Come diventare palombaro: il concorso della Marina Militare, il corso di formazione e il tirocinio integrativo
Qual è il percorso per diventare palombaro? Quali prove occorre superare? Ecco una guida completa sul concorso, la differenza con i sommozzatori e la funzione istituzionale.
- Il palombaro è un subacqueo specializzato, che svolge lavori complessi sott’acqua, come riparazioni navali, recuperi, bonifiche e operazioni militari.
- Palombari si diventa entrando nella Marina Militare attraverso un concorso, superando specifiche prove fisiche e attitudinali e, infine, frequentando un corso di formazione.
- I palombari sono impiegati all’interno del Reparto Pronto Impiego del G.O.S. (Gruppo Operativo Subacquei) in specifici nuclei operativi.
Per diventare palombaro bisogna seguire un percorso specifico e piuttosto rigoroso. Innanzitutto, si deve entrare nella Marina Militare come Volontario in Ferma Prefissata e superare rigorose selezioni psico-fisiche e di acquaticità.
La fase successiva riguarda l’accesso al corso specialistico della durata di circa 1 anno, che forma il personale per lavori subacquei complessi, inclusi artificieri e soccorsi, ottenendo brevetti militari specifici.
Se sei interessato a conoscere meglio questa figura, ti invito a leggere questo articolo in cui ti spiego in maniera dettagliata e con chiarezza tutto l’iter richiesto per diventare palombaro.
Palombari: chi sono e cosa fanno
I palombari sono specialisti delle immersioni profonde, in particolare quelli della Marina Militare Italiana, appartenenti al Gruppo Operativo Subacquei (G.O.S.), un corpo d’élite addestrato per interventi complessi, come la bonifica di ordigni esplosivi, il recupero di materiali e il soccorso a sommergibili, disponendo di strumenti e apparecchiature ad alto livello tecnologico.
I palombari operano anche in situazioni eccezionali, come attività in favore della Protezione Civile, naufragio della Costa Concordia e recuperi di tesori sommersi in cooperazione con il Ministero della Cultura. Inoltre, questi operatori si occupano anche della formazione di subacquei delle altre Forze Armate e di Polizia.
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Come si diventa palombaro?
Per diventare palombaro è necessario entrare nella Marina Militare attraverso un concorso per VFI (Volontari in Ferma Iniziale).
Prove di selezione
I già arruolati nella Forza Armata, come Volontari in Ferma Prefissata o personale in servizio permanente, possono direttamente fare domanda per partecipare al corso di formazione per palombari, il quale è preceduto da alcune prove selettive che comprendono:
- accertamenti psicofisici e test attitudinali;
- esami medici specialistici compatibili con l’attività subacquea professionale;
- prove di efficienza fisica, come nuoto e apnea;
- verifiche sulla capacità di adattamento all’ambiente operativo acquatico e alla vita militare ad alta intensità.
Soltanto i candidati che superano tutte le prove fisiche e attitudinali vengono ammessi al corso di formazione, che consta di 4 fasi. Terminato tale corso, il candidato che supera tutte le prove riceve il basco da palombaro ed entra a far parte del G.O.S. in maniera ufficiale.
Tirocinio integrativo
Il corso è seguito da un tirocinio integrativo che consente al neo-palombaro di:
- impratichirsi con i moderni strumenti per immersioni;
- partecipare alle prime esperienze operative nel campo delle attività subacquee.
Soltanto dopo avere maturato l’esperienza richiesta nel campo, l’operatore viene assegnato ai Reparti Subacquei, dislocati in diverse località italiane.
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Come si articola il corso di formazione per palombari
Il corso di formazione per palombaro si suddivide in 4 fasi e ha la durata di circa un anno. Durante il corso l’allievo viene addestrato all’impiego di diverse tipologie di autorespiratori e all’esecuzione di attività subacquee, sia di giorno, sia di notte, anche con l’impiego di esplosivi. Di seguito, si analizzano le 4 fasi del corso.
1. Prima fase
Durante la prima fase, l’allievo partecipa a un intenso programma di allenamento fisico, seguito dall’attività in acqua con l’Autorespiratore ad Aria, volta all’esecuzione di semplici attività sul fondo e sullo scafo delle navi fino alla profondità di 15 metri. Questa fase è fondamentale, in quanto aiuta l’allievo ad acquistare maggiore dimestichezza con l’ambiente marino.
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2. Seconda fase
In questa fase del corso specialistico per palombaro, l’allievo impiega una vastissima gamma di strumenti per l’immersione; si tratta degli autorespiratori a miscela nitrox (rebreather), degli autorespiratori ad ossigeno puro e dei sistemi di immersione per lavori subacquei pesanti o per attività in ambienti inquinati, come l’Apparato Normale e l’Apparecchiatura Subacquea Alimentata dalla Superficie.
3. Terza fase
Durante tale fase, l’allievo impiega gli autorespiratori utilizzati nelle precedenti fasi, fino al limite delle quote operative degli stessi. Terminata questa fase, l’allievo saprà utilizzare tutti gli strumenti per l’immersione ad aria fino a 60 metri, i rebreather nitrox fino a 54 metri e ad eseguire lavori subacquei complessi.
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4. Quarta fase
In quest’ultima fase, l’allievo impara a utilizzare una vasta gamma di esplosivi sia a terra che a mare, i quali sono fondamentali per svolgere il lavoro di “artificiere subacqueo” nelle operazioni di neutralizzazione di ordigni esplosivi; consegue inoltre l’abilitazione alla condotta delle imbarcazioni entro le 12 miglia dalla costa.
Terminata questa fase, l’allievo sostiene gli esami teorici di fine corso, superati i quali, entrerà a pieno titolo nel corpo dei Palombari della Marina Militare ottenendo:
- il brevetto militare da palombaro;
- il brevetto militare da Sommozzatore;
- l’abilitazione a tecnico di manovra di impianti iperbarici;
- l’abilitazione EOD-Sub, cioè di artificiere subacqueo;
- l’abilitazione alle immersioni sotto le Unità Navali e all’interno di locali allagati.
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