Congedo di maternità anticipata: quando si richiede
Le regole sul congedo di maternità prevedono delle eccezioni: ecco quali sono i casi in cui si può richiedere la maternità anticipata e come funziona la domanda.
- La normativa in vigore in tema di maternità prevede una certa flessibilità sul periodo di congedo previsto per la lavoratrice in gravidanza.
- Quali sono i casi nei quali è possibile accedere alla maternità anticipata? Analizziamo quali sono le regole in vigore e le relative eccezioni previste dalla legge.
Come funziona il congedo di maternità
La regola generale prevede che la lavoratrice dipendente abbia diritto al congedo di maternità:
- nei 2 mesi che precedono il parto;
- nei 3 mesi successivi.
La lavoratrice ha comunque il diritto di potersi astenere dal lavoro unicamente nel mese che precede il parto e di andare in congedo nei 4 mesi successivi.
In alternativa, è possibile anche non andare in congedo prima del parto e godere dei 5 mesi di congedo per maternità previsti subito dopo.
Nelle due ipotesi appena citate, la lavoratrice dovrà essere autorizzata dal medico specialista del Servizio sanitario nazionale, che dovrà attestare, in accordo con il medico competente in materia di salute e di lavoro, che lo svolgimento della propria attività lavorativa prima del parto non sia pregiudizievole né per la madre né per il nascituro.
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Quando si può richiedere la maternità anticipata
Ci sono delle condizioni nelle quali la lavoratrice deve richiedere la maternità anticipata, ovvero andare in congedo ancora prima degli ultimi due mesi di gravidanza. Ciò si verifica in presenza di lavori considerati rischiosi per una donna in gravidanza.
La legge non impone alcun obbligo dalla parte della lavoratrice di dover rivelare il proprio stato di gravidanza, ma il Testo unico per la tutela della maternità e paternità prevede che il datore di lavoro debba rendere noto il risultato della valutazione di eventuali rischi legati alla gravidanza.
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I lavori a rischio per la maternità
Quali sono, dunque, i lavori considerati a rischio per i quali è necessario ricorrere alla maternità anticipata? L’elenco completo è disponibile nel Testo Unico sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro.
Vi rientrano i lavori che espongono le lavoratrici ad agenti di tipo:
- fisico, quali un rumore eccessivo o una pressione atmosferica superiore a quella naturale;
- chimico, come sostanza tossiche quali l’amianto;
- biologico, quali possono essere dei microrganismi dai quali si possono rischiare gravi patologie, come per esempio il coronavirus.
Fanno parte dei lavori rischiosi anche quelli di manovalanza pesante, nei quali la lavoratrice è affaticata e deve stare in piedi per più della metà del suo orario di lavoro, o quelli con macchina mossa a pedale o comandata a pedale.
Sono vietati anche:
- i lavori di assistenza e cura nei sanatori e nei reparti di malattie infettive e malattie nervose e mentali:
- i lavori su navi, aerei, treni, pullman e altri mezzi in movimento;
- le attività svolte in spazi ristretti e in sotterranei;
- tutti i lavori che prevedono forti sollecitazioni o l’esposizione a vibrazioni;
- il lavoro notturno, compreso tra le ore 24:00 e le ore 6:00 del mattino.
In tutti questi casi, la maternità anticipata diventa obbligatoria a partire dal 3° mese prima del parto.
Come funziona la maternità anticipata
In genere, quando la lavoratrice in gravidanza svolge una mansione considerata a rischio, il datore di lavoro è tenuto a farle svolgere attività differenti.
Nell’ipotesi in cui ciò non fosse possibile, dovrà rivolgersi all’Ispettorato territoriale del Lavoro per richiedere l’astensione anticipata dal lavoro.
L’ispettorato avrà facoltà di effettuare le opportune verifiche, servendosi dei propri organi di vigilanza, e poi decidere se emettere il provvedimento di astensione anticipata richiesto, oppure no.
La domanda di congedo anticipato
Il congedo anticipato può essere richiesto per la presenza di un’attività lavorativa rischiosa per la dipendente in gravidanza, oppure nel caso in una gravidanza a rischio.
Nel primo caso, la richiesta, che potrà essere inviata sia dal datore di lavoro sia dalla lavoratrice, dovrà:
- indicare quali sono i rischi ai quali la dipendente viene esposta;
- certificare lo stato di gravidanza.
L’ispettorato avrà a propria disposizioni 7 giorni di tempo per accogliere o rifiutare la domanda.
Gravidanza a rischio
Nel caso di gravidanza a rischio, invece, è l’Asl che dovrà pronunciarsi in merito all’astensione anticipata dal lavoro, in seguito ai risultati delle visite mediche sulla lavoratrice.
La lavoratrice sarà tenuta a consegnare all’Asl:
- il certificato di gravidanza;
- la fotocopia del documenti di identità;
- la documentazione medica nella quale si attesti che la propria gravidanza sia a rischio.
La lavoratrice dovrà consegnare al proprio datore di lavoro la fotocopia della domanda di maternità anticipata consegnata all’Asl.
Maternità anticipata – Domande frequenti
Nell’ipotesi di gravidanza a rischio sarà possibile fare domanda di maternità anticipata: ecco come funziona.
La maternità anticipata deve essere richiesta all’Ispettorato territoriale del lavoro o all’Asl a seconda dei casi: ecco cosa cambia.
La richiesta di maternità anticipata per lavoro a rischio deve essere inviata all’Ispettorato territoriale del lavoro: clicca per sapere cosa fare.
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