione in Suo possesso. In via generale non ci sono tempistiche perentorie entro le quali il Giudice deve riscontrare l'istanza e generalmente la sospensione/revoca della patente viene disposta con Provvedimento prefettizio. Resto a disposizione. Avv. Ilenia Bertaggia

Abbiamo venduto un appartamento confinante con terreno di ns. proprieta'. abbiamo fatto il contratto solo per l'appartamento ma l'acquirente voleva anche il terreno. abbiamo detto di no per il terreno, abbiamo firmato un atto privato in cui si concedeva l'uso gratuito di un pezzo dello stesso solo che, successivamente al rogito abbiamo avuto delle discussioni da parte degli acquirenti e quindi non vogliamo piu' concedergli l'uso del pezzetto di terreno. possiamo revocare questa scrittura privata e nel caso loro possono farci causa come hanno minacciato? grazie per la risposta

Gentile Utente. Nella premessa che occorrerebbe visionare la documentazione sottoscritta, sembrerebbe che sia stato stipulato un contratto di comodato ad uso gratuito. Pertanto, sarebbe d'uopo avere contezza sul se tale "concessione" sia stata fatta a tempo determinato o indeterminato e, in tale ultimo caso, se tale termine non sia invero individuabile sulla base dell'uso a cui il terreno doveva essere destinato. In particolare, nell'eventualità in cui non siano stati pattuiti limiti di durata, si significa che il comodatario è tenuto ai sensi di legge alla restituzione del bene non appena il comodante lo richieda. Cordialità

Buona sera, in novembre 2021 ho querelato una persona per truffa. In settimana mi ha chiamato il maresciallo della caserma dove ho fatto la querela dicendomi che il magistrato che ha in carica la querela ha delle domande da farmi, in particolare Volevo sapere l esatta somma prestata alla querelante e le volte che la vedevo in una settimana. La domanda era la somma esatta dei soldi dati. Volevo sapere se visto che il magistrato vuole chiarimenti in merito e mi chiede la quantità esatta dei soldi ci sono possibilità che la querela vada in porto o è solitamente una prassi giudiziaria e va in archiviazione

Gentile Utente. Tendenzialmente quando il magistrato richiede chiarimenti, significa che perlomeno la Sua denuncia-querela può avere qualche possibilità di successo; se invece fosse stata completamente infondata il magistrato non avrebbe richiesto alcun chiarimento. Tenga conto che il reato di truffa è procedibile d'ufficio solo quando il danno causato è di rilevante entità; se Lei ha presentato querela fuori dai termini (tre mesi) e il danno non è di rilevante entità allora seguirà necessariamente l'archiviazione. Avv. Dario Luraghi

Salve sono una ragazza residente in veneto di 24 anni . Il mio piu grande error é stato quello di non essermi mai interessata alle miei questioni giudiziarie e di conseguenza ho sempre proceduto con avvocato d Ufficio. Qual ora I miei reati erano di furti minori il Dicembre scorso mi sono imbattuta in un spiacievole episodio di furto in abitazione a me sconosciuto ma sfortunatamente mi trovavo li e adesso ho PAURA di essere accousata e incarcerata ingiustamente! La mia incertezza piu grande é il fatto che mi é stato detto che questo reato non prevede alternative mi farebbe sapere che fare ho gia fatto l appello dove il mio coinputato ne é uscire con Pena sospesa provvedendo con spesezl legali

Buongiorno. Certamente la vicenda andrebbe approfondita al fine di valutare nello specifico la vicenda (qual è l’ipotesi contestata, in particolare) e intraprendere una corretta difesa. Se necessita di una consulenza più approfondita e di assistenza, può contattarmi ai recapiti presenti sul mio profilo. Potremmo fissare un appuntamento telefonico (anche in videochiamata) per discutere meglio di tutto. In attesa di un suo eventuale riscontro, Le auguro una buona giornata. Cordiali saluti. Avv. Francesco Genovino (Penalista)

