Posso disdire una prenotazione per il Coronavirus?
Coronavirus e annullamento di una prenotazione: cosa cambia se la disdetta viene dal singolo o è imposta dall’Autorità Pubblica.
L’Italia è in questo momento uno dei Paesi nei quali è stato riscontrata una maggiore diffusione del Coronavirus: le misure preventive messe in atto dal Governo non impediscono agli italiani di spostarsi da un luogo all’altro, né di prenotare nuovi viaggi, fatta eccezione per la zona rossa dalla quale i contagi si sono espansi a macchia d’olio.
Il timore di risultare positivi al virus ha portato a due situazioni differenti:
- da un lato c’è chi vorrebbe annullare la prenotazione relativa a un viaggio;
- dall’altro quella nella quale non si può più partire a causa di divieti che sono stati imposti dall’autorità o dagli altri Stati.
Cosa succede nel caso in cui si volesse disdire una prenotazione per il Coronavirus? Quali sono i diritti a sostegno del consumatore? Cosa cambia quando l’impedimento arriva dall’alto? Di seguito sarà presentato il quadro completo relativo alle prenotazioni e ai viaggi ai tempi del Coronavirus.
Coronavirus e prenotazioni: come funziona
Il primo caso da analizzare è legato alla volontà del singolo di disdire una prenotazione per timore di contagio da Coronavirus, che è ovviamente possibile. Se il viaggiatore sceglie per motivi personali di disdire un viaggio o una prenotazione alberghiera deve sottostare alle clausole della prenotazione.
Se il biglietto aereo, la prenotazione di un albergo o di qualsiasi altra struttura turistica non preveda un rimborso, la paura del Coronavirus non rientra nelle casistiche che, per Legge, prevedono delle tutele:
- non si tratta, nella pratica, di una situazione di forza maggiore come sarebbe una grave malattia o un infortunio improvviso, tipo la rottura di un arto e la necessità di un intervento;
- la forza maggiore permetterebbe di estinguere il contratto sottoscritto con la prenotazione e, di conseguenza, di avere diritto al rimborso di quanto anticipato o già pagato.
Questo principio è stato confermato, nel tempo, anche dalla Giurisprudenza:
- nei casi in cui l’annullamento del viaggio è indipendente dalla volontà del consumatore, quest’ultimo ha diritto alla restituzione di quanto pagato;
- in caso contrario, ovvero in presenza di una motivazione soggettiva, non è invece previsto alcun rimborso.
Vuoi una consulenza legale sull'argomento? Chiedi Gratis ad un Avvocato
- +3000 avvocati pronti ad ascoltarti
- Consulenza Legale Online - Telefonica, in webcam, scritta o semplice preventivo gratuito
- Anonimato e Riservatezza - La tua consulenza verrà letta solo dall'avvocato che accetterà di rispondere
Coronavirus: quando la prenotazione viene annullata dall’autorità
Cosa succede nel caso in cui non sia possibile effettuare un viaggio perché vige un blocco imposto da un’autorità? I consumatori sono tutelati in modo diverso a seconda della circostanza, per esempio:
- se hanno versato un anticipo sulla prenotazione, dovranno riceverlo indietro senza che sia applicata alcuna penale;
- se un evento è stato annullato dal suo organizzatore, i partecipanti dovranno ricevere il rimborso di tutte le spese sostenute.
L’Aduc, ovvero l’Associazione per i Diritti degli Utenti e dei Consumatori, ha chiarito quali sono i diritti dei consumatori per gli annullamenti che sono stati imposti a causa dell’emergenza Coronavirus. Oltre ai casi esposti finora, quindi quello in cui la decisione di annullare una prenotazione dipenda dalla volontà del singolo e quello in cui, invece, è dovuta alla sospensione di un’attività da parte di chi la organizza, esiste anche una terza ipotesi: quella in cui l’annullamento è imposto da un’autorità.
