L’UE indaga su Google per l’uso dei contenuti su AI overview e AI mode: cosa sta succedendo?
Google è finito sotto il mirino dell'Unione Europea: aperta un'inchiesta sull'uso non corretto dell'intelligenza artificiale da parte del Big Tech.
- L’Unione Europea ha aperto un’inchiesta su Google per verificare l’uso dei contenuti online, inclusi quelli di editori e Youtuber, per i suoi servizi di intelligenza artificiale.
- L’indagine mira a stabilire se Google abbia violato le regole della concorrenza, imponendo condizioni scorrette ai creatori di contenuti e svantaggiando i modelli di IA concorrenti.
- La Commissione teme un abuso di posizione dominante e indagherà, in particolare ,sull’uso dei video di YouTube per addestrare i propri modelli di IA senza possibilità di opposizione o risarcimento per i creatori.
L’Unione Europea ha ufficialmente annunciato, il 9 dicembre, l’apertura di un‘indagine approfondita sull’utilizzo dei contenuti online da parte di Google per alimentare i suoi servizi di intelligenza artificiale. L’obiettivo primario dell’inchiesta è accertare se tali pratiche abbiano violato le norme sulla concorrenza stabilite dall’UE.
L’indagine vuole comprendere se Google abbia “imposto condizioni scorrette agli editori e ai creatori di contenuti, svantaggiando inoltre gli sviluppatori di modelli di IA concorrenti, in violazione delle regole dell’UE”. Un portavoce dell’azienda tecnologica statunitense ha replicato che l’inchiesta “rischia di soffocare l’innovazione in un mercato più competitivo che mai”. Cosa potrebbe accadere adesso?

Perché Google è sotto indagine?
L’indagine, lanciata dalla Commissione europea, si concentra su diversi aspetti dell’attività di Google legati all’IA generativa. In particolare, Bruxelles intende verificare se Google stia danneggiando gli editori online e gli Youtuber utilizzando i loro contenuti per generare risposte nei risultati di ricerca basati sull’IA.
I principali timori della Commissione riguardano:
- l’uso dei video pubblicati sulla piattaforma YouTube per addestrare i modelli di IA di Google, senza fornire ai creatori la possibilità di opporsi o di ricevere un adeguato compenso;
- il divieto espresso imposto da Google ai suoi concorrenti di utilizzare i video di YouTube per addestrare i propri modelli di IA, un’azione che potrebbe configurare una violazione delle norme sulla concorrenza.
Queste condotte, secondo l’avvertimento della Commissione, potrebbero costituire un abuso di posizione dominante da parte di Google nel mercato.
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Le denunce degli editori
L’apertura dell’inchiesta segue una campagna iniziata l’estate scorda da una ONG britannica, la Foxglove, in collaborazione con la Independent Publishers alliance (un’organizzazione di editori) e il collettivo Movement For An Open Web. A luglio, questi gruppi avevano presentato una denuncia formale sia all’autorità britannica per la concorrenza, sia alla Commissione europea, richiedendo un intervento per “impedire a Google di appropriarsi del lavoro di giornalisti professionisti per poi ripubblicarlo sotto forma di riassunti generati dall’IA, spesso pieni di errori”.
Le controversie sull’uso dei dati disponibili su internet – inclusi i contenuti generati dai mezzi d’informazione – per addestrare i modelli di IA generativa, sono ormai diffuse sia negli Stati Uniti, sia in Europa. Mentre vari titolari di diritti (tra cui scrittori, musicisti ed editori) hanno avviato azioni legali denunciando l’uso non autorizzato del loro lavoro, le aziende di IA invocano il concetto giuridico di “uso equo” (fair use) per sostenere che l’uso di tali contenuti sia legittimo.
La settimana precedente all’annuncio su Google, la Commissione europea aveva già avviato un’indagine sulle funzioni di IA di WhatsApp (parte del gruppo Meta), anch’essa accusata di violare le norme sulla concorrenza.
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Quali sono le possibili conseguenze per il gigante del tech?
Essendo un’indagine complessa che riguarda l’abuso di posizione dominante (ai sensi dell’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea), non esistono tempistiche legali predefinite e la durata dell’inchiesta può variare in base alla cooperazione delle parti e alla complessità dell’analisi dei dati.
Le possibili conseguenze legali, qualora l’indagine si concluda con l’accertamento di una violazione delle norme sulla concorrenza da parte di Google, possono includere:
- multe salate – la Commissione può imporre sanzioni finanziarie che possono raggiungere fino al 10% del fatturato globale annuo dell’azienda;
- misure correttive – Google potrebbe essere costretta a modificare radicalmente le proprie pratiche commerciali relative all’accesso e all’uso dei contenuti per l’addestramento e l’erogazione dei suoi servizi di IA;
- impegni: Google potrebbe proporre degli impegni formali alla Commissione per risolvere le preoccupazioni sollevate, evitando in tal modo l’emissione di una decisione formale di infrazione.
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