Salve,ho acquistato una casa (come prima casa) con inquilini con contratto di affitto rinnovato prima del mio acquisto. La casa è a mio uso abitativo (ho una figlia minorenne tra l'altro) e necessita di ristrutturazione, ho già avviato le pratiche anche per usufruire del bonus 110%. La domanda è: prima di tutto posso eseguire i lavori in casa con dentro gli inquilini,ovviamente avvisandoli che entro 6 mesi inizieranno i lavori?poi visto che credo non hanno intenzione di uscire,anzi al telefono mi hanno anche vietato di entrare per visionare la mia casa...assurdo!vorrei capire se posso (essendo io il nuovo proprietario) sempre con comunicazioni scritte anticipate....anticipare la loro scadenza di contratto cosi' da farli uscire?Grazie

Buonasera. Premesso che la questione andrebbe approfondita in quanto ci sono diversi aspetti da chiarire, nel caso di vendita di un immobile con l'inquilino dentro, il nuovo proprietario deve rispettare anche la durata del contratto e, quindi, attendere la scadenza prevista nel contratto per scegliere se rinnovarlo o recedere con comunicazione inviata al conduttore almeno 6 mesi prima. Se necessita, anche solo di una consulenza, mi può contattare senza impegno ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo. Torino - Milano

Buongiorno,,cerco di essere breve Mia mamma vive nella sua casa ,con mio fratello e sua moglie .Dopo la morte di mio padre noi fratelli (3)abbiamo deciso di lasciare la nostra quota di successione a quello che ora è in casa. Ora dopo un battibecco con mia madre e la nuora ,l ultima a chiesto la suddivisione delle spese che in parte già facevano. Ora avrei due damande. È possibile che mia madre possa chiedere l affitto ad entrambi?. Le spese vanno divise per 3 corretto?. Ringrazio

BUon giorno. In linea generale escludo la possibilità di chiedere un affitto, in assenza di un contratto scritto, anche perchè suo fratello è comproprietario della casa pro quota ereditaria. Solo Il rapporto di coabitazione tra sua madre e sua nuora è qualificabile come comodato precario gratuito, che in base all'art. 1810 cc può interrompersi in qualsiasi momento a semplice richiesta del comodante (ovvero di sua madre). Sua madre potrebbe quindi chiedere a sua nuora (in forma scritta) la restituzione della casa per cessazione del comodato; se la nuora rifiuta, diventerebbe occupante senza titolo, con conseguente possibilità di sua madre di chiederle una indennità per occupazione senza titolo, quantificabile in 1/3 del valore locativo della casa. Le spese di casa, salvo vosttro diverso accordo, vanno divise tra i 3 occupanti in parti uguali. Se ha necessità di ricevere una consulenza più approfondita, può contattarmi ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a disposizione e la saluto cordialmente. Avv Filippo Bellinzoni

Buongiorno chiedo consulenza legale riguardo problemi impianto acqua per casa bifamiliare. Impianto acqua pubblica che serve mia proprieta con contatore intestato a me con relativi oneri. Tale impianto ha una derivazione di servizio ad altro appartamento della bifamiliare con tragitto completamente situato nella mia proprieta. Un anno fa ho deciso la vendita del mio appartamento comunicando al vicino tramite raccomandata R.R. di provvedere a installare un proprio contatore per il motivo sopracitato. Un mese fa ho fatto seconda raccomandata R.R. comunicando di provvedere urgentemente a quanto richiesto circa un anno prima e che entro il 10-05-2022 avrei provveduto a togliere alimentazione acqua dalla mia proprieta perche i potenziali acquirenti non vogliono tale situazione. Ad oggi il proprietario dell altro appartamento non ha provveduto a quanto richiuesto quindi il giorno. 10-05-2020 provvedero a eliminare derivazione tubazioni acqua e di conseguenza chiudero servizio acqua all'appartamento non di mia proprieta.Chiedo se questa mia ultima operazione è legale ???

