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Coronavirus: si può uscire per fare una passeggiata o fare sport all’aria aperta?

Le regole relative all'attività sportiva in relazione all'emergenza coronavirus.

coronavirus cosa si può fare

L’entrata in vigore dell’ultimo Decreto (1 Aprile 2020) per cercare di contenere l’emergenza coronavirus ha esteso le limitazioni negli spostamenti e le misure restrittive già previste sino al 13 Aprile.

Tra queste limitazioni rientra sicuramente quella relativa allo svolgimento di attività sportiva e la possibilità di fare passeggiate all’aria aperta .

Ma vediamo nel dettaglio le disposizioni del Decreto in materia.

Coronavirus e spostamenti: quali sono le limitazioni previste

Dal 10 marzo al 3 aprile 2020 tutta Italia sarà considerata una zona rossa: le limitazioni che erano state introdotte con il precedente Decreto, ovvero quello del 1° marzo 2020, non sono più valide.

Il nuovo Decreto ha determinato che:

  • deve essere evitato ogni spostamento delle persone fisiche, in altri termini non si deve uscire di casa;
  • le ragioni per le quali è possibile uscire sono legate a esigenze lavorative, a motivi di salute o di reale necessità, quali possono essere l’acquisto di alimenti o di medicinali;
  • si può uscire per andare in edicola e comprare i giornali;
  • si può uscire per portare a spasso il cane ma rimanendo nei pressi della propria abitazione.

Qualsiasi spostamento deve essere motivato tramite autocertificazione da presentare alle forze di polizia statali e locali in caso di controlli. L’autocertificazione, che deve essere compilata in modo veritiero, sarà soggetta a successive verifiche: la non veridicità di quanto dichiarato costituisce un reato e viene punito con sanzioni specifiche.

Chi viene fermato in giro per strada senza una valida ragione può essere denunciato, a maggior ragione nel caso in cui abbia sintomi da infezione respiratoria o febbre superiore a 37,5 gradi: in questa evenienza, è raccomandato restare in casa, contattare il proprio medico di base e cercare di limitare i contatti con le altre persone.

Per chi è stato sottoposto alla quarantena domiciliare o per qualsiasi soggetto che fosse risultato positivo al virus, vige il divieto assoluto di uscire da casa.

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Cosa è lecito e cosa non è lecito fare

Tutti i lavoratori che sono tenuti a recarsi sul posto di lavoro e per i quali non è possibile svolgere attività di smart working, gli spostamenti per andare a lavorare sono consentiti, anche se si abita in un determinato Comune e si lavora in un altro. I transfrontalieri possono andare a lavorare regolarmente.

I mezzi di trasporto pubblico potrebbero subire una riduzione, ma non sono stati sospesi: i lavoratori possono utilizzarli per recarsi presso il proprio ufficio o azienda, ma sono sempre tenuti a portare con sé l’autocertificazione.

I negozi di generi alimentari resteranno sempre aperti:

  • è possibile fare la spesa regolarmente, rispettando le dovute distanze dagli altri clienti;
  • non si può andare a fare la spesa in un Comune diverso rispetto a quello in cui si abita, ma bisogna scegliere il supermercato più vicino alla propria abitazione;
  • le razzie al supermercato non sono necessarie in quanto il rifornimento di tutte le tipologie di prodotti in vendita è regolarmente garantito.

È possibile uscire per prestare assistenza a un genitore malato, ma non per andare a pranzo da amici e parenti solo perché non si vuole restare a casa da soli. Non si tratta di uno spostamento strettamente necessario e, dunque, può essere perfettamente evitato.

Una domanda che in molti si sono posti, considerato il fatto che piscine e palestre saranno chiuse fino al 3 aprile (adesso fino al 13), è se sia possibile fare attività sportiva all’aperto o uscire per andare al parco con il proprio animale:

  • è possibile fare attività sportiva all’aria aperta da soli ed in prossimità della propria abitazione;
  • non si può fare sport all’aperto in compagnia e non è possibile farlo nei parchi, in quanto i parchi, le ville e i giardini pubblici rimangono chiusi;
  • rimangono chiuse anche le palestre, le piscine e gli impianti sportivi in genere, ad eccezione per gli atleti professionisti che possono allenarsi purché in maniera individuale;
  • non è possibile portare il cane nei parchi, perché chiusi, ma restare in prossimità della propria abitazione.

Chiunque, nel momento in cui è entrato in vigore il decreto, si trovava fuori dal proprio domicilio, ha il diritto di farvi rientro, ma poi si può spostare nel rispetto nelle regole in vigore.

Cosa cambia nel settore dei trasporti

Non sono previste limitazioni per il transito delle merci, che possono essere trasportate su tutto il territorio nazionale. Non sono previsti dunque limiti per le attività di carico e scarico.

Possono inoltre circolare:

  • i corrieri;
  • taxi e servizi di autotrasporto.

Cosa è previsto per scuole e università

Per quanto riguarda le scuole, rimarranno chiuse fino al 3 aprile 2020, misura adesso prorogata fino al 13 aprile: le lezioni si svolgeranno a distanza per ogni ordine e grado. La stessa regola è in vigore, fino al 13 aprile 2020, per i corsi universitari: la frequenza dei corsi è sospesa, ma le attività formative possono essere svolte a distanza.

Le sessioni d’esame e le sedute di laurea potranno essere svolte ma a distanza oppure adottando tutte le norme igienico-sanitarie previste dalla situazione di emergenza. Non è stata sospesa l’attività di ricerca.

