Le sanzioni cadono in successione?
Quando si accetta un’eredità è lecito chiedersi se anche i debiti del defunto saranno trasmessi all’erede. Particolare attenzione meritano le sanzioni. Di seguito una guida sulla sorte dei debiti in caso di successione per chiarire quali saranno trasmessi e quali no.
- A differenza della maggior parte dei debiti contratti dalla persona defunta, le sanzioni che conseguono al mancato pagamento non si trasmettono agli eredi.
- Non sono dovute le sanzioni amministrative, penali, tributarie.
- In caso di richiesta dal creditore, l’erede potrà fare opposizione.
Quando una persona viene a mancare, i suoi eredi non ricevono soltanto beni, denaro o immobili, ma anche i debiti che il defunto aveva contratto in vita. La legge, tuttavia, stabilisce dei limiti ben precisi: non tutti i debiti e soprattutto non tutte le sanzioni passano agli eredi.
È lecito chiedersi se multe stradali, sanzioni penali o amministrative saranno a carico di coloro che hanno accettato l’eredità. Questo è un punto fondamentale da conoscere per evitare di pagare importi che non sono giuridicamente dovuti.
Debiti e successione: regole generali
Gli eredi che abbiano accettato l’eredità, anche con beneficio di inventario, subentrano nella posizione patrimoniale del defunto attraverso il principio della successione universale – come stabilito dall’articolo 752 del codice civile. Questo significa che ricevono non solo i beni, ma anche i debiti.
Due sono le condizioni da appurare:
- l’accettazione dell’eredità:
- la natura del debito in questione.
Solo in caso di accettazione dell’eredità si può essere chiamati a rispondere di un debito del defunto. Questo sta a significare che i creditori non vantano alcun diritto nei confronti di coniuge e figli sino a quel momento. Ricordiamo che l’erede può accettare o rinunciare all’eredità e, in caso di accettazione, può farlo con beneficio di inventario. In tal caso, i debiti vengono pagati solo entro il valore dei beni ereditati, senza che sia intaccato il patrimonio personale dell’erede.
È opportuno, inoltre, segnalare che l’accettazione può essere espressa, come quella effettuata davanti al notaio, oppure tacita, quando avviene per fatti concludenti, ovvero qualora l’erede assuma comportamenti tali da far presumere la sua volontà di accettare. È il caso di un prelievo in banca o della vendita di un immobile.
Per quanto riguarda la natura del debito, è di rilievo il fatto che alcuni debiti si trasmettono, come per esempio mutui, imposte non pagate, prestiti bancari, ma altri no – è il caso di multe amministrative, sanzioni tributarie e previdenziali.
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Quali sono i debiti non trasmissibili
Tra i debiti che una persona può aver contratto, figurano le sanzioni per il mancato pagamento. La regola generale è sancita dall’art. 7 della legge n. 472/1997; in base a detta norma viene messo nero su bianco che l’obbligazione di pagamento di una sanzione non si trasmette agli eredi.
Questo principio di intrasmissibilità delle sanzioni tutela gli eredi da responsabilità personali del defunto. Infatti, multe e penalità hanno natura afflittiva e personale, e quindi non possono colpire chi non ha commesso il fatto illecito.
Riepilogando, tra i debiti che non si trasmettono agli eredi, si possono menzionare:
- le sanzioni amministrative (per reati depenalizzati, per esempio, o per violazione di norme sul commercio;
- le sanzioni per violazioni tributarie (mancato versamento di IVA, IRPEF, IMU, mancata o inesatta presentazione della dichiarazione dei redditi). Gli eredi dovranno pagare le imposte non versate dal defunto, ma non le sanzioni a suo carico;
- le sanzioni INPS per mancato versamento dei contributi previdenziali;
- le multe stradali non pagate dal defunto;
- gli interessi di mora e aggravi accessori legati a tali sanzioni;
- le sanzioni penali derivanti dalla commissione di un fatto di reato.
Le sanzioni non vengono ereditate anche qualora vi sia una cartella esattoriale a carico della persona defunta. L’erede chiamato a rispondere del pagamento di una sanzione non corrisposta dalla persona deceduta avrà diritto ad opporsi entro il termine di 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale. Allo scadere del termine, perderà il diritto di contestare la richiesta e sarà costretto a provvedere al pagamento.
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Quali debiti rientrano in successione
Gli eredi devono dichiarare nella successione tutti i debiti certi ed esistenti alla data del decesso, che incidono sulla determinazione dell’attivo ereditario e possono essere portati in detrazione.
Rientrano in successione:
- mutui bancari e finanziamenti;
- imposte non pagate dal defunto (es. IRPEF dell’ultimo anno, IMU, TASI, bollo auto);
- canoni di locazione arretrati;
- assicurazione auto;
- spese condominiali;
- bollette di luce, gas e acqua;
- canone RAI;
- bollo auto;
- debiti verso fornitori o privati riconosciuti da contratti o scritture private.
Facciamo un esempio pratico: se il defunto aveva ricevuto una cartella per mancato pagamento dell’IMU con sanzione del 30% e interessi di mora, gli eredi devono pagare solo l’IMU dovuta e gli interessi maturati fino alla data del decesso, ma non la sanzione.
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Quando gli interessi si trasmettono all’erede
Occorre fare una distinzione tra sanzioni e interessi da versare per la mancata estinzione di un debito. Le sanzioni, come abbiamo visto, non sono trasmissibili in quanto obbligazioni personali. Gli interessi moratori e legali si trasmettono se maturati prima del decesso, mentre non si trasmettono se si riferiscono a periodi successivi alla morte, perché derivano da un inadempimento non più imputabile al defunto.
Dunque, gli eredi pagano il debito originario ed eventuali interessi maturati fino alla data del decesso, ma non devono corrispondere sanzioni fiscali o previdenziali così come gli interessi maturati dopo il decesso.
Lo Stato e gli enti previdenziali possono esigere dagli eredi solo ciò che costituisce un debito patrimoniale, ma non ciò che rappresenta una pena personale.
Fino a quale grado di parentela si ereditano i debiti
Il patrimonio del defunto, comprensivo dei debiti, si trasmette a tutti i chiamati all’eredità, secondo l’ordine stabilito dal codice civile, vale a dire:
- primo grado: figli, coniuge, nipoti in rappresentazione;
- secondo grado: genitori, fratelli e sorelle, nipoti (figli dei fratelli);
- gradi successivi: ascendenti ulteriori (nonni, bisnonni), zii, cugini fino al sesto grado di parentela.
I debiti possono trasmettersi fino ai parenti entro il sesto grado, ma non oltre.
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Cosa succede se gli eredi non pagano
Se gli eredi accettano l’eredità senza beneficio d’inventario, rispondono dei debiti anche con il proprio patrimonio personale, diversamente soltanto con i beni ereditati. Gli enti creditori (Agenzia delle Entrate, INPS, banche) potranno procedere con cartelle esattoriali, pignoramenti su conti correnti o immobili, nonché azioni giudiziarie di recupero credito.
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Sanzioni e successione – Domande frequenti
No, le multe sono sanzioni amministrative personali e non si trasmettono.
Si trasmettono solo gli interessi maturati fino alla data del decesso.
Sì, mutui e finanziamenti sono debiti patrimoniali e si trasmettono.
No, gli eredi devono pagare solo i contributi e gli interessi legali, non le sanzioni civili.
I debiti possono ricadere sui parenti fino al sesto grado di parentela, cioè ai cugini di terzo grado.
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