BUon giorno. Per risolvere il suo caso occorre preliminarmente verificare se la servitù di passaggio di acqua dal suo fondo a quello del vicino sia stata formalizzata con un contratto scritto. In caso affermativo, lei non può eliminare la derivazione delle tubazioni perchè violerebbe il contratto costitutivo della servitù. A contrario, in assenza di un contratto scritto, il suo vicino eserciterebbe il diritto di servitù solo a titolo precario, e lei avrebbe quindi diritto ad eliminare la derivazione. Se ha necessità di ricevere una consulenza più approfondita, può contattarmi ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a disposizione e la saluto cordialmente. Avv Filippo Bellinzoni

Salve buongiorno Molti anni fa ho comprato un terreno in zona PIP per realizzare un edificio, che ho realizzato e finito nel corso degli anni, ora lo stabile e al 100% finito e pronto all'uso. Unico intoppo che io ho solo l'accatastamento del 2016 e non ho agibilità. Ho chiuso la mia azienda nel 2019 per motivi di salute certificati, ( ho un tumore nel sangue ). Oggi ho trovato un compratore o acquirente, e vorrei sapere come e se è possibile procedere alla vendita o a un affitto con riscatto, se esiste qualche legge in materia, ho un precedente al mio caso. Grazie

Buon giorno. In mancanza del certificato di agibilità, l'immobile non può essere venduto, ma è possibile fare un contratto preliminare di compravendita con vendita definitva condizionata al rilascio del certificato. In alternativa, può fare un contratto di locazione con diritto di riscatto (cd. rent to buy). Se ha necessità di ricevere una consulenza più approfondita, può contattarmi ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a disposizione e la saluto cordialmente. Avv Filippo Bellinzoni

A settembre 2021 sono stato querelato per aver dato uno schiaffo a un vicino di casa poco dopo un diverbio. Io ho avuto lesioni , ingiurie, ma ho rinunciato tacitamente a querelare. Pochi giorni fa mi è stato notificato Avviso ex art 415 bis dove risultano a mio carico due reati: 614 comma 4 e 581. Ora la querela è stata ritirata e ci siamo riconciliati, ma il comma 4 art 614 comporta procedibilità d' ufficio, è corretto ? Questa aggravante mi è stata attribuita per mero errore di valutazione, il mio schiaffo è stato dato in un impeto d'ira ed esasperazione per il comportamento reiterato del vicino, non certo come mezzo strumentale per introdurmi in altrui domicilio con chissà quali intenzioni ! So che la Cassazione è intervenuta almeno due volte in merito a tale equivoco, chiarendo e ribadendo che deve esserci il nesso teleologico tra i due reati, e non basta un mero rapporto occasionale (Sent. Cassaz. n° 9084/2018 e 27542/2010). Come posso fare per dimostrare l'errore e quindi ottenere l'archiviazione per querela ritirata ?. Ho richiesto l'interrogatorio e dichiarazioni spontanee, massima collaborazione da parte mia. Domanda: rischio la citazione a giudizio ? Rischio di dimostrare il banale errore di indagine dopo anni di devastanti cause giudiziarie ? E' urgentissimo per me chiarire al più presto il loro errore di valutazione/deduzione ! Il procedimento si trova in fase indagini preliminari concluse, spero di essere ancora in tempo, o in questa fase il PM ha già deciso di richiedere la citazione a giudizio ? Ci sono possibilità che il PM richieda comunque l'archiviazione ? Vi ringrazio

Gentilissimo. Buongiorno. Proprio perché la sua richiesta ha carattere della massima urgenza ho l'obbligo ed il dovere morale di risponderle al più presto. Quindi, anche oggi che il Primo Maggio. Entrando nel merito della questione, purtroppo (spiace dirlo) in Italia a volte bisogna aver paura dell'errore con il Sistema - Giustizia. Pertanto, come primo consiglio, la esorto a nominare un Avvocato che si attivi in sua vece e che lo faccia con immediatezza. Se vuole sono un penalista e lavoro anche a Roma, può contattarmi. Resto a disposizione. Cordialissimi saluti. Prof. Avv. Antonio Leggiero

Buongiorno, io e mia moglie siamo sposati dal 04/2019,senza figli e in separaz dei beni. Lei lavora regolarmente con un basso stipendio (700€) piu un lavoro in nero (500€). Da tempo,dopo litigi continui in casa,ho deciso di chiedere la separazione.Lei non vuole e dice che se questa é la mia decisione le devo il mantenimento.Io lavoro con uno stipendio di 1100 euro.Lei ha diritto al mantenimento?. Ma cio che mi preoccupa di piu é che il contratto di locaz (ced.secca 4+4) della casa in cui viviamo é intestato solo a me.Registrato dall'11/2018 e con prima scadenza a fine 10/22.Adesso io ho inviato raccom. a/r (6 mesi prima) alla locatrice,la quale con poco interesse non ha ancora ritirato la stessa presso l'uff.postale.Dubito che la ritirerà,ma intanto l'ho informata,tramite whatsapp,delle mie intenzioni di rifiutare il rinnovo contratto per i successivi 4 anni.So per certo che mia moglie rifiuterà di uscire di casa nel giorno di fine contratto. Domanda che mi pongo:come dovró comportarmi quel giorno?E cosa posso rischiare io,con la locatrice,se mia moglie non uscirà di casa?Potrei ritrovarmi a dover continuare a pagare canone affitto perché lei rifiuterebbe di uscire di casa con tutte le sue cose?Grazie in anticipo per la risposta.Buona giornata e a presto