È quello che è successo all’inizio dell’emergenza Coronavirus, quando i voli da e per la Cina dall’Italia sono stati immediatamente bloccati per motivi di sanità pubblica: per casi come questi è previsto il rimborso di quanto già pagato o, nel caso in cui il pagamento non sia ancora avvenuto, chi ha ricevuto la prenotazione non può pretendere di ricevere dei soldi.
Ci sono tre diverse situazioni che si sono verificate a livello internazionale a causa del Coronavirus:
- il Paese di destinazione ha bloccato momentaneamente l’’ingresso agli italiani e a chi proviene da una zona a rischio, ovvero da Cina, Corea del Sud e Iran;
- chi proviene da una zona a rischio viene sottoposto a un periodo di quarantena obbligatoria;
- chi arriva da una zona a rischio viene sottoposto a qualche controllo preventivo in più e gli si viene chiesto di mettersi in autoisolamento.
La situazione è in continuo aggiornamento, quindi si consiglia di monitorare il sito viaggiaresicuri.it, nel quale sono disponibili tutte le novità in tempo reale.
I Paesi nei quali non è possibile andare dall’Italia a causa del Coronavirus
La situazione relativa alle prenotazione in seguito all’espansione del Coronavirus è paradossale:
- da una parte ci sono cittadini che vorrebbero richiedere un annullamento della prenotazione per la paura del contagio, ma non possono ricevere un rimborso in cambio;
- dall’altra ci sono quelli che vorrebbero partire per un viaggio già prenotato non possono farlo in quanto ci sono alcuni Paesi che hanno impedito l’ingresso ai cittadini provenienti dall’Italia.
Per questo motivo, prima di partire è consigliabile controllare il sito viaggiaresicuri.it, nel quale vengono comunicati i dati ufficiali relativi a tutti gli Stati che hanno introdotto misure restrittive, oppure misure preventive, quali controlli sanitari all’ingresso o un periodo di quarantena, per i cittadini che provengono dalle aree a maggiore diffusione del Coronavirus.
Tra i Paesi che finora hanno impedito l’accesso agli italiani ci sono:
- Arabia Saudita;
- Bahrein;
- Capo Verde;
- El Salvador;
- Figi;
- Giamaica;
- Giordania;
- Kuwait;
- Iraq;
- Israele;
- Libano;
- Mauritius;
- Micronesia;
- Repubblica Dominicana;
- Seychelles;
- Territori Palestinesi
- Turchia;
- Turkmenistan;
- Uzbekistan;
- Vietnam.
Paesi nei quali è previsto un periodo di quarantena
Ci sono poi altri Paesi nei quali è possibile andare, ma il fatto di provenire da una zona a maggiore rischio epidemiologico, compresa l’Italia, comporta in automatico l’attivazione di un periodo di quarantena obbligatorio. Vi rientrano i seguenti Stati:
- Angola;
- Bolivia;
- Chad;
- Cina;
- Eritrea;
- Grenada;
- Hong Kong, per chi proviene dal Nord Italia;
- India;
- Isole Cook;
- Kazakhistan;
- Kirghizistan;
- Malta, per chi proviene dal Nord Italia;
- Romania, per chi proviene dai luoghi più a rischio di Lombardia e Veneto;
- Taiwan;
- Tagikistan;
- Tuvalu;
- Uganda;
- Zambia.
Negli altri Stati l’ingresso è al momento consentito, salvo che sono previste delle misure complementari che i cittadini provenienti dalle zone più esposte al virus devono mettere in pratica, quali per esempio autoisolamento, automonitoraggio, comunicazione di un eventuale variazione della temperatura. Alcuni Stati hanno attivato delle misure di monitoraggio attivo, con controlli sanitari e compilazione di questionari.
Nello specifico, si tratta di:
- Bangladesh;
- Botswana;
- Bulgaria;
- Colombia;
- Cipro;
- Congo: a seconda della gravità della situazione, potrebbe essere imposta la quarantena;
- Croazia;
- Estonia;
- Francia;
- Georgia;
- Irlanda;
- Malawi;
- Messico;
- Mongolia;
- Nicaragua;
- Panama;
- Polonia;
- Qatar;
- Regno Unito;
- Romania;
- Sud Africa;
- Tunisia.