Cosa succede negli uffici pubblici

Gli uffici pubblici rimarranno aperti su tutto il territorio nazionale, ma si consiglia di non affollarsi negli uffici della pubblica amministrazione: tutti i servizi sono infatti accessibili online.

Nelle pubbliche amministrazioni dovranno essere presenti soluzioni disinfettanti a disposizione di tutti i visitatori:

  • in caso di mancanza di tali soluzioni, non saranno chiusi gli uffici, ma si agirà in modo tale da mettere in pratica tutte le misure per reperirle il prima possibile;
  • i dipendenti pubblici che desiderano lavorano in smart working potranno farne richiesta, che potrà essere accolta senza problemi tramite l’individuazione delle opportune misure.

Le sanzioni previste per chi non rispetta i divieti

Compilare l’autocertificazione non significa poter andare dover si vuole: si può uscire di casa unicamente per validi motivi. Sono pertanto previsti dei controlli non solo per chi si sposta in macchina, ma anche per tutti coloro i quali si muovono a piedi.

Chi va al lavoro deve portare con sé un documento che provi dove si lavora, come per esempio il badge aziendale: il datore di lavoro dovrebbe inoltre rilasciare un’autorizzazione nella quale viene specificato che il dipendente deve recarsi presso la sede lavorativa in quanto non è possibile organizzare lo smart working.

Se si esce per motivi legati alla salute, si deve essere in grado di dimostrare di avere prenotato una visita specialistica o qualsiasi altra tipologia di esame.

Quali sono le sanzioni per chi non rispetta le limitazioni in vigore sugli spostamenti? Non viene più applicata la sanzione prevista dall’art. 650 c.p. Il Decreto prevede che, salvo che il fatto costituisca reato, il mancato rispetto delle misure di contenimento sia punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 400 a 3000 euro. Inoltre se il mancato rispetto delle predette misure avviene mediante l’utilizzo di un veicolo le sanzioni sono aumentate fino a un terzo.

Chi è in quarantena perché positivo al test da coronavirus e viola la misura sarà punito con la pena di cui all’articolo 452, primo comma, n. 2, del codice penale (reclusione da uno a cinque anni).

Nell’ipotesi di reato più grave, potrà essere applicato l’articolo 452 del Codice Penale, che punisce i “delitti colposi contro la salute pubblica che persegue tutte le condotte idonee a produrre un pericolo per la salute pubblica”: in questo caso è prevista la reclusione da 3 a 12 anni.

Tutti i bar, i ristoranti e gli esercizi commerciali che non rispettano l’obbligo di chiusura rischiano la sospensione dell’attività commerciale.

Le pene più gravi sono previste per i soggetti che dovrebbero stare in quarantena perché hanno sintomi quali febbre, tosse e difficoltà respiratorie, associate al COVID-19, o perché sono risultati positivi al virus. In questi casi si rischia:

  • un processo per lesioni o tentate lesioni volontarie (articolo 452, primo comma, n. 2, del codice penale) punito con la reclusione da uno a cinque anni;
  • l’imputazione di omicidio doloso con reclusione non inferiore a 21 anni, nel caso in cui si dovessero infettare persone anziane o soggetti a rischio, provocandone la morte.

Rischiano anche le persone che sanno di essere state a contatto con soggetti positivi al coronavirus, ma continuano a comportarsi come se nulla fosse:

  • non prendono precauzioni, continuano ad avere rapporti sociali con altri, determinando in questo modo il rischio di contagio;
  • possono essere condannati a titolo di dolo eventuale o di colpa cosciente.

Pene previste anche per tutti quei soggetti che falsificano l’autocertificazione, attraverso informazioni non veritiere: il reato di falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale, disciplinato dall’articolo 495 del Codice Penale, prevede la reclusione da 1 a 6 anni, l’arresto facoltativo in flagranza e la procedibilità d’ufficio.

Coronavirus – Domande frequenti

Quali sono i beni di prima necessità garantiti durante l’emergenza Coronavirus?

Si tratta di generi alimentari, carburante, materiale elettrico, ricariche e schede telefoniche, articoli medicali e ortopedici, materiali per la cura degli animali, combustibile per uso domestico e per riscaldamento, prodotti per la cura di cose e persone.

Si può uscire per andare a fare la spesa?

Sì, i rivenditori di generi alimentari resteranno aperti per tutta la durata dell’emergenza coronavirus e non vi sarà alcun bisogno di temere che le scorte alimentari possano in qualche modo terminare.

Si può uscire per comprare beni diversi da quelli alimentari?

Sì, ma deve comunque trattarsi di beni di prima necessità, come per esempio delle lampadine che si sono fulminate.

Sono un genitore separato, posso andare a trovare i miei figli?

Sì, gli spostamenti per recarsi da un figlio minore sono possibili, nel rispetto della disposizioni previste dagli accordi post separazione. Proprio per questo è consigliabile portare con sé, oltre all’autocertificazione, anche copia dell’accordo di separazione.

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Maria Saia
Esperta di diritti delle donne
Ha respirato per più di 20 anni la stessa aria di Falcone e Borsellino e ne condivide, ancora oggi, il sogno utopico di un mondo senza mafie e ingiustizie. Non a caso, “È la giustizia, non la carità, che manca nel mondo” è una delle sue citazioni preferite. Su deQuo, scrive di bonus e agevolazioni statali e di diritti della persona - in particolare, di diritti delle donne.
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