L’omessa dichiarazione dei redditi è un reato? Cosa fare per regolarizzare la tua posizione
L’omessa presentazione della dichiarazione fiscale comporta conseguenze diverse, anche gravose. Ecco cosa fare per rimediare.
- La dichiarazione fiscale è l’atto con cui il contribuente comunica all’Amministrazione gli elementi necessari per la determinazione dell’imposta e deve essere presentata nei termini di legge.
- L’omessa dichiarazione si configura quando non si presenta oltre 90 giorni dalla data di scadenza.
- La dichiarazione è tardiva nel caso in cui sia presentata dopo la scadenza prevista, ma prima del trascorrere dei successivi 90 giorni.
Il nostro ordinamento tributario si fonda sul generale principio di autoliquidazione dell’imposta, il quale comporta che il contribuente provveda autonomamente al calcolo delle imposte dovute e le liquidi, ovvero le versi direttamente, senza un intervento dell’Amministrazione finanziaria nel processo di determinazione del tributo.
Le imposte che il contribuente è tenuto a versare devono essere anche comunicate all’Agenzia, mediante la c.d. dichiarazione. Quando si omette di presentare la dichiarazione, si commette una violazione tributaria, perché non si adempie a un obbligo fiscale e, in alcuni casi, si realizza anche un reato.
L’omessa dichiarazione può essere sanata con il pagamento di sanzioni, il cui importo varia in ragione essenzialmente del momento in cui si provvede a regolarizzare la propria posizione.
Cos’è la dichiarazione fiscale
La dichiarazione è l’atto con il quale il contribuente porta a conoscenza del Fisco tutti gli elementi necessari per determinare l’imposta dovuta per il periodo di imposta precedente (per esempio, la dichiarazione dei redditi per il 2025 riguarda il calcolo delle imposte dovute per l’annualità 2024).
La dichiarazione è un atto di tipo formale: ciò significa che deve essere presentata con i requisiti di forma, le modalità e le specifiche tempistiche stabilite dalla legge (diversi in ragione della tipologia di tributo a cui si riferisce la dichiarazione) e deve essere sottoscritta dal soggetto passivo o da chi è titolato per la presentazione.
Annualmente, l’Amministrazione finanziaria approva specifici modelli di dichiarazione per ciascun tributo, correlati dalle relative istruzioni.
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Quali sono le dichiarazioni fiscali
La dichiarazione dei redditi che ogni contribuente ha l’obbligo di presentare all’Amministrazione finanziaria è diversa, poiché varia in base alla natura del contribuente.
Vi sono, infatti, diversi modelli. Fra i principali si annoverano:
- il modello REDDITI Persone Fisiche, precompilato e ordinario;
- il modello REDDITI Società di Capitali, enti commerciali ed equiparati;
- il modello REDDITI Società di Persone ed equiparate;
- il modello REDDITI Enti Non Commerciali ed equiparati.
Cosa si intende per omessa dichiarazione
La dichiarazione si intende omessa quando non è presentata nel rispetto dei termini previsti dalla legge, che possono essere diversi in ragione delle tipologie di tributi e imposte, in relazione alle quali deve adempiersi l’obbligo di comunicativo da parte del contribuente.
Più chiaramente, la dichiarazione è omessa quando non è presentata, anche oltre i successivi 90 giorni dalla scadenza. Se infatti, il contribuente presenta la dichiarazione fiscale quando siano decorsi 90 giorni dal termine, si considera ugualmente omessa.
Nei casi in cui la dichiarazione sia stata presentata dopo il termine previsto, ma entro i 90 giorni successivi alla scadenza, in tal caso, non si considera omessa ma si configura “solo” una dichiarazione tardiva. Il calendario delle varie scadenze fiscali è spesso rivisto da parte del legislatore fiscale.
Le scadenze fiscali sono state da ultimo modificate dalla legge di Bilancio 2025 e da altri provvedimenti normativi (D.Lgs. 1/2024, D.Lgs. 13/2024 e D.Lgs. 108/2024), che, in alcuni casi, hanno spostato in avanti i termini ultimi per l’invio della dichiarazione fiscale.
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Quali sono i termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi
Posto che, anche ogni anno, le scadenze previste per presentare la dichiarazione possono essere riviste, a oggi sono le seguenti:
- modello Redditi PF e SC e Società di Persone ed equiparate – dal 15 aprile al 31 ottobre;
- modello REDDITI Enti Non Commerciali ed equiparati – dal 30 aprile al 31 ottobre;
- dichiarazione IVA – dal 1° febbraio e il 30 aprile;
- dichiarazione IRAP – tra il 15 aprile e il 31 ottobre (per società semplici, le società in nome collettivo e in accomandita semplice, nonché per le società e associazioni a esse equiparate); a partire dal 15 aprile ed entro il 31 ottobre per i soggetti IRES e per le Amministrazioni pubbliche con periodo d’imposta coincidente con l’anno solare.
Quali sono le sanzioni in caso di omessa dichiarazione
Nel caso di omessa presentazione della dichiarazione, si prevede una serie di sanzioni, che varia in base alla tipologia di tributo e alla gravità della violazione commessa.
In particolare, si applicano le seguenti sanzioni:
- pari al 120% delle imposte dovute (minimo 250 euro) per l’omessa dichiarazione dei redditi, IRAP e IVA;
- da 250 euro a 1.000 euro per l’omessa dichiarazione dei redditi e IRAP (se non vi è un debito di imposta);
- da 250 euro a 2.000 euro in caso di omessa dichiarazione IVA (se non vi è un debito di imposta).
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Come si calcola la sanzione in caso di omessa dichiarazione
Nel caso in cui le sanzioni siano determinate facendo riferimento alle imposte dovute, la base per il calcolo della sanzione è rappresentata dall’ammontare delle imposte relative agli imponibili non versati, al netto delle ritenute alla fonte, operate sui redditi accertati e delle detrazioni spettanti (in tale senso la C.M. 25 gennaio 1999 n. 23).
In tutti gli altri casi, le sanzioni sono determinate in misura fissa, con la conseguenza che non rileva l’ammontare del tributo il cui versamento è stato omesso. In ogni caso, la sanzione applicata in caso di omessa dichiarazione deve rispettare il principio unionale della proporzionalità.

Come si può sanare una dichiarazione omessa?
Per regolarizzare la mancata presentazione della dichiarazione, è necessario procedere al pagamento del tributo non versato, nonché delle sanzioni ma anche degli interessi nel frattempo maturati.
Lo strumento utilizzato per sanare tale violazione è rappresentato dal ravvedimento operoso (di cui all’art. 13 co. 1 lett. c), D.Lgs. 472/97). In base, al momento in cui si effettua il pagamento mediante ravvedimento, sono calcolate le sanzioni e i relativi interessi.
In poche parole, prima si ci si “ravvede” e meno interessi e sanzioni si è tenuti a versare. È possibile ravvedere gli importi in qualsiasi momento, fino a quando non sia stato emesso un atto impositivo.
Ravvedimento operoso sanzione per omessa dichiarazione dei redditi
La regolarizzazione dell’omessa dichiarazione fiscale prevede il pagamento della sanzione ridotta a un decimo del minimo, se la presentazione avviene con un ritardo non superiore a 90 giorni dalla data di scadenza.
Oltre tale termine, la dichiarazione si considera omessa, con la conseguenza che non è possibile provvedere a regolarizzare spontaneamente la propria posizione con l’istituto del ravvedimento.
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