Daspo: cos’è, quanto dura e a chi viene applicato
Cosa vuol dire il termine Daspo, quali sono le differenti tipologie in vigore e quali sono le conseguenze negli ambiti di applicazione.
- Daspo, o D.A.SPO., significa letteralmente Divieto di Accedere alla manifestazioni SPOrtive.
- La normativa che è stata introdotta in Italia nasce, infatti, proprio per contrastare la violenza che si diffonde in occasione di eventi sportivi, in particolare delle partite di calcio.
- Con il Daspo, in pratica, si vieta alla persona ritenuta pericolosa di poter accedere ai luoghi in cui avvengono le manifestazioni sportive.
Il Daspo, acronimo di Divieto di accedere alle manifestazioni sportive, è una misura creata ad hoc dalla legge italiana al fine di ridurre la violenza che in genere si crea in occasione di alcuni eventi sportivi, in particolar modo le partite di calcio.
Se in un primo momento il Daspo era mirato unicamente a contrastare la violenza negli stadi, è stato poi esteso anche ad altri ambiti: sono così stati introdotti il Daspo Urbano e il Daspo per i corrotti.
In questa guida sarà analizzata la normativa sul Daspo, con un focus su quelle che sono state le origini di quello sportivo, e in cosa consistono nello specifico il Daspo urbano e il Daspo per i corrotti.
Daspo: cos’è
Il calcio è uno di quegli sport nei quali la violenza si manifesta con una certa frequenza: il 29 maggio del 1985 fu disputata a Bruxelles la finale di coppa dei campioni, tra Juventus e Liverpool.
Una lite fra i tifosi provocò la morte di ben 39 persone: questo episodio turbò molto l’opinione pubblica e portò alla stipula della Convenzione europea di Strasburgo, il 19 agosto del 1985.
La Convenzione europea sulla violenza e i disordini degli spettatori durante le manifestazioni sportive nasceva dunque con l’obiettivo di prevenire e controllare la violenza e i disordini durante gli eventi sportivi, attraverso una maggiore presenza delle Forze dell’Ordine e l’introduzione di provvedimenti amministrativi per punire i colpevoli.
Qualche anno dopo in Italia fu introdotto il Daspo, con l’approvazione della legge n. 401 del 13 dicembre 1989. Nel corso del tempo la legge iniziale è stata modificata con l’introduzione di alcuni provvedimenti, tra i quali si annoverano:
- il D.L. n. 717 del 22 dicembre 1994, convertito nella legge n. 45 del 24 febbraio 1995;
- il D.L. n. 336 del 20 agosto 2001, convertito nella legge n. 377 del 19 ottobre 2001;
- il D.L. n. 28 del 24 febbraio 2003, convertito nella legge n. 88 del 24 aprile 2003;
- il D.L. n. 162 del 17 agosto 2005, convertito nella legge n. 210 del 17 ottobre 2005 (la cosiddetta legge Pisanu);
- il D.L. n. 8 dell’8 febbraio 2007, convertito nella legge n. 41 del 4 aprile 2017 (la cosiddetta legge Amato).
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Quando ti danno il Daspo
Il Daspo sportivo impone il divieto ai soggetti ritenuti pericolosi di poter accedere ai luoghi nei quali si svolgono gli eventi sportivi: viene emesso dal questore e può avere una durata fino a 5 anni.
Può essere previsto anche l’obbligo di firma: in questo caso il Daspo dovrà essere convalidato dal G.I.P., quindi comunicato alla Procura della Repubblica del Tribunale competente, entro 48 ore dalla notifica al reo. In alcuni casi vige anche l’obbligo di presentazione presso un ufficio di polizia nel momento in cui si svolgono le manifestazioni sportive.
Nel caso in cui sia in vigore l’obbligo di firma durante la manifestazione sportiva, all’interessato può essere comunicato per iscritto un luogo specifico in cui possa recarsi per firmare.
Violazione Daspo: conseguenze
Nell’ipotesi in cui si dovesse violare il provvedimento di Daspo, sarebbe applicata_
- una sanzione amministrativa pecuniaria che va da un minimo di 10.000 a un massimo di 40.000 euro;
- la reclusione da 1 a 3 anni.
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Il Daspo è incostituzionale?
Il Daspo è stato oggetto nel corso degli anni di diverse critiche per le quali è stato sospettato di incostituzionalità: a far sorgere il problema è stato il fatto che la sua emissione possa avvenire in seguito a una semplice segnalazione e non a una vera e propria condanna penale.
Le perplessità in merito sono state risolte dalla sentenza n. 512 del 2002 della Corte Costituzionale, la quale ha decretato che la Daspo rientri tra le misure preventive che possono essere applicate indipendentemente dalla presenza di un reato e che non sono pertanto contrarie alla Costituzione.
