Si traveste da donna per prendere la pensione della madre: di quali reati è accusato?
Un caso che ha praticamente fatto il giro del mondo: ecco quali sono i reati per i quali dovrà pagare l'ex infermiere che ha finto di essere la madre e che, alla fine, è stato scoperto in modo tragicomico.
- L’ex infermiere 56enne di Borgo Virgilio, Mantova, è indagato dalla Procura per diversi reati dopo essersi presentato all’anagrafe travestito da madre per rinnovarne la carta d’identità.
- L’uomo avrebbe continuato a incassare la pensione della madre, che ammontava a 53 mila euro annui, per circa tre anni dalla sua morte.
- La Procura di Mantova ha aperto un fascicolo per quattro reati principali: occultamento di cadavere, truffa ai danni dello Stato, sostituzione di persona e falso in atto pubblico.
La vicenda, emersa nel comune di Borgo Virgilio, Mantova, unisce il grottesco all’analisi legale complessa. Un uomo di 56 anni, ex infermiere e attualmente disoccupato, si è presentato presso l’ufficio anagrafe del Comune per rinnovare la carta d’identità della madre, la signora Graziella Dall’Oglio.
Per rendere la sostituzione credibile, l’uomo aveva curato il travestimento: capelli corti con taglio femminile, un giro di perle, orecchini a clip, camicetta fantasia e persino un filo di trucco. Ma qualcosa è andato storto e l’uomo non è riuscito a far credere di essere sua madre.
Fingeva di essere la madre per avere la sua pensione: la tragica scoperta
Nonostante il camuffamento fosse elaborato, alcuni dettagli non sono sfuggiti all’impiegata comunale:
- un collo troppo robusto per l’età della signora Dall’Oglio (85 anni);
- rughe “strane” e una carnagione troppo “maschile” nonostante il cerone;
- una voce con alcune “note maschili”.
Un’indagine interna ha quindi messo a confronto la foto scattata in Comune con quella della carta d’identità scaduta, confermando i sospetti: non era la signora Dall’Oglio, ma il figlio.
L’uomo si era sostituito alla madre per continuare a incassare la sua pensione. La donna era deceduta tre anni prima. La storia è culminata con un epilogo macabro quando gli agenti, invitati dall’uomo stesso a fare un sopralluogo nell’abitazione, hanno scoperto il corpo della madre, mummificato, in una stanza.
L’uomo, tramite il suo legale, ha però precisato che la motivazione non era di trarre benefici patrimoniali, ma di “stare vicino alla mamma” dalla quale non era mai riuscito a separarsi. La motivazione non rappresenta comunque un attenuante rispetto ai reati (ben quattro) per quali è accusato.

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Analisi legale le caso: quali sono i reati contestati dalla Procura di Mantova
Indipendentemente dalle motivazioni affettive addotte dalla difesa, la Procura di Mantova ha aperto un fascicolo contestando una pluralità di reati gravi. La contestazione copre sia la sfera amministrativa e patrimoniale (l’incasso della pensione), sia la sfera personale e pubblica (la gestione del corpo e il tentativo di frode documentale).
L’uomo potrebbe dover pagare per i seguenti reati:
- occultamento di cadavere;
- truffa ai danni dello Stato;
- sostituzione di persona;
- falso in atto pubblico.
1. Occultamento di cadavere (art. 412 Codice Penale)
Questo reato sanziona chi occulta un cadavere, ovvero lo nasconde o lo sottrae alla conoscenza pubblica o delle autorità in modo che non possa essere scoperto o identificato. La norma prevede la reclusione fino a tre anni.
L’uomo avrebbe tenuto il corpo della madre in casa per circa tre anni, mummificato, senza denunciarne la morte e impedendo così la normale sepoltura o cremazione.
2. Truffa ai danni dello Stato (art. 640, comma 2, n. 1 Codice Penale)
Il reato di truffa scatta quando, attraverso artifizi o raggiri, si induce qualcuno in errore per ottenere un ingiusto profitto con altrui danno. In questo caso, il danno è verso lo Stato (INPS) o altro ente pubblico. La truffa aggravata ai danni dello Stato prevede la reclusione da uno a cinque anni e la multa da 309 a 1.549 euro.
Nella pratica, il travestimento e la presentazione di documenti falsi all’anagrafe (il tentativo di rifare la carta d’identità) e, soprattutto, la presentazione della dichiarazione dei redditi a firma della madre , costituiscono i raggiri necessari per continuare a incassare la pensione di 53.000 euro annui della donna.
Approfondisci leggendo Quando si configura la truffa ai danni dello Stato

3. Sostituzione di persona (art. 494 Codice Penale)
Questo reato punisce chi, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare danno ad altri, induce in errore qualcuno simulando una persona, attribuendosi un falso nome o stato. Viene punito con la reclusione fino a un anno.
Nel caso in esame, l’uomo si è travestito e presentato all’ufficio anagrafe sostituendosi fisicamente e anagraficamente alla madre, con lo scopo di ottenere un vantaggio – il mantenimento dell’identità della madre per l‘incasso della pensione.
4. Falso in atto Pubblico (art. 483 Codice Penale)
Il reato di falso in atto pubblico punisce chi attesta falsamente al pubblico ufficiale l’esistenza di fatti non veri, con la reclusione fino a due anni.
Questo reato è strettamente legato al tentativo di rinnovare la carta d’identità della defunta presso l’anagrafe, un ufficio pubblico. L’uomo avrebbe attestato, tramite la sua condotta, di essere la persona viva e legittimata a richiedere il documento. La Procura valuterà anche la dichiarazione dei redditi presentata annualmente a firma della madre defunta.
Oltre alle pene detentive previste per ciascun reato, l’uomo dovrebbe risarcire allo Stato il maltolto. Questo risarcimento economico riguarda le somme percepite indebitamente (i tre anni di pensione) e può costituire un’attenuante nel corso del giudizio penale.
È stato inoltre disposto l’esame autoptico sul corpo della donna. Sebbene il figlio abbia affermato che si sia trattato di una “morte naturale”, l’autopsia è necessaria per escludere qualsiasi coinvolgimento o mistero sul decesso e per stabilire con certezza la data della morte.
Scopri di più su Reato di falso in atto pubblico commesso da un pubblico ufficiale: quando scatta?
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