Cos’è lo Ius soli sportivo
Come funziona oggi in Italia lo Ius soli sportivo e quali sono le richieste che sono state fatte in occasione dei Giochi Olimpici 2020? Vediamo qual è il quadro normativo attuale, con un focus su Ius soli e Ius soli culturae.
La vittoria dell’Italia alle Olimpiadi da parte di atleti stranieri, ma che hanno la cittadinanza italiana, ha portato a parlare ancora una volta di Ius soli e, nello specifico, di Ius soli sportivo.
Qual è il suo significato e perché se ne parla così tanto nel mondo dello sport?
Ecco quali sono stati gli avvenimenti recenti sul tema e qual è la situazione in Italia oggi in relazione allo Ius soli e allo Ius culturae.
Ius soli sportivo e Olimpiadi Tokyo 2020
La vittoria di Marcell Jacobs, atleta italiano nato in Texas da padre texano e madre italianA, che si è aggiudicato l’oro OLimpico nei 100 metri, ha fatto parecchio discutere e portato a parlare ampiamente di Ius soli sportivo.
Il presidente del Coni Malagò ha affermato a questo proposito che “Non riconoscere lo Ius soli sportivo è qualcosa di aberrante, folle. Oggi va concretizzato: a 18 anni e un minuto chi ha quei requisiti deve avere la cittadinanza italiana”.
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Come funziona oggi lo Ius soli sportivo
Lo Ius soli sportivo prevede che i minori stranieri che siano residenti in Italia possano essere tesserati presso le federazioni sportive a partire dal 10° anno di età: per la cittadinanza sarà invece necessario dover aspettare il 18° anno di età.
Questo significa che nel tempo che intercorre tra il tesseramento e la maggiore età, gli atleti non potranno prendere parte alle competizione nazionali, per le quali è richiesta la cittadinanza italiana.
Cos’è lo Ius sanguinis
In questo momento in Italia la cittadinanza è legata a quello che prende il nome di Ius sanguinis, un metodo di acquisizione ben diverso sia rispetto allo Ius culturae sia allo Ius soli.
Attualmente, i bambini stranieri che vivono in Italia senza interruzioni possono ottenere la cittadinanza italiana soltanto al compimento dei 18 anni di età. Questa regola si lega al fatto che nel nostro Paese è in vigore lo Ius sanguinis.
In cosa consiste? Molto semplicemente nel fatto che se un bambino nasce in Italia, ma i suoi genitori sono stranieri, non potrà acquisire la cittadinanza. Potrà invece farlo nel caso in cui uno dei due genitori sia italiano.
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La differenza tra Ius soli e Ius culturae
Ci sono poi altre due modalità attraverso le quali è possibile acquisire la cittadinanza italiana, ovvero:
- lo Ius soli;
- lo Ius culturae.
Lo Ius soli dovrebbe prevedere l’acquisizione automatica della cittadinanza italiana per tutti i figli di genitori stranieri che sono nati in Italia.
Lo Ius culturae, invece, permetterebbe ai minori figli di genitori stranieri, ma nati in Italia, di acquisire la cittadinanza italiana a 12 anni: per farlo dovranno semplicemente dimostrare di aver concluso un periodo di studi, oppure di aver conseguito una qualifica professionale.
Lo Ius culturae è attualmente in vigore in Stati quali Francia, Germania, Spagna e Portogallo, mentre lo Ius soli puro è valido in nazioni quali Stati Uniti e Canada.
Eccezioni allo Ius sanguinis
Esistono dei casi nei quali la legge italiana prevede l’applicazione dello Ius soli, ovvero:
- quando non si conoscono i genitori del bambino;
- quando i genitori del bambino sono apolidi;
- quando il bambino è figlio di genitori stranieri, che non possano (per motivazioni varie) trasmettere la propria cittadinanza.
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