Autonomia differenziata: cos’è, disegno di legge, pro e contro
Si torna a parlare di autonomia differenziata, ma di cosa si tratta? Diamo insieme una definizione e cerchiamo di individuare quali sono le posizioni ideologiche sul punto.
- L’autonomia differenziata è espressamente prevista dalla Costituzione, all’art. 116 Cost.
- È voluta soprattutto da alcune Regioni del Nord ed osteggiata da quelle del Sud.
- Il principale rischio, infatti, che può conseguire è che le Regioni a gettito più basso possano essere pregiudicate da tale sistema.
Si torna nuovamente a discutere di Autonomia differenziata, dopo il primo sì al disegno di legge attuativo dell’art. 116 della Costituzione da parte del Senato. Il dibattito sull’Autonomia differenziata va avanti, oramai, da anni, senza che sia realmente sfociato in una riforma attuativa.
Nell’ultimo periodo, invece, la questione sembra aver trovato nuovo impulso, sotto la spinta del Governo di Giorgia Meloni. Le critiche, però, sono state innumerevoli, soprattutto da parte di alcuni Presidenti di Regione, come Vincenzo de Luca.
Nel seguente articolo, ti daremo una breve definizione di autonomia differenziata, per poi esaminare i pro e i contro di suddetta possibile riforma. Infine, ti diremo anche quali sono le posizioni assunte dai Presidenti di Regione coinvolti nel dibattito politico.
Autonomia differenziata: cos’è
Proprio nelle ultime settimane, al Senato è stato dato il via per dare attuazione alle disposizioni costituzionali che prevedono l’adozione di un modello di autonomia differenziata tra le Regioni.
Cosa si intende per autonomia differenziata? Si parla di questo concetto da anni, ma, siamo onesti, non è proprio chiaro a molti. L’autonomia differenziata non è altro che il riconoscimento di più ampi poteri statutari alle Regioni. Le Regioni, quindi, potranno intervenire in alcune materie, prendendo decisioni autonomamente rispetto al Governo centrale.
Le materie su cui gli enti potranno intervenire, invero, sono tradizionalmente devolute alla competenza esclusiva dello Stato. Inoltre, le Regioni potranno anche trattenere il gettito fiscale e impiegarlo sul proprio territorio.
Le concessioni di forme di potere autonomo sono previste dall’art. 116 della Costituzione. La norma, infatti, prevede che possono essere attribuite specifiche potestà anche con legge dello Stato, e su iniziativa della Regione stessa.
Fino ad oggi, però, questa previsione non è mai stata attuata, anche in considerazione delle implicazioni politiche e delle, non poche, opinioni contrarie. Per tale ragione, ci sembra necessario individuare sia i pro che i contro dell’autonomia differenziata.
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Pro e contro dell’autonomia differenziata
Dire quali sono i pro e i contro dell’autonomia differenziata, in realtà, non è proprio una cosa semplice. Per quale ragione? Beh, semplicemente perché, anche in questo caso, si tratta di posizioni politiche, una favorevole e l’altra contraria.
Non è, invece, possibile dire con oggettività quali sarebbero i vantaggi dell’autonomia differenziata, anche perché dipende dalle singole Regioni e dalla capacità di “fare meglio” dello Stato.
Prima che le Regioni siano effettivamente messe alla prova, non è in concreto possibile stabilire se l’autonomia differenziata porterà vantaggi o svantaggi. Soprattutto, l’esito di questo giudizio potrebbe variare a seconda delle zone.
Come ha scritto l’economista Paolo Balduzzi su Lavoce.info, allo stato attuale non esiste
un criterio oggettivo o tecnico che permetta di stabilire se una Regione sia o meno in grado di fare meglio dello stato negli ambiti di competenze che saranno trasferiti. Appare pertanto imprescindibile, e prima di un qualunque ulteriore avanzamento legislativo, introdurre strumenti di misurazione oggettiva dei risultati storici delle varie regioni nelle diverse materie.