Buona sera, in novembre 2021 ho querelato una persona per truffa. In settimana mi ha chiamato il maresciallo della caserma dove ho fatto la querela dicendomi che il magistrato che ha in carica la querela ha delle domande da farmi. La domanda era la somma esatta dei soldi dati. Volevo sapere se visto che il magistrato vuole chiarimenti in merito e mi chiede la quantità esatta dei soldi ci sono possibilità che la querela vada in porto o è solitamente una prassi giudiziaria e va in archiviazione

Buongiorno, mi pare evidente che le indagini siano ancora in corso e anche le tempistiche lo suggerirebbero. Tuttavia per maggior certezza (nonchè per conoscere il numero del procedimento e il Magistrato assegnatario) può presentare, in qualità di Persona Offesa, un'istanza ex art. 335 C.P.P. presso la compatente Procura della Repubblica. Resto a disposizione, ove necessitasse, ai contatti presenti sul mio profilo. Avv. Ilenia Bertaggia

Buongiorno, ho subito una lesione colposa lieve da 7 giorni di prognosi. Chi me l'ha causata non ne ha voluto sapere di assumersi la colpa, quindi l'ho querelata. Il tentativo di conciliazione in questura non è andato a buon fine e non ho ritirato la querela. Dopo due anni, in cui pensavo che la querela fosse stata archiviata vista la tenuinità dei fatti (al 90% doveva essere archiviata, secondo avvocati e questura), mi arriva la convocazione dal giudice di pace per il procedimento. Personalmente non ho intenzione di procedere, in quanto ritengo più alto lo stress, che il beneficio di un procedimento simile, non mi sono costituito parte civile e non lo farò, quindi pensavo di rimettere la querela prima della prima udienza. Le mie domande sono sostanzialmente rivolte alla remissione. Il querelato ha vantaggio a non opporsi alla remissione, in quanto se fatta prima della prima udienza, non avrà nessuno strascico giudiziale ed avrà quindi un'"assoluzione piena" in quanto il processo non è mai iniziato?. Il querelato dovrà sostenere dei costi verso lo stato, oltre a quelli del suo avvocato?. Il querelato può in qualche modo rivalersi su di me per ripicca, tipo denunciandomi per qualche motivo? Lui sostiene di non avermi fatto nulla, io ho testimoni che dicono il contrario e lui ovviamente i suoi, resta il fatto che io ho un danno fisico, lieve, ma permanente. Cambia qualcosa, sia dal lato giudiziale, che economico, se riemetto la querela prima della prima udienza dal giudice di pace, o alla prima udienza con tentativo di conciliazione?. La ringrazio molto, codiali saluti

Buongiorno. Se non si presenta alla prima udienza davanti al Giudice di Pace è molto probabile che verrà rifatta una seconda citazione con l'espressa indicazione che il non presentarsi sarà valutato come volontà implicita di remissione della querela. SIa che rimetta la querela esplicitamente, sia che ciò avvenga secondo il predetto meccanismo, il querelato ha certamente interesse alla accettazione della remissione della querela, posto che, in questo caso, sarà come se nessun procedimento penale fosse mai iniziato nei suoi riguardi. Non si tratta di assoluzione ma di "non procedibilità", che non implica alcun giudizio nel merito dei fatti storici accaduti. Il querelato dovrà chiaramente sostenere le spese legali del proprio avvocato per l'attività svolta, ma non necessariamente anche le spese di giustizia, che dipendono dalla decisione del Giudice. Il querelato potrebbe, ricorrendone i presupposti, procedere nei Suoi riguardi per il reato di calunnia, qualora avesse le prove che la querela fatta era falsa. Per quanto riguarda il lato economico, se Lei non è assistito da un legale, per Lei non cambierà niente. Porgo cordiali saluti, rendendomi disponibile qualora fosse necessaria assistenza, operando in tutto il territorio nazionale. Avv. Gino Moroni - Foro di Bologna

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