Buonasera. La questione andrebbe approfondita in quanto ci sono diversi aspetti da chiarire e valutare. Se necessita, anche solo di una consulenza, mi può contattare senza impegno ai recapiti indicati nel mio profilo. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo. Torino - Milano

Buongiorno, la contatto per un problema da risolvere. Sono sposata in regime di comunione dei beni. Mio marito ha avuto un figlio dal matrimonio precedente. Abbiamo due conti correnti, uno intestato a lui e l'altro a me. In caso di morte di mio marito, il figlio, oltre al diritto del 50% sul conto corrente del padre avrà diritto anche al 50% del denaro depisitato su lconto corrente a mio nome dato che siamo in comunione dei beni? La ringrazio tantissimo per la disponibilità. Cordiali saluti

Buongiorno Signora. Al fine di fornirle una consulenza corretta occorrerebbe verificare la provenienza e natura del denaro esistente sia sul conto corrente di Suo marito che sul Suo conto corrente .Se necessita di un parere potrà contattarmi chiedendo una consulenza privata ai recapiti che troverà su questa stessa piattaforma e cliccando sul mio profilo. Le consulenze possono essere gestite in presenza, telefonicamente, on-line e via mail. Sono quindi a disposizione per ogni chiarimento. Con i migliori saluti. Avv. Sondra Fabbi. Milano

Buongiorno, io sto ultimando i lavori presso un immobile che ho acquistato nel mese di febbraio. In data odierna, si sono presentati i vigili urbani, dicendo di aver ricevuto una denuncia (probabilmente un vicino) e senza alcun permesso sono entrati in casa. Specifico che la mia proprietà parte dal piano terra dal quale ci sono le scale che arrivano al 1 piano dove c'è l'entrata della casa. I vigili urbani, probabilmente trovando la porta aperta, si sono recati direttamente al primo piano, dove stavano lavorando gli operari ed hanno effettuato delle foto. Nel pomeriggio i vigili urbani mi hanno contattato chiedendomi di inviargli via mail i miei documenti, il rogito e la planimetria. Volevo chiedere se la procedura è giusta. Non avrebbero dovuto avere un mandato e chiedere del proprietario?. Posso ritenere invalido il loro sopralluogo?

Buongiorno. I vigili urbani, come qualsiasi altra forza pubblica, non possono entrare all'interno di proprietà se non in possesso di apposito mandato, salvo se non accolti spontaneamente dal relativo proprietario. La questione, comunque, andrebbe approfondita. Resto a Sua disposizione e La saluto cordialmente. Avv. Fabio Casaburo. Torino - Milano

Buongiorno. Dopo la morte di mia nonna la casa (che sono 2 appartamenti separati e già risultano tali) va in eredità a mia mamma e mio zio. Se io dovessi comprare la parte di mio zio, mia mamma può fare una donazione ai miei figli di 3 e 1 anno?. Io ho un fratello. Cioè lei in vita può decidere di donare la sua parte di eredità ai nipoti escludendo il figlio e anche me ma ovviamente io sono d'accordo?. Questa decisione è dovuta dal fatto che mio fratello viveva con la nonna e dopo la morte abbiamo scoperto che lui le ha rubato soldi. Grazie

Buongiorno, la donazione da parte di Sua madre è assolutamente legittima, sebbene laddove avvenga in favore di minori, la stessa dovrà essere autorizzata dal Giudice Tutelare che dovrà valutare se ne ricorrano gli interessi dei minori stessi. Il problema relativo alla presenza di un altro futuro chiamato all'eredità di sua madre, oltre lei, sta nel fatto che entro 20 anni dalla donazione (o 10 dal decesso) del donante, la stessa può essere oggetto di revoca in caso di lesione di legittima. In sintesi, se suo fratello dopo il decesso di sua madre (ed entro i termini di legge) volesse impugnare detta donazione poiché il residuo del patrimonio che gli sarà riconosciuto per legge o per testamento non corrisponderà alla sua quota di legittima, potrà farlo. Cordialmente, Avv. Di Marzio

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