Ho pubblicato un post su Facebook riportando le risposte pubbliche di una carica politica alle mie domande fatte durante un ricevimento nelle sue funzioni. Dopo averlo pubblicato sono stato invitato da questa persona a rimuoverlo poiché non avevo richiesto il suo consenso che mi ha negato. L ho cancellato immediatamente e il post sarà stato online un oretta e mezza. Il fatto è avvenuto il 19.12.21, Vorrei sapere se sono perseguibile legalmente? Ed eventualmente che pene rischio. Più di 25 anni fa sono stato condannato con sospensione della pena a 3 mesi di reclusione e un ammenda per tentato furto. I

Gentile cliente. Il reato astrattamente sussumibile sarebbe quello previsto dall'articolo 595 del codice penale, in poche parole la diffamazione, la cui condizione di procedibilità è una formale denuncia - querela. Ammesso dunque che la persona offesa (il politico) abbia sporto querela per un post su Facebook (cosa casisticamente infrequente), bisognerebbe andare a dimostrare la natura diffamatoria delle sue espressioni. Nel caso in cui, come dice, le stesse fossero una mera ripetizione delle risposte proferite dallo stesso in un evento pubblico, difficilmente si configurerebbe il reato di diffamazione, giacché insussistenti i requisiti di base. In altre parole, può stare tranquillo. Le auguro una buona giornata. Saluti. Avv. Agostino Imperatore

Gentilissimi avvocati, vi contatto per avere un consiglio in merito alla valenza di una disdetta come da titolo. A seguito di disdetta di abbonamento a portale immobiliare , inviata via pec ed effettuata nei giusti termini previsti, mi viene contestata la pec quale mezzo idoneo, in quanto nel contratto e' presente un preciso indirizzo mail atto a ricevere disdette. Pertanto, secondo l'operatore del portale immobiliare , la disdetta non puo' essere presa in considerazione e quindi il contratto si rinnova automaticamente alle medesime condizioni. E' giusta l'osservazione dell'operatore ? Grazie anticipatamente

Buongiorno. La disdetta da Lei effettuata via PEC è legittima. La PEC ha lo stesso valore legale di una raccomandata a/r. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo. Torino - Milano

Buonasera,volevo sapere in merito al titolo, nello specifico io amministratore, prima della vendita ho inoltrato mai, sia al notaio che poi ha stipulato l'atto e sia all'avvocato difensore del nuovo condomino acquirente, ove si dichiarava l'ammontare complessivo del debito del condomino venditore e nonostante tutto ciò è stato stipulato l'atto di compravendita come se nulla fosse dovuto....io a questo punto penso che ne risponda completamente il nuovo proprietario in quanto è stato da me messo al corrente del debito arretrato ..... sbaglio?

Gentile Utente, si tratta di un'obbligazione solidale: per le spese ORDINARIE dell'anno in corso e dell'anno precedente: sono tenuti al pagamento sia il precedente che il novo proprietario, obbligati in solido. Lei dovrà formulare la richiesta al nuovo proprietario, il quale avrà poi diritto di rivalsa sul venditore per farseli restituire. Per le spese ordinarie che vadano oltre i precedenti 2 anni resta responsabile il vecchio proprietario. Le spese straordinarie sono a carico del vecchio proprietario che all'epoca le ha approvate. Resto a disposizione nel caso necessiti di una consulenza più approfondita sull'argomento. Potrà richiedere - se vuole - una consulenza diretta tramite il mio profilo. Cordiali saluti. Avv. Antonino Ercolano

I proprietari della casa dove vivo con la mia famiglia mi hanno citato perché a seguito del versamento della caparra per l’acquisto dell’appartamento io ho rinunciato a partecipare all’atto d’intestazione dell’immobile per diverse motivazioni. Con la citazione presentata dai proprietari ricorso ex art. 702-bis c.p.c., secondo le normative Covid ci si doveva costituire entro 10 giorni dall’udienza (15 dicembre) e presentare la documentazione scritta entro 5 giorni dall’udienza (15 dicembre). Dopo aver saputo che l’avvocato che avevo non ha fatto ne costituzione e ne presentazione documentazione scritta per la difesa allora mi sono recato personalmente nella speranza di poter rendere testimonianza verbale a mia difesa e comunque di tornare all’accordo originario con la controparte; ho scoperto sul luogo però che il procedimento (normative covid) non prevede l’udienza fisica ma, a discrezione del Giudice, un’eventuale successiva convocazione delle parti. Quindi non so che fare adesso, vorrei capire se c’è possibilità di poter presentare la mia difesa anche se i termini sono scaduti, o se c’è possibilità per fare ricorso in modo tale fa presentare anche io al giudice le mie ragioni?. Grazie

