Quattordicesima pensionati 2022: a chi spetta e quando arriva

Nonostante lo zelo con il quale operi, gli errori INPS sono più comuni di quel che si può immaginare. Dai calcoli pensionistici errati ai trattamenti previdenziali non riconosciuti, o ancora le richieste di somme di denaro non dovute, che vengono trattenute indebitamente sugli importi delle pensioni, sono solo alcuni degli sbagli commessi con maggiore frequenza.
Quali sono i diritti a tutela del cittadino in tutti questi casi? In cosa consiste il ricorso amministrativo? Quali sono i termini per presentarlo per non incorrere nell’improcedibilità del ricorso? Quando si arriva, invece, all’azione giudiziaria? Di seguito saranno elencate le specifiche su come difendersi dai principali errori INPS e quali sono le varie procedure che è necessario seguire.
Nel caso in cui ci si ritrovasse in una delle situazioni citate nelle righe precedenti o in casistiche dovute a un errore commesso dall’INPS, sarà possibile procedere con un ricorso amministrativo.
Quello che il contribuente dovrà fare, nello specifico, è:
Nel caso in cui si decidesse di procedere con un ricorso amministrativo, bisogna ricordare che esiste un termine perentorio di 90 giorni, che si contano a partire:
Esistono alcune specifiche sui termini del ricorso amministrativo, che sono relative ai Comitati della Gestione Dipendenti Pubblici. In questo caso:
Riportiamo di seguito un esempio di Modulo ricorso amministrativo INPS relativo al caso di un avvocato.
ISTITUTO
NAZIONALE DELLA
PREVIDENZA SOCIALE
SEDE _________________
SITO: www.inps.it
RICORSO
AMMINISTRATIVO
Il/la sottoscritto/a ________________, nato/a a _______________il _____________ (C.F. ___________________________), residente in ___________ , Tel. ________________ – fax ________________– Cell. ________________ – PEC____________________________
PREMESSO
Tutto quanto sopra premesso e ritenuto,
RICORRE
avverso il provvedimento con cui l’INPS Gestione Separata, sede di ______________, ha proceduto sia alla iscrizione d’ufficio alla Gestione Separata, che all’illegittimo addebito dei contributi previdenziali, con decorrenza dal ______________ , per i seguenti
MOTIVI
A) L’art. 18, comma 12 del d.l. 6 luglio 2011 n. 98, convertito con legge n. 111/2011, quale norma di interpretazione autentica, ha chiarito che: “…i soggetti che esercitano per professione abituale, ancorché non esclusiva, attività di lavoro autonomo tenuti all’iscrizione presso l’apposita gestione separata INPS sono esclusivamente i soggetti che svolgono attività il cui esercizio non sia subordinato all’iscrizione ad appositi albi professionali, ovvero attività non soggette al versamento contributivo agli enti di cui al comma 11 (gli enti previdenziali di diritto privato di cui ai D.Lgs. n. 509/1994 e 103/1996) in base ai rispettivi statuti e ordinamenti, con esclusione dei soggetti di cui al comma 11….”. Con detta disposizione il Legislatore ha quindi chiarito che l’iscrizione alla Gestione separata ha carattere residuale essendo obbligatoria solo per i lavoratori autonomi che esercitano una professione per la quale non sia obbligatoria l’iscrizione ad appositi albi, ovvero per coloro che, pur iscritti, svolgano un’attività non soggetta a versamento contributivo agli enti di previdenza per i liberi professionisti.
La legge non pone alcuna distinzione in merito alla tipologia di contribuzione cui il reddito frutto della libera professione è assoggettato, essendo essenziale che il reddito non sfugga ad una forma di contribuzione obbligatoria. Conseguentemente a nulla rileva che il reddito percepito dalla ricorrente nel 2009 sia stato assoggettato, in base all’ordinamento della Cassa di categoria, al solo contributo c.d. Integrativo e non anche al contributo soggettivo.
Dunque, nel caso di specie non ricorre alcuno dei presupposti tassativi elencati dall’art. 18 comma 12 del d.l. 6 luglio 2011 n. 98, convertito con legge n. 111/2011, in quanto non risulta integrata né la prima ipotesi (attività il cui esercizio non sia subordinato alla iscrizione ad albi professionali), essendo l’esercizio dell’attività di avvocato certamente subordinato alla iscrizione all’albo professionale, né tanto meno la seconda (attività non soggette al versamento contributivo agli enti di cui al comma 11), in quanto la Cassa di Previdenza ed Assistenza Forense imponeva comunque il versamento di contributi integrativi sul reddito prodotto.
B) La circolare INPS n. 99 del 22 luglio 2011 e il successivo messaggio INPS n. 709 del 7 gennaio 2012 hanno sollecitato le diverse sedi provinciali a non perseguire “i liberi professionisti iscritti agli Albi e alle relative Casse ed Enti previdenziali, proprio in quanto la gestione separata non ha titolo a ricevere dagli stessi la contribuzione previdenziale.
Atteso quanto sopra risulta di tutta evidenza l’illegittimità del provvedimento adottato dalla Gestione Separata INPS sede di Roma ___________ comunicato il ____________con raccomandata n.____________________________
Si rimane in attesa della comunicazione da parte dell’INPS in indirizzo del provvedimento di accoglimento del presente ricorso amministrativo, con annullamento della iscrizione di ufficio e con sgravio totale dell’importo richiesto a titolo di contribuzione previdenziale e sanzioni per l’anno 2009.