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Daspo: quanto dura?
Il Daspo può essere a vita? Come funziona la revoca? Si tratta di una competenza spettante al Questore? La questione è stata chiarita dalla sentenza n. 24819/2016 della Corte di Cassazione, con la quale la richiesta di revoca o modifica del Daspo è stata affidata al G.I.P.
La Corte ha stabilito infatti che «competente a decidere sulla richiesta di revoca o di modifica del provvedimento impositivo dell’obbligo, previsto dall’art. 6 comma 2, L. n. 401 del 1989, di comparire ad un ufficio o comando di polizia in coincidenza di manifestazioni sportive, è il giudice per le indagini preliminari già investito della convalida del provvedimento medesimo».
Nella sentenza si legge inoltre che «Per quanto la norma non specifichi quale autorità sia competente a provvedere in tema di revoca o modifica, la stessa deve esser individuata nell’autorità giudiziaria, allorquando il provvedimento del Questore – oltre al divieto di accesso – abbia ad oggetto l’obbligo di presentazione». Nel caso di condanne di maggiore gravità, il Daspo può essere anche a vita.
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Daspo urbano: significato
Il Daspo urbano (o Daspo cittadino) è stato introdotto dal D.L. n. 14/2017, convertito nella legge n. 48/2017, al fine di tutelare la sicurezza all’interno delle città e intervenire contro tutti quei soggetti che agiscono contro la salute dei cittadini e il decoro urbano.
In particolare, il Daspo urbano garantisce la tutela a:
- stazioni di trasporto pubblico, autostazioni e stazioni ferroviarie;
- porti e aeroporti;
- istituti scolastici e universitari;
- musei, siti archeologici e altri luoghi di interesse culturale e turistico;
- i parchi;
- i presidi sanitari;
- le aree in cui si svolgono mercati, fiere ed eventi.
Le pene amministrative individuate dalla legge sono l’allontanamento da tali luoghi e l’imposizione di una sanzioni pecuniaria amministrativa, di importo compreso tra 100 e 300 euro.
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Daspo per i corrotti
Infine, la legge n. 3 del 2019, chiamata “spazzacorrotti”, ha portato alla nascita del Daspo per i corrotti, ovvero una misura che prevede l’interdizione dai pubblici uffici e l’impossibilità di entrare in contatto con la Pubblica amministrazione per chiunque fosse condannato per il reato di corruzione.
La Daspo per i corrotti può:
- avere una durata che va dai 5 ai 7 anni per coloro i quali sono stati condannati fino a 2 anni;
- essere di tipo perpetuo, nel caso in cui la condanna per corruzione sia stata superiore ai 2 anni: in questo secondo caso è comunque concessa la riabilitazione, la quale ha una durata di 3 anni, ma può avvenire soltanto dopo che siano trascorsi 12 anni dall’espiazione della pena.
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Daspo per manifestanti violenti
Durante l’incontro con Giorgia Meloni tenutosi nei giorni scorsi, i sindacati di polizia avrebbero presentato la proposta di Daspo per gli autori di atti violenti durante le manifestazioni, analogo a quello applicato ai tifosi. Per questi ultimi, la Questura potrebbe imporre il divieto di partecipare alle manifestazioni, senza l’applicazione di alcuna condanna penale.
Nel corso dell’incontro, si è parlato anche della possibilità di procedere agli arresti in differita, dell’installazione di body-cam sulle divise dei poliziotti e dell’utilizzo di droni che riprendano dall’alto quello che succede durante i cortei. Messa da parte, invece, la questione dei codici identificativi degli agenti.
Secondo Giuseppe Tiani, segretario del Siap (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia), non ci sono le condizioni sociali e politiche in questo momento per avviare un ragionamento sui codici identificativi tra polizia e carabinieri. La Premier Meloni si è dimostrata favorevole a prendere in considerazione la misura del Daspo per i manifestanti violenti in vista dei prossimi decreti sicurezza.
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Daspo – Domande frequenti
Il Daspo urbano è stato introdotto al fine di garantire la sicurezza nelle città, in particolare nelle zone maggiormente trafficate quali le stazioni ferroviarie, i porti, gli aeroporti, le scuole, le università e così via.
Il Daspo ha in genere una durata che va da 1 a 5 anni, ma nei casi di maggiore gravità ci potrebbe anche essere il Daspo a vita.
Daspo è l’acronimo di Divieto di accedere alle manifestazioni sportive: significa che per 3 anni non si potrà partecipare a eventi di questo tipo.
Daspo significa Divieto di Accedere alla manifestazioni SPOrtive.
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