Buonasera. Per poterLe rispondere adeguatamente bisognerebbe visionare la documentazione in Suo possesso oltre ad accedere al fascicolo. Se necessita, anche solo di una consulenza, mi può contattare ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo. Torino - Milano

Salve avvocato Le volevo chiedere un'informazione Io più di 10 anni fa ho dato come garanzia a un mio amico un assegno di €5000 che questo mio amico non ha pagato il suo fornitore è il fornitore ha presentato il mio assegno che non era coperto ed eri entrato in ritardo in banca io ho preso una multa dal tribunale di €1000 e le volevo chiedere se negli anni Io ancora devo pagare quella assegno oppure decaduto Sono passati più di 10 anni quasi 11

Gli assegni sono un mezzo di pagamento, non un mezzo di garanzia (la cambiale è un mezzo di garanzia). Il Tribunale non emana multe per assegni scoperti. La sanzione è amministrativa e dovrebbe esserci stata la segnalazione al CAI, con ostacoli per accesso al credito ed apertura di altri conti correnti e per l'emissione di assegni per un determinato periodo. Se il debitore è il Suo amico, Lei non è tenuto ad ottemperare al pagamento del Suo amico (manca il titolo causale che giustificherebbe il pagamento). Resto a disposizione nel caso necessiti di una consulenza più approfondita sull'argomento. Potrà richiedere - se vuole - una consulenza diretta tramite il mio profilo ed inviare eventuale copia di documenti al mio indirizzo e-mail. Cordiali saluti. Avv. Antonino Ercolano

Sto pensando di acquistare un appartamento all’asta, facente parte di un condominio situato in un contesto di buon valore paesaggistico e turistico, costruito dalla società a conduzione familiare XZY nel 1997. Questa società usava il condominio per fini locativi/turistici (affittando case vacanze) ma nel 2008 - in difficoltà economica - ha venduto poco meno della metà degli appartamenti a singoli proprietari stranieri. Da allora però, sebbene sia anche stato registrato e depositato un regolamento condominiale, i nuovi proprietari, oltre ad avere acquistato dalla società XZY, hanno continuato a farle affidamento per la manutenzione dei loro appartamenti e per il pagamento delle spese. In altre parole, non è mai stato eletto un amministratore, non vi sono mai state riunioni condominiali, non esistono verbali o - per quanto è possibile - documentazione delle spese sostenute, perché tutta l’amministrazione è stata gestita dalla stessa società XZY che ancora deteneva la proprietà della maggior parte del condominio. Nel 2017 però la società non riesce a pagare più i debiti e le vengono pignorati tutti gli appartamenti, tra cui quello che sto pensando di comprare all’asta. Essendo oggetto di un’ asta giudiziaria, l'estesa documentazione sull’immobile è naturalmente di grande aiuto, e fortunatamente scongiura molte possibili problematiche (strutturali, catastali, ipoteche etc). L’unico aspetto che però rimane fuori è quello delle spese condominiali. Se è vero infatti che esiste una stima di quelle che saranno le spese fisse di gestione o di manutenzione annue per ogni unità, che il regolamento condominiale contiene una tabella con i millesimi per ogni unità e tipologia di spesa, che dalla perizia non emergono debiti condominiali, rimane il fatto che la perizia risale a 3 anni fa e che la gestione amministrativa è in mano di fatto alla società debitrice. Il dubbio rimane quindi che la stessa società possa comunque un giorno rivalersi - per spese vere o presunte - sul nuovo acquirente adducendo spese arretrate e/o deliberate negli ultimi due anni. Ad alimentare questo timore, il fatto che nessun documento in mio possesso menzioni quali spese straordinarie siano state fatte negli ultimi due anni e/o cosa esattamente sia compreso nelle spese fisse di gestione o di manutenzione annue per ogni unità