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A favore dell’autonomia differenziata
In ogni caso, possiamo fare alcune valutazioni. Per esempio, chi è favorevole all’autonomia differenziata evidenzia che se le Regioni gestiscono autonomamente il gettito sono in grado di migliorare i servizi locali offerti ai cittadini.
Sul punto, possiamo citate le parole del Presidente del Piemonte, Alberto Cirio, il quale ha riferito alla Stampa:
È la storia che dimostra che più stretto è il rapporto tra chi spende e i beneficiari, più la spesa è efficace e ci sono meno sprechi. È una questione di conoscenza del territorio e anche di controllo che i cittadini possono esercitare sulla politica
Così ha spiegato Cirio, andando a sottintendere che efficienza e sprechi derivino dalla disponibilità economica e non dalle scelte politiche. Inoltre, secondo Cirio, sarebbe l’unico modo per superare il “criterio della spesa storica” e passare a quello “della spesa standard“.
Finora lo Stato pagava i servizi forniti agli enti locali in base a quanto era stato speso negli anni precedenti, così chi spendeva di più aveva di più. Ora ci sarà uno standard nei costi dei servizi.
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Contro l’autonomia differenziata
Chi, invece, sostiene la posizione contraria ha evidenziato che l’autonomia differenziata rischia di sottrarre risorse alla collettività nazionale. Il problema principale è che potrebbe accadere che i servizi pubblici non siano offerti in egual misura e agli stessi standard su tutto il territorio.
In particolare, poi, si osserva che alcune Regioni sarebbero svantaggiate rispetto ad altre. Ciò potrebbe comportare un dislivello delle prestazioni tra Nord e Sud Italia, con inevitabili ricadute in alcuni settori, come la scuola e la sanità.
Inoltre, la sottrazione del gettito fiscale alla redistribuzione su tutti i territori violerebbe il principio di solidarietà economica e sociale, che è enunciato dalla Costituzione stessa.
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La posizione del Presidente della Regione Campania De Luca
Il rischio principale evidenziato, quindi, è quello di creare forti disparità tra le Regioni. Proprio questo punto è al centro del discorso del Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Il Presidente si è scagliato con la veemenza che lo contraddistingue contro il progetto di legge attuativo dell’autonomia differenziata. Lo ha definito “controrisorgimento”, nel senso che il disegno di legge in questione nega, di fatto, l’Unità d’Italia.
A Palazzo Santa Lucia, a Napoli, il Presidente ha avviato una vera e propria mobilitazione contro il nuovo progetto del Governo Meloni. Ha osservato De Luca:
Il Fondo di perequazione per il Sud è stato prosciugato i Fondi Sviluppo e Coesione sono bloccati al Sud e operativi al Nord; la campagna di mistificazione sulle risorse reali trasferite al Sud e sull’efficienza amministrativa del Mezzogiorno continua in maniera vergognosa per nascondere dietro dati falsi la secessione di fatto.
L’obiettivo del Presidente De Luca è quello di avviare una campagna, proponendo iniziative legislative e costituzionali, finalizzata a bloccare il disegno di legge, che, nel frattempo, ha già avuto il primo sì in Senato.
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Autonomia differenziata – Indice
L’autonomia differenziata è un principio conosciuto anche alla nostra Costituzione, all’art. 116. Essa indica la possibilità di attribuire maggiore autonomia decisionale alle Regioni.
L’autonomia differenziata comporta che le Regioni possono trattenere il gettito fiscale e impiegarlo sul territorio regionale.
Il principale vantaggio dell’autonomia differenziata è che le Regioni potranno incrementare gli standard dei servizi offerti sul territorio.
Il principale svantaggio dell’autonomia differenziata deriva dal rischio per cui non tutte le Regioni saranno in grado di offrire gli stessi livelli qualitativi dei servizi, creando una maggiore disparità tra Nord e Sud d’Italia.
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