Coronavirus: le reazioni delle compagnie aeree
Un’altra situazione per chi viaggia dall’Italia verso uno Stato estero riguarda i controlli effettuati a bordo degli aerei. I Paesi nei quali è stato imposto questo obbligo sono:
- Bielorussia;
- Cile;
- Cipro;
- Colombia;
- Croazia;
- Cuba;
- Ecuador;
- Germania;
- Grecia;
- Libano;
- Lituania, ma solo per chi arriva dal Nord Italia;
- Moldavia;
- Repubblica Ceca;
- Slovacchia;
- Ucraina;
- Ungheria.
Per quanto riguarda, invece, le reazioni delle singole compagnie aeree, alcune hanno deciso di sospendere i voli da e per l’Italia. In particolare, si tratta di:
- British Airways, che è stata una delle prime, e che ha esteso la sospensione di alcuni voli da e per l’Italia fino al 28 marzo;
- EasyJet, che ha scelto di cancellare alcune delle rotte da e per l’Italia perché ha subito un calo della domanda e per la relativa difficoltà a riempire gli aerei;
- Brussels Airlines, che ha ridotto i collegamenti per Linate, Malpensa, Roma, Venezia e Bologna del 30%, fino al prossimo 14 marzo;
- El Al Israel Airlines, che ha scelto di sospendere i voli verso Milano e Roma fino al 14 marzo, e quelli per Bangkok dal 2 al 27 marzo;
- Bulgaria Air, la compagnia nazionale della Bulgaria, che ha sospeso i collegamenti con Milano fino al 27 marzo;
- Eurowings, che ha sospeso alcuni voli tra Milano e le città di Stoccarda e Dusseldorf;
- Royal Jordanian, che ha sospeso tutti i voli fino a data da destinarsi;
- American Airlines, che ha sospeso tutti i voli da e per Milano, da New York e Miami, fino al 24 aprile;
- United Airlines, che ha dato ai propri passeggeri la possibilità di poter spostare i biglietti acquistati per i voli compresi fra il 27 febbraio e il 30 giugno, relativi agli scali di Bologna, Genova, Milano, Trieste, Torino, Venezia e Verona;
- i voli diretti dalla Repubblica Dominicana a Milano sono stati sospesi per 30 giorni.
Coronavirus e prenotazioni – Domande frequenti
Se si disdice una prenotazione per una causa di tipo soggettivo, quale può essere il timore per il Coronavirus, non si ha diritto al rimborso delle spese già sostenute.
Se non è possibile partire per un’imposizione da parte di un’autorità o per un blocco introdotto da uno Stato che impedisce l’accesso ai cittadini di un altro Stato, si avrà diritto al rimborso, in quanto l’impedimento al partire non è legato alla volontà del singolo.
Fatta eccezione per i Paesi che hanno imposto delle limitazioni di accesso agli italiani e ai cittadini provenienti da Cina, Corea del Sud e Iran, viaggiare è possibile. Vista l’imprevedibilità della situazione si consiglia di prenotare viaggi con biglietto rimborsabile o di aggiungere un’assicurazione viaggi che preveda il rimborso in caso di annullamento.
L’espansione del Coronavirus ha portato alcuni Stati a introdurre la quarantena obbligatoria come misura per contenere i contagi. Sul sito viaggiaresicuri.it è disponibile l’elenco completo e aggiornato degli Stati nei quali è stata introdotta la quarantena obbligatoria: si consiglia di controllare il sito prima di partire, altrimenti si rischia di restare bloccati per 14 giorni all’estero o, in alternativa, di essere rimpatriati.
Vuoi una consulenza legale sull'argomento? Chiedi Gratis ad un Avvocato
- +3000 avvocati pronti ad ascoltarti
- Consulenza Legale Online - Telefonica, in webcam, scritta o semplice preventivo gratuito
- Anonimato e Riservatezza - La tua consulenza verrà letta solo dall'avvocato che accetterà di rispondere