Buongiorno. Come si renderà conto dalla corposità della sua richiesta, la questione è complessa e va esaminata dettagliatamente. Pertanto, se crede può contattarmi per una consulenza diretta, senza impegno, dove potrò eventualmente esserle d'aiuto. Cordialissimi saluti. Prof.Avv. Antonio Leggiero

Buonasera, sono un locatore che ha stipulato un contratto commerciale di un terreno sul mare dove viene svolta una attività stagionale di ristorazione. Il punto 3 , circa la durata, così recita: 2La durata del presente contratto di affitto è di sei anni a decorrere dal 01.01.2018 e sino al 31.12.2023, salvo proroghe e si rinnoverà tacitamente per un eguale periodo salvo disdetta di una delle parti da comunicarsi almeno un anno prima della scadenza con lettera AR. Chiedo se invio disdetta un anno prima della scadenza dei sei anni, la stessa è valida?

Gentile Utente, i motivi di disdetta del locatore alla prima scadenza sono molto limitati (alla prima scadenza la disdetta non può avvenire per qualsiasi motivo). Pertanto occorrerebbe comprendere - nel Suo caso specifico - quali potrebbero essere i motivi che potrebbero legittimarla a disdettare il contratto ed in quel caso inviare una corretta disdetta 1 anno prima (con espressa specificazione del motivo). Occorrerebbe poi prendere visione del contratto stipulato. Se necessita di una consulenza più approfondita può richiedere una consulenza diretta tramite il mio profilo ed inviare poi il contratto di locazione al mio indirizzo e-mail: antoninoercolano()hotmail.it. Cordiali saluti. Avv. Antonino Ercolano

Buonasera, mi chiamo ****, nel giugno 2021 ho affidato dei lavori edili ad un'impresa ma durante la realizzazione ci sono stati problemi di ritardi e i lavori a mio giudizio sono stati mal eseguiti. Ho pagato il 30% d'acconto, poi non ho pagato il secondo acconto in quanto i lavori erano in ritardo e a fine lavori l'impresa mi ha annullato il secondo acconto e mi ha inviato il saldo dove ha "gonfiato" qualche voce del preventivo. Non avendo pagato neanche la fattura di saldo ma spiegando le mie motivazioni di tale rifiuto di pagamento ora mi trovo ad accettare il pagamento della fattura di saldo scontata del 20% oppure attendere l'ingiunzione di pagamento e vedere cosa deciderà il giudice. Stiamo parlando di 20.000€ di fattura. Cosa mi consigliate fare?

Buonasera. La questione andrebbe approfondita in quanto ci sono diversi aspetti da chiarire e valutare. Se necessita, anche solo di una consulenza, mi può contattare ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo

Salve, nel 2000 venni riformato dal servizio militare per "disturbo d'ansia parossistico a carattere esimente - art. 15/31". In poche parole: attacchi di panico (mi sentivo male all'improvviso e credevo stessi per morire). Da allora ho intrapreso un percorso terapeutico che mi ha portato a totale guarigione (non ho un attacco di panico dal 2001). Visto quanto sopra, posso partecipare ad un concorso per agente di polizia locale? Il fatto che vengono muniti di arma (diventando agenti di pubblica sicurezza) mi escluderebbe? Posso fare qualcosa in merito?. Grazie per l'attenzione

Gentilissimo. Buonasera. Mi dispiace per quello che ha sofferto. E' una patologia realmente invalidante che causa profonda sofferenza. Mi fa piacere che sia guarito. Tuttavia, temo che effettivamente sia una condizione potenzialmente ostativa per il concorso in questione. In ogni caso, può provare a presentare egualmente domanda. Per qualsiasi sua esigenza può tranquillamente contattarmi. Distinti saluti. Prof. Avv. Antonio Leggiero NAPOLI

Consulenze legali di Diritto Civile - Pag.134

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