Vai al contenuto

Istanza di fallimento: requisiti e presupposti

In cosa consiste il fallimento di un’azienda, quali sono i presupposti e le fasi di una procedura fallimentare, oltre che le conseguenze, in relazione a quanto previsto dalla Legge Fallimentare. 

fallimento
  • L’istanza di fallimento, o istanza fallimentare, è l’atto con cui si richiede alla Pubblica Autorità di aprire una procedura di fallimento nei confronti di un dato soggetto.
  • È disciplinata dalla cosiddetta Legge Fallimentare, R.D. 16 marzo 1942, n. 267 e D.Lgs. 9 gennaio 2006, n. 5 integrati dal D.Lgs. 12 settembre 2007, n. 169 e successive modificazioni.
  • Può essere richiesta non solo dal debitore, ma anche dai creditori, il Pubblico Ministero o l’erede.

Il fallimento è un istituto disciplinato in Italia dal Regio Decreto n. 267 del 1942, conosciuto anche come Legge Fallimentare

La procedura fallimentare si attiva nel momento in cui c’è una situazione di crisi di impresa che presenta presupposti soggettivi e oggettivi ben precisi. 

In alternativa alla procedura fallimentare, è possibile optare per un accordo con i creditori oppure, prima che si verifichino i presupposti del fallimento, con un accordo di ristrutturazione dei debiti. 

La procedura fallimentare è riservata agli imprenditori medio-piccoli in quanto per aziende di grandi dimensioni sono state pensate forme differenti di regolazione della crisi, come l’amministrazione straordinaria e la liquidazione coatta amministrativa. 

Analizziamo di seguito come funziona il fallimento dal punto di vista giuridico, partendo dai presupposti e analizzandone le varie fasi.

Istanza di fallimento: presupposti

Quando si parla di fallimento, bisogna distinguere tra:

  1. presupposti soggettivi;
  2. presupposti oggettivi

I presupposti soggettivi sono discplinati dall’articolo 1 della legge fallimentare, in cui vengono individuati i soggetti che possono fallire. Si tratta degli imprenditori commerciali, tra i quali non rientrano gli enti pubblici. 

Ai sensi dell’articolo 2195 c.c., gli imprenditori commerciali sono quei soggetti che si occupano delle attività:

  • industriali dirette alla produzione di beni e servizi;
  • intermediarie nella circolazione dei beni;
  • di trasporto per terra, acqua o aria;
  • bancarie o assicurative;
  • ausiliarie alle precedenti. 

Non ne fanno parte gli imprenditori agricoli né i soggetti che sono impiegati in una professione intellettuale. 

procedura fallimentare

Quando un imprenditore commerciale fallisce viene inteso nella sua accezione giuridica e non economica. A fallire è, dunque, la società, ovvero la persona giuridica. Può essere dichiarato fallito, nel momento in cui avviene la cancellazione dal Registro delle imprese

LEGGI ANCHE Cosa sono le cambiali

Consulenza Legale Online

Vuoi una consulenza legale sull'argomento? Chiedi Gratis ad un Avvocato

  • +3000 avvocati pronti ad ascoltarti
  • Consulenza Legale Online - Telefonica, in webcam, scritta o semplice preventivo gratuito
  • Anonimato e Riservatezza - La tua consulenza verrà letta solo dall'avvocato che accetterà di rispondere

Richiedi una Consulenza

Fallimento: quali sono le eccezioni

Un imprenditore commerciale non sarà invece dichiarato fallito nell’ipotesi in cui abbia posseduto, nei 3 anni precedenti l’istanza di fallimento, tutti i 3 i requisiti presentati di seguito:

  1. un attivo patrimoniale minore di 300.000 euro;
  2. ricavi lordi annuali inferiori a 200.000 euro;
  3. un totale di debiti non superiore a 500.000 euro. 

Fallimento: presupposti oggettivi

In base all’articolo 5 della Legge Fallimentare, il presupposto oggettivo del fallimento è lo stato di insolvenza, ovvero una condizione nella quale il debitore non è più in grado di rispettare le proprie obbligazioni.

Il concetto di insolvenza è piuttosto lasco. Si ritiene comunque che:

  • non possa essere né momentaneo né transitorio;
  • debba costituire una situazione patologica dell’impresa. 

 Il D.Lgs n. 169 del 2007 ha inoltre stabilito che il totale dei debiti scaduti e insoluti non possa essere inferiore a 30.000 euro

LEGGI ANCHE Cos’è il reato di bancarotta

Procedura fallimentare: fasi

Il fallimento potrà essere richiesto:

  1. su iniziativa privata dei creditori;
  2. dallo stesso debitore;
  3. su iniziativa pubblica da parte del Pubblico Ministero. 

Quest’ultimo può presentare istanza di fallimento al fine di esercitare l’azione penale nel corso di un procedimento penale, mentre a richiederla in un procedimento civile è il giudice. 

Fase 1. Domanda di fallimento

Avviene nella forma del ricorso al tribunale competente, ovvero quello in cui si trova la sede principale dell’impresa. Alla domanda segue una procedura propedeutica alla dichiarazione di fallimento, che prende il nome di istruttoria fallimentare

Fase 2. L’istruttoria fallimentare

Le parti – debitori, creditori e PM – vengono convocate in udienza entro 45 giorni dal deposito del ricorso. Dovrà trascorrere un minimo di 15 giorni tra l’udienza e la data di notificazione del ricorso. 