In mancanza, trascorso il termine di trenta giorni, ci si riserva di adottare ogni azione utile alla tutela dei diritti contro l’illegittimità del provvedimento impugnato.
Si allegano:
Luogo, ______________
Firma
__________
L’azione amministrativa è la prima forma di tutela per difendersi contro gli errori INPS, alla quale può seguire la fase giudiziaria, in base all’evoluzione della procedura iniziale. La fase amministrativa è comunque preliminare a quella giudiziaria, quindi la seconda può svolgersi solo nel caso in cui l’accertamento dello sbaglio che è stato commesso dall’INPS dovesse risultare negativo.
Esistono, tuttavia, delle situazioni nelle quali non è previsto il ricorso amministrativo per poter fare ricorso dinnanzi a un Giudice. Nello specifico, i casi più comuni sono i seguenti:
Caso in cui non fare ricorso amministrativo | Spiegazione |
Domanda di provvedimento d’urgenza | Si tratta di quelle situazioni nelle quali il diritto fatto valere è minacciato da un pregiudizio grave, imminente e irreparabile |
Domanda relativa a un giudizio già instaurato dalla pubblica amministrazione | Il contribuente interessato non ha ricevuta alcuna comunicazione preventiva sull’atto da impugnare |
Procedimenti di opposizione alle cartelle di pagamento | / |
La controversia si basa solo sull’interpretazione che deve essere data a una disposizione di legge | / |
Errori di calcolo nel determinare le prestazioni previdenziali | Tale casistica consente di presentare un’istanza all’INPS in autotutela, con la possibilità di appellarsi comunque all’azione giudiziale |
Una situazione molto diffusa quando si parla di errori commessi dall’INPS è quella che ha a che fare con le pensioni, a prescindere dalla tipologia di dipendente. Si fa dunque riferimento:
Tutti i soggetti in elenco hanno diritto al cosiddetto ricorso amministrativo pensionistico, una forma di tutela che opera quando gli errori INPS riguardano:
Il ricorso amministrativo pensionistico è possibile per le prestazioni che vengono erogate dai seguenti enti:
Il ricorso amministrativo deve essere diretto all’organo di competenza per la risoluzione della controversia: per esempio, gli iscritti al Fondo pensioni lavoratori dipendenti, devono fare ricorso al Comitato Amministratore del Fondo.
Il ricorso, nel quale deve essere indicato l’atto contro il quale si agisce e i motivi di censura, pena la nullità, può essere sottoscritto:
La domanda per fare ricorso amministrativo:
Dopo essere stata inviata, la domanda viene esaminata e in base all’analisi della varie questioni di ammissibilità e ricevibilità, può essere:
Il ricorrente riceverà a questo punto la comunicazione relativa alla deliberazione, favorevole o sfavorevole, relativo al ricorso amministrativo.
Gli organi interni dell’INPS possono decidere di rigettare il ricorso amministrativo: a questo punto, sarà possibile procedere con un’azione giudiziaria.
In sintesi, si ricorre all’azione giudiziaria quando:
Come funziona, dunque, l’azione giudiziaria? A chi sarà necessario rivolgersi? A seconda dell’oggetto del ricorso, l’azione giudiziaria deve essere proposta:
Nello specifico, è bene sapere a quale Giudice appellarsi in relazione alla controversia da risolvere.
Tipologia di Giudice | Controversia |
Giudice previdenziale | – assicurazioni sociali a favore di lavoratori dipendenti e di lavoratori autonomi e professionisti; infortuni sul lavoro e malattie professionali; – assegni per il nucleo familiare e assegni familiari; – qualsiasi prestazione di previdenza e assistenza obbligatoria, quali disoccupazione, mobilità o maternità; – inosservanza degli obblighi del datore di lavoro di assistenza e previdenza derivanti da contratti e accordi collettivi; – risarcimento danni per errore dell’INPS nella comunicazione delle informazioni sulla posizione contributiva; – costituzione forzosa di una rendita vitalizia. |
Corte dei Conti | Pensioni, assegni o indennità civili, militari o di guerra |
Tribunale ordinario, Giudice di pace, Tar | Previdenza complementare, interessi e accessori e interessi legittimi |
Come regola generale, nel caso in cui l’INPS dovesse commettere un errore nel calcolo della pensione, deve rispondere con un risarcimento danni al fine di rimediare allo stesso.
La sentenza numero 23114/19 del 17 settembre 2019 della Corte di Cassazione ha stabilito che:
Il ricorso amministrativo è una domanda da presentare direttamente all’INPS con la quale si chiede il risarcimento di un danno subito a causa di un errore commesso dall’INPS, per esempio nel calcolo delle pensioni.
Il ricorso amministrativo non è necessario in quei casi di domanda di provvedimento d’urgenza, errori di calcolo nel determinare le prestazioni provvidenziali, domanda relativa a un giudizio già instaurato dalla pubblica amministrazione, procedimenti di opposizione alle cartelle di pagamento.
Nel caso in cui l’INPS dovesse rigettare il ricorso amministrativo è possibile procedere con un’azione di tipo giudiziario, facendo appello a un Giudice di diverso tipo a seconda della materia della controversia da risolvere.