Il nuovo Ddl intelligenza artificiale approvato dal Governo: cosa prevede
Approvato il nuovo ddl intelligenza artificiale: l’innovazione digitale al servizio dell’uomo e sanità, giustizia e lavoro, le principali sfide sono gli argomenti di cui parlerò nelle prossime righe.
- Da poco approvato il nuovo Ddl intelligenza artificiale, finalizzato a regolare lo sfruttamento dei nuovi sistemi AI.
- Il Ddl intelligenza artificiale si fonda sul principio antropocentrico, in forza del quale è la tecnologia ad essere al servizio dell’essere umano, al quale competono unicamente le decisioni finali.
- Sanità, giustizia e lavoro sono i principali settori sui quali si concentra il nuovo Ddl.
Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale è un tema che suscita un grandissimo interesse. Siamo, soprattutto in Italia, all’inizio degli studi e non abbiamo ancora un’effettiva contezza delle potenzialità dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nei vari settori.
Ciò nonostante è ben radicata la consapevolezza che siamo nel bel mezzo di una effettiva rivoluzione, che deve tuttavia essere regolamentata. A tal fine, negli scorsi mesi è stato approvato il nuovo Ddl intelligenza artificiale, recante Disposizioni e delega al Governo in materia di intelligenza artificiale (Disegno di legge n. 1146/24).
L’obiettivo è essenzialmente quello di regolare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, al fine di garantire lo sfruttamento del potenziale di tale strumento innovativo per la creazione di nuove opportunità, nonché per il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini e della coesione sociale, individuando e arginando i rischi connessi a un uso distorto e improprio della nuova tecnologia.
Approvato il ddl intelligenza artificiale: cos’è
Negli scorsi mesi, dopo un anno di attesa in cui sono si sono rese necessarie opere di modifiche e adattamenti per porsi in continuità con i dettami di Bruxelles, il Senato ha approvato il nuovo Ddl intelligenza artificiale.
Il disegno di legge ha l’obiettivo di integrare e attuare a livello nazionale la disciplina dettata in ambito unionale dal Regolamento (UE) 2024/1689, comunemente noto anche come AI Act.
Il Ddl intelligenza artificiale si articola in quattro parti:
- nella prima sono stabiliti i principi guida ed è definita la strategia che il Governo ha intenzione di seguire in relazione all’utilizzo dell’intelligenza artificiale;
- la seconda parte individua taluni settori strategici di applicazione dell’AI;
- nella terza sono individuate e regolamentate le autorità nazionali, con competenza specifica ed esclusiva in materia di AI;
- nella la quarta parte, infine, sono previste forme di tutela penale in caso di uso distorto dello strumento e introdotte nuove fattispecie di reato che puniscono l’illecita diffusione dei c.d. deep fake.
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Quali sono i principi del nuovo Ddl intelligenza artificiale
Il Ddl intelligenza artificiale promuove una visione antropocentrica alla base dell’utilizzo dello strumento, nel rispetto dell’autonomia e del potere decisionale dell’uomo, finalizzata alla piena consapevolezza delle potenzialità, ma anche dei connessi rischi, in conformità all’AI Act.
Visione antropocentrica significa l’uomo al centro. Il progresso e le nuove applicazioni tecnologiche devono essere implementati e, in particolare, utilizzate per essere al servizio dell’uomo e non viceversa. Diretta applicazione di tale principio è che è sempre l’uomo ad assumere le decisioni finali.
Si tratta di un principio di fondamentale importanza, soprattutto in determinati settori. Si pensi, per esempio, al settore medico, in cui, come già è successo, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale ha coadiuvato l’attività dell’uomo con ottimi risultati, fino a qualche decennio fa impensabili.
Sebbene le potenzialità siano indubbie, il nuovo Ddl intelligenza artificiale stabilisce, dunque, che è sempre l’uomo a decidere in ultima battuta.
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Etica e intelligenza
Il disegno di legge intelligenza artificiale promuove un approccio etico allo strumento, attraverso la previsione di una serie di misure finalizzate a:
- regolamentare l’accesso a sistemi e a modelli di IA da parte dei minori di anni 14, subordinato alla preventiva acquisizione del consenso da parte di chi esercita la potestà genitoriale;
- garantire la piena fruibilità di tali nuove tecnologie anche da parte di persone diversamente abili, al fine di abbattere qualsiasi forma di discriminazione;
- fornire un’adeguata protezione di dati personali e informazioni riservate, tutelando al contempo l’importanza del diritto alla informazione;
- favorire l’utilizzo di modelli e sistemi di intelligenza artificiale anche nei settori specifici dello Stato e delle pubbliche autorità, per migliorare la produttività e avviare nuove attività economiche per il benessere sociale, nel rispetto principio generale della concorrenza nel mercato. Sul punto, il nuovo Ddl stabilisce che l’intelligenza artificiale non deve essere utilizzata per pregiudicare la vita democratica del Paese e delle istituzioni;
- incentivare nuove tecniche per lo sviluppo di una sana concorrenza nel mercato.
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Intelligenza artificiale e sanità
L’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale nel settore della sanità rappresenta uno dei banchi di prova più difficili, in ragione della delicatezza degli interessi in gioco, come la salute e l’accesso alle cure.
L’IA non può in alcun modo creare e adottare criteri discriminatori per la selezione e la regolamentazione dei cittadini all’ammissione alle prestazioni mediche.
L’utilizzo della intelligenza artificiale non pregiudica la decisione del personale medico, a cui spetta un indiscusso primato. In più, il Ddl intelligenza artificiale introduce una piattaforma per incentivare il ricorso all’assistenza territoriale.
Intelligenza artificiale e lavoro
L’ill’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro essere impiegata per migliorare le condizioni di lavoro, tutelare l’integrità anche da un punto di vista psicofisico del lavoratore, accrescere la qualità delle prestazioni lavorative e la produttività delle persone, privilegiando sempre le capacità del singolo e la sua capacità di autodeterminazione, in conformità al diritto dell’Unione europea. Anche in tale settore è ribadito come l’IA non può essere utilizzata per favorire forme di discriminazione.
Giustizia e intelligenza artificiale
Il nuovo disegno di legge regolamenta l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel settore dell’amministrazione della giustizia. In tale ambito, il Ddl intelligenza artificiale pone paletti più stringenti, laddove stabilisce che l’utilizzo dell’IA è consentito esclusivamente per finalità strumentali e di supporto, quali l’organizzazione e la semplificazione del lavoro giudiziario o come facilitazione nella attività di ricerca giurisprudenziale e dottrinale, anche finalizzata all’individuazione di orientamenti interpretativi. Al magistrato è, infatti, demandato il compito di fornire una propria interpretazione e applicazione delle norme giuridiche al caso di specie.
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Autorità nazionali competenti in materia di intelligenza artificiale: quali sono
Il Ddl intelligenza artificiale individua le autorità nazionali competenti in materia, con il compito di garantire l’applicazione e l’attuazione della normativa nazionale e dell’Unione europea in materia di AI.
Si tratta di:
- Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), in qualità di autorità di notifica;
- Agenza per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), in qualità di autorità di vigilanza.
Al momento, le aree di competenza di tali autorità sono delineate a grandi linee. Si deve attendere ancora qualche ulteriore passaggio politico per vedere concludere l’iter di approvazione della prima normativa in tema di intelligenza artificiale.
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