Quando si configura la truffa ai danni dello Stato
Il Codice Penale al 2 comma dell’art. 640 prescrive e punisce il reato di truffa aggravato. Al numero 1 sancisce che se il fatto è commesso a danno dello Stato o di un altro ente pubblico o dell'Unione europea o col pretesto di far esonerare taluno dal servizio militare, la pena è della reclusione da uno a cinque anni e della multa da euro 309 a euro 1.549.
          - L’art. 640 del Codice Penale disciplina e punisce il reato di truffa.
 - La truffa ai danni dello Stato è una truffa aggravata dall’avere indotto in errore lo Stato o un ente pubblico per ottenere un ingiusto profitto, ed è punita con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da euro 309 a euro 1.549.
 - L’art. 316 ter del Codice Penale regola il reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche. Tale reato si distingue dalla truffa aggravata perché non richiede l’induzione in errore dell’ente, il quale deve soltanto limitarsi ad accettare i requisiti autocertificati, senza verificarli preventivamente.
 
L’art. 640 del C.P., al primo comma, prevede che “chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032″.
Ai fini della configurazione del reato di truffa, è necessario che il soggetto agente induca qualcuno in errore, volontariamente, utilizzando artifizi e raggiri, quindi ogni attività simulatrice volta a manipolare la realtà esterna mediante, per esempio, la visione di documenti falsi o di foto di un oggetto che non è reale, o attraverso una manipolazione psicologica della vittima al fine di convincerla di una realtà distorta.
Il danno procurato alla vittima deve avere natura patrimoniale, infatti, il reato di truffa rientra nei delitti contro il patrimonio previsti dal nostro codice penale. Esiste un particolare caso di truffa aggravata, che è quella che colpisce lo Stato e gli enti pubblici in generale. Esaminiamola.
Cos’è il reato di truffa ai danni dello Stato
La truffa ai danni dello Stato è una truffa aggravata dall’avere indotto in errore lo Stato o un ente pubblico per ottenere un ingiusto profitto.
Il soggetto deve avere attuato artifizi o raggiri al fine di indurre in errore lo Stato, ottenendo un ingiusto profitto economico che porterà al perfezionamento del reato nel momento in cui sarà realizzata la condotta tipica appena indicata, da parte dell’autore che abbia comportato una deminutio patrimonii (diminuzione del patrimonio) dello Stato.
Il termine di prescrizione di questo delitto è di 6 anni.
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Qual è la pena per la truffa aggravata ai danni dello Stato
La pena prevista dal nostro codice penale al 2 comma dell’art. 640, per i reati di truffa aggravata, è della reclusione da uno a cinque anni e della multa da euro 309 a euro 1.549 – si partirà da un minimo di pena decisamente più elevato rispetto alla truffa semplice prevista dal primo comma.
Non sarà necessaria la querela della persona offesa per i reati di truffa aggravata, perché il Legislatore ha previsto la procedibilità d’ufficio, ad eccezione della circostanza di cui al numero 2-ter.
È previsto, altresì, che il Pubblico Ministero possa chiedere e il Giudice applicare, una misura cautelare reale; spesso è chiesto il sequestro preventivo delle somme percepite al fine di evitare che il trascorrere del tempo possa pregiudicare irrimediabilmente l’effettività della giurisdizione espressa con la sentenza di condanna.
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Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche
L’art 640 bis del codice penale prevede un ulteriore delitto aggravato dall’aver conseguito erogazioni pubbliche. Quest’ultimo reato si differenzia dalla truffa aggravata nei confronti dello Stato appena esaminata perché l’oggetto materiale è specifico, prevedendo il legislatore che la condotta riguardi contributi, finanziamenti, mutui agevolati ovvero erogazioni dello stesso tipo.
L’articolo prevede la pena della reclusione da due a sette anni e la procedibilità d’ufficio – di conseguenza anche i termini per la prescrizione del reato saranno diversi e più lunghi.
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Truffa aggravata ai danni dello Stato: il caso Superbonus
I Tribunali e la Suprema Corte di Cassazione, negli ultimi anni, si sono occupati di diversi casi relativi a lavori di ristrutturazione il cui valore, grazie alla predisposizione di documentazione falsa, risultava superiore a quello dei lavori effettivamente eseguiti, allo scopo di accedere ai benefici statali di cui alla normativa del così detto “superbonus 110“.
Bisogna prestare attenzione alla condotta realizzata perché non sempre possiamo parlare di truffa o di truffa aggravata ex art. 640 bis. L’art. 316 ter del Codice Penale prevede il reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche. Il reato si distingue dalla truffa aggravata perché non richiede l’induzione in errore dell’ente, il quale deve soltanto limitarsi ad accettare i requisiti autocertificati, senza averli preventivamente verificati.
L’articolo, infatti, prescrive che:
Salvo che il fatto costituisca il reato previsto dall’articolo 640 bis, chiunque mediante l’utilizzo o la presentazione di dichiarazioni o di documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero mediante l’omissione di informazioni dovute, consegue indebitamente, per sé o per altri, contributi, sovvenzioni, finanziamenti, mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati dallo Stato, da altri enti pubblici o dalle Comunità europee è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.
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