Entro 7 giorni dall’udienza sarà possibile presentare memorie, documenti e relazioni tecniche. L’imprenditore commerciale dovrà depositare obbligatoriamente:

  • l’ultima situazione patrimoniale, economica e finanziaria;
  • i bilanci degli ultimi 3 anni. 

In questa fase, si potranno adottare eventuali provvedimenti cautelari, per esempio al fine di preservare il patrimonio aziendale, che potranno essere revocati o confermati con la sentenza di fallimento o il decreto di rigetto

Fase 3: L’esito della procedura fallimentare

Casistiche Esito procedura fallimentare
Ipotesi 1sentenza di fallimento
Ipotesi 2decreto di rigetto
Ipotesi 3archiviazione del procedimento
Ipotesi 4dichiarazione di incompetenza: gli atti vengono trasmessi al Tribunale competente

Procedura fallimentare in sintesi: conseguenze

La sentenza di fallimento, oltre a essere comunicata al debitore fallito, ai creditore e al Pubblico Ministero, viene annotata nel Registro delle imprese e anche nei Registri pubblici immobiliari qualora coinvolga i beni mobili e immobili registrati al suo interno. 

La dichiarazione di fallimento potrà avere conseguenze di tipo:

  1. patrimoniale;
  2. sulla persona dell’imprenditore;
  3. di natura processuale. 

LEGGI ANCHE Cos’è la fideiussione bancaria

fallimento conseguenze fasi

1) Conseguenze patrimoniali fallimento

Il fallimento potrà l’imprenditore a perdere la disponibilità e l’amministrazione dei diritti di cui è titolare. Questa condizione prende il nome di spossessamento

I suoi atti perdono efficacia nei confronti dei creditori, anche in relazione a eventuali nuovi debiti contratti. Il patrimonio riservato ai creditori non potrà essere vincolato in alcun modo. 

2) Conseguenze sul fallito

L’imprenditore fallito viene sostituito da una figura che prende il nome di curatore fallimentare, il quale si occuperà dell’amministrazione del patrimonio e dei rapporti processuali

Il fallito dovrà consegnare al curatore fallimentare:

  • tutti i bilanci e le scritture contabili, oltre che l’elenco dei creditori, entro 3 giorni dalla dichiarazione di fallimento;
  • la corrispondenza su tutti i rapporti relativi al fallimento. 

3) Conseguenze processuali

Il fallito, per l’articolo 43 della Legge Fallimentare, perde la sua capacità processuale in merito ai rapporti oggetto del fallimento, che passa in mano al curatore fallimentare. 

LEGGI ANCHE Cos’è la bancarotta fraudolenta

Fallimento – Domande frequenti

Quando una società fallisce chi paga i debiti?

Nel caso di fallimento di una società, i debiti saranno pagati con il suo capitale, ovvero con il valore degli immobili, gli utili in riserva, e così via. 

Chi è il curatore fallimentare? 

In caso di fallimento, il curatore fallimentare è la persona che amministra il patrimonio e i rapporti processuali del soggetto fallito.

Quando il creditore può presentare istanza di fallimento?

Il creditore potrà richiedere al Tribunale competente un’istanza di fallimento in presenza di determinati presupposti: scopri di quali si tratta.

Consulenza Legale Online

Vuoi una consulenza legale sull'argomento? Chiedi Gratis ad un Avvocato

  • +3000 avvocati pronti ad ascoltarti
  • Consulenza Legale Online - Telefonica, in webcam, scritta o semplice preventivo gratuito
  • Anonimato e Riservatezza - La tua consulenza verrà letta solo dall'avvocato che accetterà di rispondere

Richiedi una Consulenza

Immagine profilo autore
Maria Vittoria Simoni
Esperta di diritto penale
Neo laureata in legge, sogna di diventare un giorno magistrato. Nel frattempo, scrive per la redazione di deQuo, condividendo le sue conoscenze giuridiche online.
Cerca
Effettua una ricerca all'interno del nostro blog, tra centinaia di articoli, guide e notizie
Ti serve il parere di un Avvocato sull'argomento?
Prova subito il nostro servizio di consulenza online. Più di 3000 avvocati pronti a rispondere alle tue richieste. Invia la tua richiesta.
Richiedi Consulenza

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter settimanale per ricevere informazioni e notizie dal mondo legal.

Decorazione
Hai altre domande sull'argomento?
Se hai qualche dubbio da risolvere, chiedi una consulenza online a uno dei nostri Avvocati
Richiedi Consulenza

Altro su Crisi di impresa

Approfondimenti, novità e guide su Crisi di impresa

Leggi tutti
curatore fallimentare
03 Aprile 2023
Il curatore fallimentare è uno degli organi fondamentali del fallimento, nominato dal Giudice Delegato. Svolge la funzione di gestione del patrimonio del fallito per soddisfare i creditori e consentire l’espletamento della procedura concorsuale. Può incorrere in forme di responsabilità civile, penale e professionale laddove ponga in essere condotte abusive. Il…
decreto di trasferimento
27 Maggio 2021
La Cassazione, a Sezioni Unite, spazza via la pretesa di attestazioni di definitività dei provvedimenti del giudice dell’esecuzione affermando la inesigibilità dell'attestazione dei definitività dei provvedimenti del giudice dell'esecuzione. L'immediata esecutività di tutti i provvedimenti del giudice dell’esecuzione La Cassazione riafferma la immediata esecutività di tutti i provvedimenti del giudice…