Perché Francesca Albanese non può più aprire un conto corrente?
Ecco cosa significa finire nella “lista nera” dello Stato più potente del mondo: le difficoltà di Francesca Albanese con i servizi bancari dopo l'applicazione delle sanzioni USA.
- Essere inseriti in una lista OFAC significa essere trattati come un terrorista.
- È quello che è successo alla relatrice speciale delle Nazioni Unite Francesca Albanese.
- Da quel momento, non è più stato possibile per lei avere un conto corrente.
È praticamente impossibile non avere impresso nella mente il nome di Francesca Albanese, a meno che, negli ultimi 2 anni, non si sia stati rinchiusi in un bunker, totalmente inconsapevoli di ciò che stava accadendo in superficie. Francesca Albanese, Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, è finita nel mirino degli Stati Uniti d’America per avere detto la verità su quanto accaduto a Gaza.
Il suo rapporto per l’ONU in cui ha elencato i nomi di 45 aziende private (principalmente americane) che hanno sostenuto l’esercito israeliano e l’occupazione dei territori palestinesi, in modo diretto o indiretto, ottenendo vantaggi economici dalla morte di migliaia di innocenti, le è costato caro.
È stata, infatti, inserita in una blacklist dell’OFAC (Office of Foreign Assets Control) – nello specifico nella Sdn List, Specially Designated Nationals and Blocked Persons List – assieme a terroristi e soggetti che si sono macchiati di riciclaggio. Le conseguenze economiche sono state devastanti dato che, la Albanese, non può più essere titolare di un conto corrente.
Cosa significa vivere senza conto corrente
Nonostante ci siano ancora diverse persone ad avere una certa ritrosia nei confronti dei conti correnti – perché li considerano cari e per i pregiudizi che li portano a nascondere tuttora i soldi sotto al materasso – vivere senza, oggi, è praticamente impensabile. O perlomeno anacronistico.
Avere un conto corrente significa disporre di uno spazio virtuale in cui ricevere lo stipendio, poter tenere i soldi da parte in un luogo sicuro, ma è la base che permette anche di avere una carta di debito o di credito, richiedere un mutuo o un prestito, noleggiare una macchina.
Come sottolineato dalla stessa Albanese, non poter più accedere ai servizi bancari e finanziari – perché le sanzioni USA hanno avuto un impatto sul sistema bancario globale – vuol dire essere praticamente un fantasma. Un paria delle transazioni economiche.
Ma c’è di più. Non solo il suo conto corrente statunitense è stato chiuso e non ha più la possibilità di aprirne uno, neanche in un altro Stato. Ma anche chi dovesse pagarle qualcosa o prestarle dei soldi, tipo la figlia, potrebbe correre dei rischi. Rischi seri, come l’arresto o una pena pecuniaria considerevole.
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Francesca Albanese non può aprire un conto neanche con Banca Etica?
Banca Etica è un istituto bancario noto per i suoi valori, ovvero quello di sostenere progetti che promuovano la pace, la tutela dell’ambiente, l’inclusione sociale, la cooperazione internazionale.
Non a caso, quindi, Francesca Albanese si è rivolta a questa banca per aprire un nuovo conto corrente. L’istituto si è mosso con i consueti controlli da effettuare per accettare le richieste dei nuovi ipotetici correntisti, ma ha dovuto rispondere negativamente alla relatrice.
Le sanzioni imposte dagli USA comporterebbero, infatti, un trattamento sanzionatorio a cascata, nel senso che la stessa banca finirebbe nella lista Sdn nella quale si trova già la Albanese. Possibili sanzioni per la banca sarebbero inoltre deleterie per i suoi clienti, nella misura in cui le multe le renderebbero impossibile operare sul mercato.
Il dramma che sta vivendo Francesca Albanese è stato descritto come un precedente pericoloso e inaccettabile, nel quale uno strumento che dovrebbe avere una funzione positiva viene manipolato per ragioni meramente politiche, solo perché si è scelto di stare dalla “parte sbagliata”. Quella della verità.
Approfondisci leggendo Cosa succede a un conto corrente cointestato in caso di morte?
Cosa sono le liste OFAC?
Le liste dell’OFAC americano sono uno strumento legale, che è stato previsto dalla normativa antiriciclaggio e antiterrorismo. La loro funzione è quella di bloccare le attività di stampo criminale.
Nel momento in cui un dato soggetto viene inserito in tali liste, il suo nome viene segnalato e diventa praticamente impossibile procedere con l’apertura di un conto corrente. L’operazione viene di fatto bloccata in modo automatico.
Francesca Albanese è una persona stimata e autorevole, la cui credibilità è stata messa in discussione dall’applicazione di sanzioni che non hanno motivo di esistere, né per ragioni inerenti il terrorismo, né tantomeno il riciclaggio.
Il rischio è che la norma venga adoperata in modo improprio ogniqualvolta lo si riterrà necessario per mettere a tacere, simbolicamente, un avversario politico. Perdendo di vista non solo l’etica, ma il senso stesso delle leggi che, quando diventano oggetto di strumentalizzazione, si svuotano totalmente di valore.
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Le reazioni del mondo politico e finanziario
Quello delle sanzioni a Francesca Albanese è un caso così eclatante che ha suscitato numerose reazioni a livello internazionale. Da un lato ci sono state le richieste da parte di diversi partiti dell’opposizione in Italia. In alcune città, come Bologna, alla Special Rapporteur è stata conferita la cittadinanza onoraria.
Dall’altro è stata la stessa Banca Etica a mettere in campo diverse iniziative per richiedere la rimozione delle sanzioni USA contro Francesca Albanese, come la lettera inviata il 26 settembre ai capigruppo di Camera e Senato affinché si mobilitino in tal senso, attivando anche le istituzioni europee.
La stessa Febea, Federazione europea delle banche etiche e alternative, che riunisce 32 istituzioni finanziarie di 17 Paesi UE, ha espresso profonda preoccupazione per gli sviluppi del sistema finanziario internazionale, dato che gli strumenti giuridici sono stati utilizzati in modo non corretto, violando i diritti fondamentali, lo Stato di diritto e il principio di inclusione finanziaria.
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